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Nostalgia a 20 facce

Essere un giocatore di Dungeons & Dragons (o di qualsiasi altro GdR) è un’esperienza generalmente piuttosto particolare. Di fatto, si diventa parte di un sottogruppo di individui che sanno parlare un linguaggio quasi completamente incomprensibile per chi non è un adepto. Thac0, AC, AOO e molti altri termini esoterici vengono normalmente utilizzati mentre si tirano dadi dalle forme strane, a otto, dodici, venti facce. Vi è mai capitato di calpestare un dado a quattro facce? I mattoncini LEGO non sono niente, a confronto.

Ci si potrebbe chiedere quale sia il fascino di stare attorno a un tavolo a raccontarsi storie seguendo delle regole prestabilite, ogni tanto prendendo “appunti” su delle schede piene di numeri e valori. In realtà… è una fra le cose più belle ed emozionanti che possano esistere ed è anche ciò che vi è dietro tutti i vari Final Fantasy, Skyrim e Fallout che hanno avuto successo in questi anni.

Possiamo indicare la nascita di questi giochi in un periodo antecedente al 1974, data di pubblicazione del primo manuale di Dungeons & Dragons. Si tratta in realtà di una nascita arbitraria, dato che ci sono tentativi precedenti di scrivere manuali (Chainmail è del 1971), e si può interpretare la cosa in senso lato e pensare a “guardie e ladri” e derivati come giochi di ruolo. Inoltre, andando indietro nel tempo di parecchio, vediamo che nell’antica Cina capitava che le persone si divertissero interpretando il ruolo di personaggi del passato, parlando e agendo come loro.

Quale è però il fascino di una partita a un gioco di ruolo, perché dedicarvisi, invece di guardare, per dire, un’opera teatrale? Il punto, al di la del fatto che non si sta guardando ma si è attori in prima persona, è che non vi è davvero un copione e si può agire liberamente, improvvisando, sviluppando un carattere che permette, tecnicamente, di essere una persona diversa, in un tempo diverso, in un mondo diverso. Inoltre, dettaglio non secondario, il tutto si basa sul più potente motore grafico mai creato: la propria immaginazione.

I giocatori di ruolo hanno attraversato numerosi periodi di successo e “crisi”, andando dal far parte integrante della cultura popolare ad esser vittime di crociate stigmatizzanti, che vedevano i giochi di ruolo come qualcosa di satanico, che avrebbe corrotto le anime dei bambini (ma quali bambini! Ci si gioca pure a cinquant'anni e più, a Dungeons & Dragons!). Vi è stato anche un periodo in cui i giochi di ruolo usciti su computer erano in buona parte basati su quel sistema e si va da capolavori davvero antichi come Champions of Krynn a titoli relativamente molto più recenti, quali Neverwinter Nights 2. Il successo era tale che due fra i picchiaduro a scorrimento meglio riusciti della storia sono proprio basati su Dungeons & Dragons: sto parlando di Tower of Doom e Shadows Over Mystara.

È per questi motivi che non ci si deve stupire di vedere rimandi a Dungeons & Dragons in serie come Stranger Things: negli anni Ottanta e Novanta, si trattava di un fenomeno, se non capillare, quantomeno estremamente diffuso. Chi lo ha vissuto si ricorderà certamente di essere andato in negozi specializzati e aver magari trovato un tabellone sulla parete in cui si cercavano gruppi o si organizzavano partite.

Vi è stato un declino negli ultimi anni? Forse. Ma andare a caccia di sotterranei e dragoni (e molto altro) è un passatempo che sta tornando ad appassionare un gran numero di persone, anche grazie al fatto che nomi decisamente importanti di Hollywood come Vin Diesel (ma anche The Rock, parrebbe!) hanno professato il loro amore per questo passatempo. È cambiata sicuramente l’epoca e sono cambiati i mezzi, forse è più difficile entrare in un negozio di fumetti e manuali e vedere una stanza sul retro arredata con pannelli da Dungeon Master e dadi, ma ci sono risorse per permettere di collegare giocatori lontani e far continuare a vivere quello che ritengo uno dei migliori modi esistenti per passare il tempo. Uno su tutti? OpenRPG.

Vin Diesel gioca a Dungeons & Dragons usando il personaggio interpretato in The Last Witch Hunter - L'ultimo cacciatore di streghe.

Questo articolo fa parte della Cover Story "Stranger Things e gli anni Ottanta", che trovate riepilogata a questo indirizzo. Se l'argomento vi interessa, potete leggere un approfondimento sul rapporto fra Stranger Things e Dungeons & Dragons a quest'altro indirizzo.