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Mai far incazzare la scimmia sbagliata: The War - Il Pianeta delle Scimmie

Ah, che bellezza il reboot del Pianeta delle Scimmie. Una serie cinematografica che, almeno in questa sua incarnazione, riesce ad affinarsi di episodio in episodio, coniugando vigorose mazzate scimmiesche a un’apertura ad un pubblico così ampio che, ad ogni uscita di questo nuovo Pianeta delle Scimmie, il botteghino registra sempre maggiori incassi rispetto al precedente. Anche The War - Il Pianeta delle Scimmie sta andando molto bene, riuscendo, almeno per ora, a battere nettamente quel piccolo gioiellino che è Spider-Man: Homecoming. Ma ridurre questo War (e anche i suoi episodi precedenti) ad un semplice fenomeno sbanca-Hollywood sarebbe però sbagliato. Questo perché, come accennato in apertura, tutto il reboot è ben girato, sia l’episodio di Wyatt che quello di Reeves. Quest’ultimo è stato confermato anche alla direzione di War, che prosegue gli eventi narrati nel precedente Apes Revolution.

È passato un po’ di tempo dalla conclusione del precedente episodio, che si chiuse con Dreyfus, leader dei sopravvissuti, che contattò l’esercito americano, sancendo di fatto l’inizio di quella che sarebbe poi diventata una vera e propria guerra contro le scimmie. War inizia così seguendo questo scenario e, dopo una manciata di righe di testo utili a rinfrescare la memoria sugli eventi avvenuti in passato, ci butta subito nella mischia, con una battaglia spettacolare fra primati e soldati, i quali hanno ovviamente la peggio. Durante la scena successiva, ritroviamo Cesare, ancora a capo della tribù, le cui frasi avranno la principale funzioni di darci le linee guida su cui narrativamente viaggiamo: c’è stato un pre, corrispondente alla disfida fra Koba, scimmia ammutinatasi, e Cesare, che ha visto quest’ultimo uccidere l’altro (la figura di Koba, tra l’altro, ritornerà più volte durante le oltre due ore di durata del film); ma c’è anche un post, con le scimmie che, ormai stanche dalla logorante guerra contro i soldati, si apprestano a cambiare habitat, spostandosi in direzione di un nuovo paradiso terrestre dove vivere in pace. Cesare lo ribadisce a più riprese, sia con le parole che con i gesti di cui questa pellicola è pregna: lui contro gli umani non ha nulla, si difende e basta.

Mai far incazzare una scimmia munita di fucile a pompa.

Purtroppo, come facilmente intuibile, qualcosa va storto e War muta pelle, pescando dai road movie e dai revenge movie. Questo vuol dire essenzialmente due cose: nuovi coprotagonisti e, soprattutto, un grande cattivo. Che nel nostro caso è il fantastico Woody Harlesson, che interpreta alla perfezione uno dei più classici colonnelli bramosi di sangue. Sia chiaro, però, che Reeves riesce a dosare benissimo ogni aspetto per tutta la durata del film che, va da sé, è diretto benissimo, con una regia solida e pronta ad incidere con decisione ogni qual volta la situazione si fa palpitante. Forse un po’ troppo.

Non vale solo per certe scene (che delle volte stanno quasi a lì a strizzare l’occhio incessantemente allo spettatore, quasi a dire “Oh, vedi che adesso ti mettiamo un paio di slowmotion di preparazione, perché fra un po’ ci sarà una scena drammatica, così ci arrivi bello preparato”), ma anche per com’è impacchettato in generale questo War – seppure sia, questo, un difetto ereditato anche dai due precedenti episodi – e cioè come un prodotto che, nel bene e nel male, si propone ad una fetta di pubblico amplissima, com’è del resto nella sua natura da blockbuster.

Sì, quella accanto a Woody Harlesson è una scimmia, e la cosa ha un suo ovvio perché.

Quindi sì, anche se con meno incidenza rispetto a Dawn, War presenta un buon numero di personaggi la cui stereotipicità è comunque ben nascosta dal pelo di scimmia che c’ha sopra. Addirittura, dalla seconda metà è presente un’allegoria che definire didascalica sarebbe riduttivo. Però, oh, ci può stare, soprattutto perché a tanti non dà assolutamente fastidio. Poco male, considerando che questo War è, a prescindere da tutto, un gran bel film adatto a tutti; ecumenico nonostante le sue botte scimmiesche, ecco.

Ho visto The War - Il Pianeta delle Scimmie durante un pomeriggio fantastico, col clima caldo al punto giusto e zero pensieri per la testa. Il momento esatto per rintanarsi al cinema, insomma. Peccato, al solito, per il doppiaggio; ridotto al minimo, dato che le scimmie comunicano a gesti e male che vada bofonchiano qualche parola. Però sento che questo Woody Harrelsonin italiano mi abbia tolto qualcosa, devo ammetterlo.