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Gli sparatutto in prima persona dimenticati della generazione 32 bit

L’indimenticata e indimenticabile generazione delle console a 32 bit, nello specifico Saturn e PlayStation, vedeva, quasi a cadenza mensile, insieme ad altri generi forti dell’epoca come picchiaduro e giochi di corse, almeno il lancio di un nuovo sparatutto in prima persona sul mercato. Era davvero raro, ogni qualvolta che ci si recava in edicola ad acquistare una delle riviste di settore, aprire la pubblicazione e non trovare almeno una o più recensioni di un nuovo titolo appartenente al genere, che cercava di ritagliarsi un posto al sole se non, addirittura, di sfidare capisaldi quali Doom, Quake e Duke Nukem 3D.

Buona parte di questi titoli, però, non ha mai sfondato sul mercato, accontentandosi, nel migliore dei casi, di avere solo il proverbiale quarto d’ora di celebrità prima di finire per sempre nel dimenticatoio. Per la Cover Story sparacchina, sono andato a rispolverare alcuni di questi titoli, fra piccole perle passate inosservate e monnezza della peggior specie.

Imbracciate le vostre armi (digitali, s’intende), caricate le munizioni e state pronti a fare fuoco!

Alien Trilogy

Come suggerisce il titolo, Alien Trilogy è un tie-in dedicato alle prime tre pellicole della celebre saga di fantascienza, che vedeva il giocatore intento nell’affrontare mostruosità spaziali equipaggiato con armi potentissime. Grazie a un ottimo comparto sonoro, aree vaste e missioni variegate, il titolo Acclaim si guadagnò all’epoca recensioni estremamente favorevoli, posizionandosi forse giusto un gradino sotto ai grandi classici del genere.

Congo the Movie: The Lost City of Zinj 

Il film Congo non l’ho mai visto, e se l’ho visto devo essermene completamente dimenticato. Comunque, quasi contemporaneamente al film del 1996, venne lanciato sul mercato il tie-in dedicato, che vedeva uno dei protagonisti del film avventurarsi per la giungla alla ricerca di un misterioso diamante, affrontando gorilla, serpenti, ragni e addirittura dei golem di pietra. Congo the Movie: The Lost City of Zinj si rivelò un banalissimo clone di Doom, monotono e privo di mordente, titolo che poteva forse interessare a chi aveva visto e apprezzato il film.

Crime Crackers 1 & 2

Crime Crackers fu uno dei titoli di lancio di PlayStation in Giappone, ma sarà solo uno dei primi titoli per la console Sony a rimanere confinati nella terra del Sol Levante. Il titolo sviluppato da Media Vision era di base il classico sparatutto in prima persona con elementi tipici dei giochi di ruolo. Nonostante il mix di generi fosse alquanto originale, l’esperimento non andò benissimo, in quanto Crime Crackers si rivelò un titolo confusionario e scarsamente coinvolgente, almeno secondo le recensioni delle testate nipponiche. Qualche anno dopo uscì il seguito, Crime Crackers 2, con formula invariata e qualche feature in più.

Defcon 5

Uscito nel 1995, Defcon 5 è uno sparatutto con elementi strategici che cercava di essere qualcosa di più del semplice clone di Doom. Purtroppo, proprio l’introduzione di elementi innovativi rese il titolo lento e confusionario in determinate fasi, e tutto ciò rese il gioco scarsamente attraente nei confronti del grande pubblico.

Disruptor

Disruptor è il classico esempio di compitino ben fatto al quale manca quel qualcosa che lo possa far elevare sopra la media. Ambientato in una base spaziale, il giocatore doveva eliminare alieni, robot e altre amenità con un vasto arsenale di armi. Ogni missione era preceduta da un filmato in Full Motion Video di buona qualità, e l’azione era coinvolgente e frenetica. Una buona alternativa ai classici del genere. 

Exhumed

Anche in questo caso, si tratta senz’altro di un titolo che avrebbe meritato maggior fortuna. Exhumed vedeva il giocatore nei panni di un intrepido esploratore impegnato nella ricerca di sei misteriosi artefatti in Egitto. I livelli, ampi e ricchi di dettagli, vedono il giocatore intento ad affrontare ragni, falchi, mummie e creature mitologiche. Da sottolineare anche un comparto tecnico sopra la media rispetto ad altri titoli del genere usciti in quel periodo.

Forsaken

Pubblicato nel 1998, prima su PlayStation e poi su Nintendo 64, Forsaken venne elogiato nelle recensioni per la qualità degli ambienti tridimensionali e gli effetti di luce in tempo reale, tuttavia la scarsa originalità e l’assenza di innovazioni impedirono al titolo sviluppato da Probe Entertainment di emergere dalla massa. Un buon gioco, ma nulla di più.

Kileak The Blood 1&2

Kileak The Blood e relativo seguito sono perfetti esempi di quanto all’epoca – in questo caso parliamo del 1995/1996 – una buona realizzazione tecniche e filmati in full motion video di buona fattura permettessero a titoli mediocri e poco interessanti di vendere comunque bene. I due titoli, sviluppati da Genki, permettevano al giocatore di guidare un robot all’interno di basi ultra tecnologiche, peccato che la maggior parte dei livelli fossero noiosi e poco ispirati.

Krazy Ivan

In Krazy Ivan, siamo chiamati a impersonare Ivan Popovich, soldato russo che deve difendere la terra da un’orda di invasori alieni. Anche in questo caso, nonostante un comparto tecnico di tutto rispetto, difetti pesanti quali livelli tutti uguali, scarsa longevità e difficoltà livellata verso il basso relegarono il titolo Psygnosis fra le produzioni assolutamente dimenticabili.

Metal Jacket

In Metal Jacket, il giocatore si trova a controllare nientemeno che un mech. Peccato che un’idea così esaltante sia stata implementata in un gioco tecnicamente mediocre, con poche e ripetitive missioni, effetti sonori ed esplosioni pessimi e controlli estremamente imprecisi.

Po’ed

In Po’ed il giocatore è chiamato a controllare un cuoco che deve fuggire da una base aliena, utilizzando armi non convenzionali come una padella e un trapano, oltre che un jet pack per raggiungere aree altrimenti inaccessibili. Per il resto, il solito clone di Doom e compagnia.

South Park

Con grande stupore, ho scoperto che il primo tie-in basato sulla celebre serie animata è uno sparatutto in prima persona. Cartman e soci si ritrovano costretti a difendere la loro cittadina da alieni, robot, giocattoli assassini e chi più ne ha più ne metta. Divertente all’inizio ma presto ripetitivo, oltre ad essere tecnicamente mediocre.

Tenka

Ambientato nel futuro, il protagonista si batte contro una multinazionale intenta a fare esperimenti sugli esseri umani. Anche in questo caso, come per altri titoli del genere, ad un ottimo comparto tecnico fa da contraltare l’assenza d’innovazione ed elementi originali.

Tunnel B1

Titolo estremamente impegnativo e ad alto tasso di sfida. Tunnel B1 costringeva il giocatore a girovagare, come suggerisce il titolo, per una serie di tunnel uno più claustrofobico dell’altro, affrontando una mole di nemici che richiedeva spesso e volentieri una buona strategia per uscirne vincitori.