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Novembre 2009: Grandi e piccole saghe fioriscono | Old!

Old! è esattamente quella stessa rubrica che da vent'anni vedete apparire su tonnellate di riviste o siti di videogiochi. Quella in cui si dice "cosa accadeva, nel mondo dei videogiochi, [inserire a piacere] anni fa?" Esatto, come su Retro Gamer. La facciamo anche noi, grazie a Wikipedia, pescando in giro un po' a caso, perché siamo vecchi nostalgici, perché è comoda per coprire il sabato e perché sì. Ogni settimana, anni Settanta, Ottanta, Novanta e Zero, o come si chiamano. A volte saremo brevissimi, a volte saremo lunghissimi, ogni singola volta si tratterà di una cosa fatta senza impegno, per divertirci assieme a chi legge, e anzi ci piacerebbe se le maestrine in ascolto venissero a dirci "oh, avete dimenticato [inserire a piacere]".

Il 3 novembre 2009, Electronic Arts lancia sul mercato Dragon Age: Origins, proposto come erede spirituale di Baldur's Gate e probabilmente ultimo tentativo targato BioWare di proporre un GdR vecchio stile. Il gioco viene accolto con grande favore da critica e pubblico e genera una serie che nei seguiti si distaccherà con prepotenza dalle sue origini "nostalgiche".

Tre giorni dopo, arriva sulle PlayStation 3 europee Ratchet & Clank: A spasso nel tempo, terzo episodio della cosiddetta "Future Saga", che sostanzialmente racchiude i capitoli di Ratchet & Clank usciti su PlayStation 3. Il gioco recupera svariate meccaniche della serie ma introduce anche una novità significativa nella possibilità di viaggiare liberamente fra i pianeti, affrontando combattimenti, esplorando lune e inseguendo missioni facoltative. Criticato da alcuni per le scarse innovazioni ma accolto da altri come il migliore della saga, A spasso nel tempo si conferma un successo e lascia le porte aperte per un altro seguito, che arriverà immancabile.

Altri quattro giorni e arriva Call of Duty: Modern Warfare 2, ultimo episodio della serie a poter vantare una partecipazione di Jason West e Vince Zampella, cofondatori dello studio Infinity Ward, fuggiti in realtà qualche mese prima dell'uscita per andare a fondare Respawn Entertainment. Il gioco arriva due anni dopo il Modern Warfare originale, con World at War a separarli, e viene accolto con entusiasmo, anche se iniziano a fiorire in maniera significativa le critiche al single player, che diventeranno poi una costante per la serie.

Il 17 novembre 2009 tocca ad Assassin’s Creed II, che sposta l’ambientazione storica in Italia e prova in tutti i modi ad affrontare le critiche rivolte al primo episodio, introducendo una mezza valanga di novità sul piano del gameplay. Accolto con entusiasmo, seppur al netto delle critiche per i problemi della versione PC, il gioco lancia definitivamente la serie e, tra l’altro, genererà due seguiti diretti basati sulla stessa epoca storica.

Lo stesso giorno segna la figura di merda da parte di tutti quelli che avevano promesso di boicottare Left 4 Dead 2 ed erano online a giocarci in pieno day 1. Il seguito targato Valve ed Electronic Arts recupera il concept meraviglioso della prima uscita e lo potenzia con una serie di trovate azzeccatissime, ponendosi in perfetto equilibrio fra il “Non se ne sentiva il bisogno”, il “Beh, però è veramente una ficata”, il “Oh, doveva semplicemente essere questo il primo episodio” e il “OK, ma certe cose le han fatte grazie all’esperienza maturata col primo.” Se lo chiedete a me, è una ficata e basta. La serie si conclude qui ma l’eredità del gioco rimane in diverse produzioni successive.

Il 17 novembre 2009 tocca a Resident Evil: The Darkside Chronicles, ennesimo tentativo da parte di Capcom di sfruttare il suo brand non morto con spin-off di vario tipo. In questo caso, si tratta del secondo sparatutto in stile pistola ottica per Wii, dopo The Umbrella Chronicles, che qui offre un’avventura intrecciata con gli eventi di Resident Evil 2 e Code Veronica. Io me lo ricordo più che altro perché nel 2008 intervistai gli sviluppatori al Tokyo Game Show e in un lapsus clamoroso gli dissi più di una volta che MadWorld era un gioco di Capcom. Gli si leggeva negli occhi il disappunto.

Passano altri tre giorni e arriva dalle nostre parti New Super Mario Bros. Wii, seconda incarnazione della serie nata tre anni prima su Nintendo DS. Al di là di qualche elemento di gioco dedicato all’utilizzo del motion control, la novità principale è costituita dal multiplayer competitivo, con Luigi e due Toad come personaggi aggiuntivi. Oltre alla sperimentazione sul fronte multigiocatore, si concretizza qua anche il lavoro sul provare ad ampliare il target, manipolando la difficoltà in tutte le direzioni e introducendo aiuti d’ogni tipo. Il gioco venderà milionate di copie e la serie andrà avanti (troppo) a lungo. Io ne ho un bel ricordo, tutto sommato.

Il 27 novembre 2009 arriva dalle nostre parti Mighty Flip Champs! per Nintendo DSi, puzzle/platform sviluppato da WayForward Technologies e distribuito in esclusiva sulla piattaforma digitale DS. Il gioco riscuote un buon successo e ne nasce una specie di serie, che vedrà l’uscita di Mighty Milky Way sempre su DSi e di due Mighty Switch Force! su Nintendo 3DS.

Infine, lo stesso giorno vede l’arrivo sui Wii europei di Muramasa: The Demon Blade, splendido gioco d’azione targato Vanillaware uscito parecchi mesi prima in Giappone. Caratterizzato da un bel sistema di combattimento, una progressione azzeccata e un’estetica fuori dal mondo, Muramasa viene un po’ criticato per il backtracking e la scarsa varietà sulla lunga distanza, ma l’accoglienza è complessivamente molto positiva e diventerà un gioco di culto, tra l’altro riproposto anni dopo su PlayStation Vita. Anche di questo ho un bel ricordo.