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The Wardrobe, ed è subito millenovecentonovantatrè

The Wardrobe, ed è subito millenovecentonovantatrè

Dopo anni oscuri in cui era più facile trovare un tartufo bianco in piena estate in spiaggia che un'avventura punta e clicca, negli ultimi mesi, grazie alla spinta indie e anche grazie alle versioni remastered di alcuni mostri sacri degli anni d'oro, il genere tanto caro ai vecchietti come me e ai fan Lucasarts è tornato in pianta abbastanza stabile nelle uscite videoludiche, spesso con titoli degni di nota.

Non conoscevo questo progetto del team italiano di C.I.N.I.C. Games (acronimo azzeccatissimo, visto il mood nero del gioco) e ignoravo del tutto che fosse nato prima come titolo mobile, poi finanziato tramite Eppela per trasformarsi infine, qualche  tempo dopo, in un gioco completo.

No non è una mela morsicata....

The Wardrobe è  un'avventura punta e clicca che omaggia in maniera totale gli anni d'oro di Lucasarts, in particolar modo il mai idolatrato abbastanza Day Of The Tentacle, citandolo in maniera così estrema che in alcuni momenti sembra una sorta di spin-off.

La storia vede un incipit alquanto macabro: durante un picnic al parco tra due amici, uno dei due, Skinny, muore tra atroci sofferenze, causa reazione allergica ad un prugna datagli da Ronald, il suo migliore amico e compare di mille avventure. Ronald, spaventato della terribile fine dell'amico, scappa lasciando Skinny solo in mezzo al prato. Ma qualcosa di magico accade e il cadavere del ragazzo si trasforma in uno scheletro parlante, che decide di vivere in un armadio a forma di bara nella stanza di Ronald e, a suo modo, di proteggerlo.

Noi, come si può supporre, controlliamo Skinny attraverso la sua missione di salvare l'anima dell'amico, tra enigmi assurdi e personaggi al limite del folle. Tecnicamente il gioco è quello che ci si aspetta da un titolo di questo tipo: una grafica cartoonesca e colorata e un accompagnamento sonoro che ancora una volta ci conferma l'amore degli sviluppatori per Day of The Tentacle, con temi simpatici ma sempre contestualizzati a quello che accade su schermo. Il feeling da IMUSE è veramente forte.

Il sistema di controllo è molto simile a quello della versione remastered del gioco Lucas con il tentacolo viola e, in maniera molto semplice, ci permette di gestire le tipiche azioni (parlare, esaminare, prendere e usare) con pochi click di mouse. In particolare, con il tasto sinistro ci si sposta e si selezionano gli oggetti, mentre col tasto destro si apre il menù contestuale con le diverse azioni.  L'inventario è costituito dalla carcassa del torace del protagonista (a cui si accede girando la rotellina verso l'alto), dove si possono depositare gli oggetti raccolti e, come tipico di questo genere, combinarli per arrivare a risolvere gli enigmi più criptici.

Sulla difficoltà c'è da spendere qualche parola in più: il gioco, anche in questo caso, ricalca i titoli a cui si ispira e molti enigmi sfociano nell'assurdo. Insomma, se non avete un background a base di Monkey Island e DotT sappiate che ci sarà da ingegnarsi più del solito, con il serio rischio di aver necessità di dare un occhio ad una soluzione online nei punti più complicati. Da questo punto di vista, aiuta non poco la possibilità, pigiando la rotellina del mouse, di vedere tutti gli oggetti "cliccabili" nella schermata, feature che, vista già la difficoltà mediamente alta del gioco, è solo benvenuta. Non mancano dialoghi scritti molto bene e anche simpatici rimandi a gare di insulti, che ci portano con la memoria in mezzo alle isole dei Caraibi.
Le citazioni con cui gli sviluppatori hanno infarcito le schermate e i dialoghi, prese sia da avventure del passato, che da film, fumetti, libri, sono talmente tante da risultare anche eccessive, ma alcune strappano più di un sorriso e comunque completano l'operazione nostalgia che permea tutto il gioco.

Alcune citazioni sono decisamente esplicite.

The Wardrobe, essendo sviluppato da un team italiano, è localizzato sia nella lingua del bel paese che in inglese, parlato compreso, e il lavoro è più che soddisfacente, considerando anche il budget non da tripla A. Durante la mia prova del gioco, però, sono incappato in momenti nei quali, pur utilizzando la lingua italiana, sia il testo a schermo che il parlato diventavano improvvisamente in inglese, ma solo con determinate frasi secondarie, come se ci fosse un problema di indirizzamento della scelta a livello software. O forse mancava proprio quel punto nella nostra lingua... io propendo più per un bug, che può essere risolto con una patch.

L'altra cosa che mi sento di dire come appunto al lavoro di C.I.N.I.C. è che la parte finale del gioco sembra quasi chiusa in fretta e furia: vista la prolissità di certe parti, fa un po' effetto che l'epilogo della storia sia così rapido.

Detto questo, pur avendo un impatto iniziale un po' destabilizzante a causa dello stile grafico fin troppo colorato e "a mano", The Wardrobe è un buonissimo esponente del genere delle avventure punta e clicca. So di essere noioso ma è fatto proprio per quelle persone nostalgiche di cron-o-binetti e scimmie a tre teste. Per gli altri, sinceramente, potrebbe essere un titolo fuori tempo massimo.

Ho giocato a The Wardrobe grazie ad un codice Steam gentilmente inviatomi dagli sviluppatori. Ho vagabondato con Skinny per quasi dieci ore, godendomi praticamente tutti i dialoghi e le citazioni che il gioco propone ma anche sbattendo la testa su due o tre enigmi esageratamente fuori di zucca (e ho cercato la soluzione). Come detto, il gioco è fruibile in italiano e in inglese con qualche bug, ma facilmente risolvibile. Entrambe le localizzazioni sono più che buone. È la prima volta dopo anni che riprovo le sensazioni di follia paradossa dei bei tempi andati (se escludiamo ovviamente la remastered di Day of The Tentacle

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