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Assassin's Creed Origins torna indietro per poter andare avanti

Nel 2016 non è uscito nessun Assassin's Creed, una roba che fa quasi notizia, visto che nei precedenti otto anni, tra capitoli principali e spin-off per console portatili, sono usciti almeno dodici titoli (senza contare romanzi, fumetti, iterazioni online... ). Certo. si è fatto un gran parlare del film, arrivato a inizio 2017, ma per parecchio un franchise così grosso e così rumoroso ha avuto un momento di grande silenzio. Ubisoft prometteva grandi sorprese, c'è chi diceva che l'unica via dopo la fase calante della serie fosse il reboot, coi fan duri e puri pronti a insorgere in quest'ultimo caso. La via di mezzo è stata la soluzione sul da farsi, ed ecco arrivare nei negozi Assassin's Creed Origins, che a suo modo continua la storia della saga, fornendo però le basi per chiunque vi si avvicini per la prima volta.

Il gioco è difatti ambientato nel 49 A.C. nell'Egitto di Tolomeo, di Cleopatra e di Cesare, e ci mette nei panni di Bayek, un medjay (le guardie del corpo degli antichi faraoni, che nel presente di Origins stanno via via scomparendo, ridotte a “normali” protettori del popolo). Una perdita importante (vi evito gli spoiler) porterà quest'ultimo a voler eliminare uno a uno i membri dell'Ordine Antico, setta devota agli Dei più cattivi del pantheon egizio e che cerca di scoprire di più sui segreti del passato del nostro pianeta, che coinvolgono Coloro Che Vennero Prima, la potente civiltà che da anni si è scoperta come origine di tutte le civiltà nella saga di Assassin's Creed. Solo che in Origins la Setta degli Assassini non esiste ancora e il gioco vuole dirci che è qui che scopriremo la sua origine, appunto, ma preferisco non dirvi altro.

Quindi si torna indietro per andare avanti: torna l'Animus, tornano le sezioni nel presente che si intervallano a quelle (ovviamente ben più corpose) nel passato, con le prime che danno al giocatore file su file da leggere, che sono di fatto un gigantesco riassunto di tutta la lore della saga, e qui sta la genialata. Costituiscono infatti un ottimo ripasso per i fan hardcore e diventano un bignami, anzi, una raccolta di “dicerie e indizi raccolti” - così li chiama la protagonista del presente, Layla - per i neofiti.

Il gioco, meglio che lo dica subito, piaccia o non piaccia, è di fatto “il solito” Assassin's Creed, nonostante possa sembrare il più diverso della saga (e per certi versi lo sia). Lo scheletro di fondo è sempre quello e difficilmente, se l'avete sempre odiato, la amerete. In quel caso, la recensione potrebbe concludersi qui: lasciatelo sullo scaffale. Per chi ama la serie da sempre, idem, andate sicuri: potrete amare o odiare certi cambiamenti tanto quanto potreste aver odiato/amato le sezioni navali che occupavano più della metà di Assassin's Creed IV: Black Flag o il cambiamento da città a natura selvaggia di Assassin's Creed III, ma a grandi linee troverete tutto quello che la saga vi ha regalato negli anni. E, anzi, ne troverete in quantità superiore al solito, con un'atmosfera più misteriosa che si affaccia sugli inizi della serie, prima che le ambientazioni progredissero seguendo il corso della storia, guadagnando “illuminazione” scientifica e perdendo quell'aura di magia medioevale del primissimo Assassin's Creed o la voglia di scoperta rinascimentale della saga di Ezio Auditore. Per questi motivi, il gioco è pressoché perfetto per chi sta in mezzo: i curiosi della prima ora, quelli che hanno sempre desiderato provare a giocarci, a questi benedetti giochi, ma per un motivo o per l'altro hanno sempre gettato la spugna. E va benissimo anche per quelli che vorrebbero avvicinarsi alla serie ma di certo non hanno centinaia di ore da dedicare a tutti i capitoli precedenti per portarsi in pari.

Va comunque detto che Assassin's Creed Origins, pur restando inquadrato nello schema classico della serie, intraprende anche strade nuove, sia sul fronte dell'avanzamento della trama principale che su quello del sistema di combattimento. Il gioco è diventato un GdR all'acqua di rose, dopo i primi tentativi fatti con i precedenti capitoli, che prevedevano il potenziamento delle varie parti di equipaggiamento. A ciò si aggiunge anche un sistema di esperienza lineare (ogni missione o uccisione dona punti esperienza), che fa progredire di livello Bayek: ad ogni livello guadagnato corrisponde un aumento di energia e resistenza. Si ottengono anche punti abilità, che vanno distribuiti nel più classico dei diagrammi ad albero, il quale presenta diverse possibilità di apprendimento, da nuove mosse alla capacità di usare armi e equipaggiamenti più potenti.

Il gioco abbandona inoltre la divisione in sequenze mnemoniche, che scandivano la progressione in capitoli ben precisi, preferendo qui una linearità più diretta ma non rinunciando a piccole diramazioni (in qualche occasione abbiamo la possibilità di scegliere chi uccidere per primo). Ogni missione principale, così come le secondarie, è contrassegnata da un preciso livello, che consiglia al giocatore quando sarebbe d'uopo affrontarla, ma il livello è solo indicativo e teoricamente è possibile affrontare tutto il gioco senza curarsene, pagando dazio con un aumento della difficoltà. Seguendo invece i livelli in modo naturale e ordinario, si alternano missioni secondarie e principali, che portano il protagonista ad esplorare la mappa di gioco pian piano. Anche le zone che dividono l'Egitto hanno dei livelli di difficoltà in base ai nemici che le popolano e si possono visitare nell'ordine che si preferisce oppure seguendo l'ordine che il gioco consiglia, evitando così un senso di spaesamento.

C'è un sacco da fare, in Assassin's Creed Origins, tra cacciare animali selvaggi, esplorare le tombe e saccheggiare gli avamposti dei soldati romani che infestano l'Egitto. Non mancano infatti gli scrigni da depredare, anche se non sono in quantitativi folli come era successo per i precedenti due episodi. Ubisoft stessa ha confermato di aver preferito non esagerare nel riempire la mappa di gioco (che è comunque così grossa che la roba da fare si spreca, quasi, ma la divisione in regioni è perfetta per completare tutto piano piano e con ordine). Ci sono anche minigiochi come le gare con le bighe o i combattimenti nell'arena e qui arriva l'altro dei cambiamenti, ovvero il sistema di combattimento. Il gioco abbandona del tutto la formula che aveva preso elementi di contrattacco dalla serie Batman: Arkham e stavolta punta a un combat syle che fa l'occhiolino a Dark Souls: è possibile fissare un target sul nemico che si ha di fronte e si possono sferrare colpi leggeri o pesanti, che diventano attacchi caricati tenendo premuto il tasto di attacco (il dorsale destro inferiore). Inoltre, c'è un sistema di parata (dorsale superiore sinistro) e di schivata/rotolata. I nemici, inoltre, attaccano finalmente tutti insieme.

Il personaggio di Bayek puo' scalare qualsiasi cosa, dalle rocce agli alberi, e anche qualsiasi parete che presenti la pur minima sporgenza, annullando di fatto quasi qualsiasi punto cieco; questo nasce chiaramente dalla conformazione del territorio, che presenta vaste zone rocciose e non solo uno scenario urbano. Si passa inoltre parecchio tempo a cavallo (o su un cammello!) e meno tempo a fare parkour, un elemento da tenere presente per chi amava da matti questo sistema di esplorazione, che comunque è presente. Ultimo ma non ultimo, sparisce l'Occhio dell'Aquila, la speciale vista dei membri della Setta degli Assassini che permetteva di vedere tutto ciò che ci circonda (e anche di più) e viene sostituito da un'aquila vera e propria, Senu, amica del protagonista, controllabile a piacimento in qualsiasi momento (ad eccezione delle fasi di allarme) per sorvolare la zona e segnare nemici, tesori, punti particolari, così come era possibile fare con il drone volante in Watch Dogs 2.

Assassin's Creed Origins, a conti fatti, è davvero il capitolo che innova di più nella saga, cambiandone le ossa ma lasciando comunque la sensazione di essere a casa. È bello da vedere, interessante da giocare (va detto che la trama non decolla subito e che spesso la recitazione dei personaggi è un po' pupazzosa, ma alcune sequenze particolari lasciano comunque senza fiato) e ha un fascino arcano e arcaico, come la serie non possedeva da parecchio.

Se non vi spaventa immergervi in un mondo vastissimo (ma ottimamente diviso e per niente caotico) come quello egiziano, è il gioco che fa per voi. Forse tocca perdonargli qualche imprecisione (i combattimenti, in particolare, perdono velocemente ogni tecnicismo, finendo con il risolversi in un banale button mashing quando si è molto più forti di chi ci si trova davanti) ma il tentativo di provare nuove strade è meritevole di qualche lode.

L'origine degli assassini è anche la rinascita della serie, che porta a casa un ottimo risultato. Non un capolavoro in senso assoluto, ma senz'altro uno fra i migliori episodi della serie.

Ho giocato ad Assassin's Creed Origins su PlayStation 4 grazie a una copia fisica del gioco fornitami direttamente da Ubisoft Italia, totalizzando una quarantina di ore e provando tutte le diverse tipologie di minigiochi o sessioni che il gioco aveva da offrire, con la mappa esplorata intorno al 60%. Torno subito a ripulire l'Egitto: puntando al completismo le ore possono tranquillamente raddoppiare. Assassin's Creed Origins è disponibile anche su PC e Xbox One. Come al solito, se lo acquistate su Amazon passando dai nostri link, ci fate ricevere un piccola percentuale di quanto spendete, senza sovrapprezzi per voi. Potete farlo su Amazon Italia a questo indirizzo qui o su Amazon UK a quest'altro indirizzo qua.