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Ghostbusters - The Video Game era una figata ieri, lo è oggi e lo sarà domani | Racconti dall'Ospizio

Ghostbusters - The Video Game era una figata ieri, lo è oggi e lo sarà domani | Racconti dall'Ospizio

Racconti dall’ospizio è una rubrica in cui raccontiamo i giochi del passato con lo sguardo del presente. Lo sguardo di noi vecchietti.

Il 2019 è stato un anno di cuori che si risvegliano, per chi è fan dei Ghostbusters, visto che dopo il deludente reboot del 2016 è stato un annunciato un terzo film, diretto sequel di Ghostbusters 2. Con quasi tutto il cast originale, e la direzione di Jason Reitman, uno che ha dimostrato di saper tenere in mano una macchina da presa (e figlio del regista dei primi due film, Ivan Reitman).

La Ghosbustersmania è ri-esplosa, tra ricordi e nuovi progetti. Il nuovo film dovrebbe arrivare nell’estate del 2020, ma nel frattempo ce n’è di roba con cui ammazzare il tempo. Ci sarà Real - A Ghostbusters Tale, film tutto italiano approvato da Reitman e soci, un progetto tirato su dai membri di Ghostbusters Italia e che debutterà a Lucca Comics & Games 2019. Ci sono i fumetti finalmente editi in Italia da Ed.Flamival e poi c’è Ghostbusters - The Videogame Remastered, appena uscito nei negozi, in tempo per festeggiare i dieci anni della release originale.

Ci sto finalmente giocando e subito la mente corre a dieci anni fa, quando invece di trent’anni ne avevo venti, e insomma, sicuramente giopep mi sta mandando affanculo mentre mi legge, ma questo pensiero dei dieci anni esatti mi fa sentire vecchissimo. Essendo fan dei Ghostbusters da sempre, esplosi di gioia quando vidi cosa Terminal Reality (che ha chiuso i battenti nel 2013) aveva realizzato. A tutti gli effetti, ci aveva dato tra le mani il terzo film degli Acchiappafantasmi. Un progetto in cui Harold Ramis e Dan Aykroyd credettero tantissimo, firmandone la sceneggiatura (che unisce un po’ tutte le idee maturate negli anni e uscite fuori sotto forma di leak ogni qual volta l’idea di un sequel iniziava a serpeggiare su internet) e prestando i loro volti e le loro voci al gioco, affiancati tra l’altro da Ernie Hudson e addirittura da Bill Murray, che pare si diverta un casino a doppiare e non era certo il più facile da convincere a saltare a bordo del carrozzone (è sempre stato uno fra i più restii, quando si trattava di pensare a dei sequel). Aggiungeteci la colonna sonora originale, compresa la hit Ghostbusters di Ray Parker Jr, e il gioco è fatto. Anzi, il videogioco è fatto.

Il gioco ci metteva nei panni di una recluta, un nuovo Ghostbuster senza nome. Eravamo noi, la recluta, punto. Li stava la genialità, in questa scelta tutto sommato banale, eh. Perché si procedeva nel gioco affiancati dagli attori originali (in italiano ottimamente doppiati, dalle loro voci storiche dove possibile e in alternativa dalle voci secondarie adottate negli anni nei cartoni animati). Volete mettere sfasciare un intero Hotel a fianco di Peter Venkman, ascoltando le sue battutine?

Vista oggi, anche nell’edizione rimasterizzata, la grafica sente un po’ il segno del tempo passato, ma è figlia di un periodo già incline al fotorealismo, quindi, tutto sommato, fa il suo lavoro, restituendo la sensazione di trovarsi davvero di fronte agli attori originali. Il gameplay è semplice, si tratta di un action in terza persona, nel quale si esplorano gli ambienti visti nelle due pellicole e ambientazioni inedite. La trama tira fuori un sacco di scuse per strizzare l’occhiolino ai fan e il gioco è tempestato di easter egg (provate a parlare col quadro di Vigo quando tornate nella caserma dei pompieri, vero e propria hub centrale del gioco!). Però ha anche tanto da dire di suo, proponendo una trama che gioca con la storia del franchise.

“Woo woo woooo…. bel lavoro, Tex!”

Quando non si esplora, ovviamente, si cacciano fantasmi armati di zaino protonico, si può devastare alla grande l’ambiente circostante (ricco di oggetti e ciarpame vario messo lì solo per svolazzare in giro quando colpito) e ci si prodiga in un vero e proprio tiro alla fune, atto a stancare l’ectoplasma di turno, fino a catturarlo. Non mancano i potenziamenti extra, lo spara-melma del secondo film o il rilevatore di fantasmi c,on un vero e proprio “bestiario” da completare con tutte le creature. Insomma, gran divertimento, che ancora oggi risulta gradevolissimo da giocare, soprattutto grazie ai dialoghi scritti appunto da Ramis e Aykroyd, che sembrano usciti di peso dai film, con quell’ironia intelligente e un po’ cinica che ha reso famosa la serie (soprattutto il primo film, e c’è chi dice che questo videogame possa scalzare il secondo, piazzandosi in un ideale secondo posto, se si dovesse fare una classifica).

Aykroyd e soci ci hanno già regalato Ghosbusters 3, in pratica. Nel caso il film del 2020 dovesse rivelarsi immondizia, sapete dove tornare.

Questo articolo fa parte della Cover Story dedicata a Luigi e ai fantasmi, che potete trovare riassunta a questo indirizzo.

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