Outcazzari

Qualcuno mi stacchi da Nex Machina

Qualcuno mi stacchi da Nex Machina

Dròga

dròga s. f. [forse dall’oland. droog «secco, cosa secca»]. – 1. Nome di varie sostanze vegetali secche, aromatiche (meglio dette spezie), usate per dare maggior sapore alle bevande o ai cibi: per es., cannella, noce moscata, pepe, vaniglia, garofano, prodotti che, per la loro provenienza, erano detti in passato anche coloniali. 2. In farmacologia, ogni prodotto naturale, vegetale o animale, contenente uno o più principî attivi (alcaloidi, glicosidi, olî essenziali, sostanze amare, purgative, aromatiche, ecc.), e che, opportunamente preparato e conservato, trova indicazioni terapeutiche o sperimentali che sono oggetto di studio della farmacognosia. 3. a. Nel linguaggio corrente, qualsiasi sostanza capace di modificare temporaneamente lo stato di coscienza o comunque lo stato psichico dell’individuo (stupefacenti, allucinogeni, barbiturici, psicostimolanti); anche, nome di alcune sostanze atte ad aumentare le energie e il rendimento fisico, soprattutto nelle competizioni sportive (cfr. doping). Con queste accezioni, il termine è più spesso usato al sing.: fare uso di (o della) d.; il commercio della d.; traffico, spaccio (e trafficanti, spacciatori), detenzione, uso di droga. Correntemente, cioè in termini di linguaggio com., si fa distinzione tra d. leggere e d. pesanti (meno spesso, per traduz. dell’ingl. hard e soft, tra d. dure e d. morbide), distinzione fondata soprattutto sulla considerazione dei danni che le varie droghe possono produrre sull’organismo di chi ne fa uso, e sulla condizione di dipendenza che esse tendono a indurre. b. In senso fig., la parola è talvolta adoperata come sinon. di eccitante (nel suo uso di sost. in senso traslato), altre volte per indicare cosa, fatto o persona che eserciti forte attrattiva ma sia in sé dannosa, o, infine, per indicare cosa o situazione che stordisce, che distrae dalla realtà: la d. del consumismo; il tifo sportivo è spesso una d. per le masse.

Nex Machina è il gioco che ci regala finalmente una collaborazione fra padre e figli, seppur solo sotto forma di consulenza esterna da parte di Eugen Jarvis, l’uomo di Defender, Robotron: 2084, Narc, Smash TV e derivati, cui lo studio finlandese Housemarque deve un attimino, avendo costruito gran parte della propria carriera su, appunto, derivati. Ed è infatti una bella esplosione di karma sapere che i ragazzi dello studio abbiano incontrato Jarvis quasi per caso, gli abbiano proposto di collaborare e ne sia venuto fuori un capolavoro assoluto, che unisce lo stile Housemarque a un recupero totale dello spirito arcade più puro degli anni in cui Jarvis sfornava le sue pietre miliari. Poi, sì, pare che Jarvis non abbia fatto esageratamente più che metterci il nome, ma insomma, avere come consulente un veterano di quello spessore, la cui opera è stata così fondamentale per la tua carriera, è comunque bellissimo, no?

Ma Nex Machina è anche il gioco che segna la fine del matrimonio decennale fra Sony e Housemarque. Intendiamoci, il gioco su PlayStation 4 ci è uscito (del resto, i trailer qua sopra e qua sotto arrivano dal canale YouTube della console), ma sta anche su PC e all’E3 2017 era presente sotto forma di tavolino fuori dallo showfloor, perché Sony ha deciso di rivedere un po’ la sua politica di amore per gli indie. Quindi, insomma, Nex Machina è tante cose, segna un momento fondamentale nella vita di Housemarque come studio, arrivando dopo un periodo non dei più facili (ne abbiamo chiacchierato qua). E potrebbe essere il modo migliore per rilanciarsi verso l’infinito e oltre, perché è una bomba assoluta, un capolavoro sotto praticamente ogni punto di vista e, in linea generale, assorbita magari quell’oretta d’apprendimento che ci vuole con ogni cosa di questo tipo, fa un po’ l’effetto dell’eroina.

Nex Machina è uno di quei giochi lì, quelli strutturati su arene dallo spawn prestabilito, nei quali abilità manuale, riflessi e capacità d’improvvisazione contano tanto quanto studio della mappa, memorizzazione, pianificazione. All’inizio ti seppellisce, come una botta improvvisa che non sai come gestire, ma poi inizi a capirlo, ti rendi conto di quanto quell’apparente caos sia in realtà leggibile come poche altre cose al mondo, vedi la matrice e continui a morire come un cretino ma sai anche che è sempre colpa tua, della tua inadeguatezza nei confronti del gioco e in fondo anche di questo mondo che ci circonda. Non sei all’altezza. Sei un perdente.

La combo, il percorso ideale per sventare le minacce e acchiappare i segreti, le minuzie nascoste, le tecniche raffinate, le armi da padroneggiare sono le divinità presso i cui altari ti predisponi al sacrificio. Ore di sudore espresso sotto forma di tentativi su tentativi, per capire quando sia il caso di sfruttare lo scatto che rende momentaneamente invulnerabili, quando possa essere meglio rischiare la vita per recuperare quel bonus, in quale ordine sia consigliabile affrontare le minacce che ti si parano davanti, cosa sacrificare in favore di che cos’altro, come conquistare tutto senza rinunciare a nulla. Ci sono le classifiche online (cross-platform!) lì a ricordartelo, a fartelo capire, quanto sei inadeguato, a mostrartelo con tutto lo splendore dei replay di chi ha saputo e saprà fare sempre meglio di te. Nex Machina è una montagna crudele ma onesta. Pochi sono in grado di scalarla fino in cima, molti cadranno nel tentativo e perderanno la vita su quelle rocce, altri si accontenteranno dei sentieri che ne percorrono la base.

E continui a provarci, provarci e riprovarci, lasciandoti gasare dalla musica sparata a palla, perdendo quattro vite di seguito perché ti sei fermato ad ammirare quello splendore voxelloso, decidendo che alla fin fine il modo migliore per concentrarti consiste nell’unire il dilettevole al dilettevole e ascoltarti qualche podcast in cuffia mentre giochi. Nex Machina è un gioco vario, ricco, strapieno di cose da fare pur nella sua essenziale brevità. La modalità arcade, già da sola, coi suoi tanti livelli di difficoltà, è roba in cui perdersi fino alla pensione. Ma poi ci sono le sfide e i vari altri modi per trovare uno scopo, un obiettivo con cui trastullarsi sul breve, altre vie per essere messi di fronte alla propria inadeguatezza. Fermo restando che, oh, dove mi sono messo d’impegno sto in cima alla mia lista amici, eh. #sucate

Nex Machina è una bomba termonucleare che esplode in un tripudio di triangolini colorati e si mangia tutto un genere. È una droga da cui non puoi e non vuoi staccarti, perché il mondo là fuori è troppo meno divertente e colorato, perché nel mondo là fuori i proiettili fanno male, mentre in questo qua dentro fanno bene. Nex Machina è la forza deflagrante di un gioco che potrebbe chiudere un genere e lasciarci contenti così, perché non ne serve altro. Poi ce ne sarà altro, e sarà magari bellissimo, but still. Nex Machina è una ficata pazzesca e non lo mollerò mai. No, non è vero, lo mollerò perché preferisco vivere e soprattutto perché mi sono girati i coglioni quando, dopo averci giocato offline per un giorno a causa di problemi sulla linea, mi sono reso conto che al ritorno online i miei punteggi non erano stati memorizzati. Nex Machina puoi giocarlo offline, ma quello vero è always online. Elitista e stronzo, un po’ come la Microsoft che (non) vorremmo. Ma in fondo lo amo anche per questo. Fatevi anche voi una bella dose di Nex Machina, non ve ne pentirete.

Ho ricevuto un codice Steam da Housemarque e gli ho dedicato una decina d’ore della mia vita. Più o meno. Non mi è troppo chiaro come il contatore Steam abbia gestito le mie partite offline. Ho sbloccato ventidue achievement su trentanove e mi sono lasciato dietro parecchi obiettivi interni al gioco. Ho ancora parecchio tempo da dedicare a Nex Machina, ma devo ammettere che quella faccenda dei punteggi persi mi ha ferito molto. Forse la nostra storia è finita. Forse posso darmi al metadone. Spero di riuscirci. I voxel piacciono molto a mia figlia. Vi prego, aiutatemi. C’è anche su PlayStation 4. Ma Sony è cattiva.

Old! #216 – Luglio 1987

Old! #216 – Luglio 1987

Museo de los videojuegos o plomo

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