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Racconti dall'ospizio #230: The Wonderful 101 o, meglio, Kamiya 101

Racconti dall’ospizio è una rubrica in cui raccontiamo i giochi del passato con lo sguardo del presente. Lo sguardo di noi vecchietti.

Non esiste nulla al mondo in grado di riassumere tutto il Kamiya-pensiero più di The Wonderful 101. Se escludiamo il profilo Twitter del suddetto designer e director giapponese, ovviamente.

Perché The Wonderful 101, conosciuto anche fra i giovanissimi come “Il miglior gioco uscito su Wii U”, è davvero un concentrato di tutta la poetica, l’immaginario e il furioso tasteggiare mai uscito dalla prolifica mente del pelato (è ancora pelato, vero?) Hideki.

C’è dentro ovviamente un bel po’ di Viewtiful Joe, di cui riprende lo stile decisamente sopra le righe dei personaggi (ancora una volta, dei supereroi a-la Power Rangers ma volutamente ridicoli) e della storia, tra minacce aliene, dialoghi pomposi ma stupidissimi e amenità varie.

Tra attacchi, potenziamenti e abilità assortite, il combat system era di una goduria rara.

Al mix è stato aggiunto anche un po’ di Okami: grazie al comodissimo(?!) schermo touch del paddone Wii U, infatti, è possibile disegnare forme, righe e traiettorie che impattano direttamente su quanto succede nel gioco. La carica dei 101 superomini, infatti, agisce  come un unico squadrone di Pikmin pronti a seguire le direttive del tirannico dito del giocatore: ecco allora che, al disegno di una serpentina, i piccoli eroi formano una frusta umana in grado di sferzare i nemici e romperne le armature; una L sbilenca è invece il segnale per farli diventare una pistola e rendere l’armata più letale dalla distanza e così via, tra ponti, spade e altre amenità coloratissime.

The Wonferful 101 è un po’ il classico gioco che a vederlo non ci capisci un cazzo ma, pad alla mano, è un’epifania continua

Il tutto coadiuvato da un ritmo, una frenesia e un sistema di punteggio che nulla hanno da invidiare al celeberrimo Bayonetta che, da lì a poco, sarebbe diventato col secondo episodio un “franchise” Nintendo.

L’estrema varietà di situazioni, il numero impressionante di segreti e sbloccabili disseminati nel gioco e il tecnicismo sempre elevato degli scontri furono per me motivo di vero amore. Ancora oggi, a Wii U ormai archiviato e venduto per un fiammante Switch, The Wonderful 101 è l’unico gioco di quella console di cui sento la mancanza.

Tra eroi principali e una marea di secondari, Kamiya e soci hanno davvero lasciato spazio alla più fervida immaginazione.

Ecco, tra un port e un remaster, forse, ci vorrebbe proprio una riproposizione di The Wonderful 101 su Switch. Tanto ce l’hanno già fatta con Okami, non vedo impedimenti. Se non le misere copie vendute del solito, inutile ma bellissimo capolavoro di Kamiya-san.

Questo articolo fa parte della Cover Story dedicata a Devil May Cry e alle pizze in faccia alla giapponese, che potete trovare riassunta a questo indirizzo.