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L'importanza del Karma

Tanti tanti anni fa, quando i videogiochi venivano creati da un ristrettissimo gruppo di amici, o addirittura da una persona sola, negli anni d'oro degli 8 bit non era stano imbattersi in concept bislacchi o assurdi. Un fulgido esempio di questo tipo di produzioni è sicuramente Revenge of the mutant camels di Jeff Minter e soci, che nel 1984 rivedeva gli sparatutto orizzontali inserendo al posto della solita navicella super armata un cammello viola gigante.

Questa follia creativa negli anni si è un po' persa, complice il mercato che si è orientato su prodotti più standard, e anche i costi delle produzioni che non permettevano sperimentazioni ardite. Negli ultimi anni, però, grazie al digital delivery, Steam, le piattaforme mobili e in generale a un mercato più recettivo a produzioni indipendenti, molti sviluppatori si sono cimentati con idee strambe, visivamente forti e soprattutto di ottima fattura.

Vedo cose allucinogene.

Karma. Incarnation 1  fa parte di questo filone di giochi, che riprendono meccaniche molto basilari e collaudate rendendole nuove e fresche grazie ad una produzione artistica e tecnica di prim'ordine.  Il gioco, infatti, se si vuole descriverlo con poche parole, è un'avventura grafica punta e clicca con una delle trame più abusate dai tempi dell'alba del videogioco: un cattivone rapisce la nostra amata e noi dobbiamo andare a salvarla. Detto così può sembrare un gioco di una banalità sconvolgente, ma d'altronde anche Inside dei Playdead si può definire un platform. È evidente che con questo tipo di giochi una semplice etichettatura non è sufficiente.

Quello che colpisce subito di Karma. Incarnation 1 è lo strepitoso lavoro artistico e di design portato avanti dai ragazzi moscoviti di AuraLab. La grafica del gioco, infatti, non solo è ispiratissima, ma è anche stata disegnata a mano e la cosa si vede eccome. Le animazioni, i colori psichedelici, il character design sono talmente fuori dai soliti canoni che colpiscono da subito. Altro aspetto che aiuta il giocatore ad immedesimarsi in questo mondo assurdo è il fatto che non c'è parlato, o testo. Tutte le azioni che possono essere compiute sono o facilmente comprensibili o evidenziate da fumetti molto simpatici. Ma a cosa mi riferisco, quando parlo di "mondo assurdo"? Vediamolo più nello specifico.

Il gioco, con una sequenza animata molto ispirata, ci racconta di un mondo popolato da luci, possiamo dire anime, brillanti e felici. Tra queste anime ci sono anche il nostro protagonista, Pip, e la sua amata, il cui idillio viene spezzato da una sorta di polipo divora mondi che non solo cattura il nostro amore, ma fa in modo di rubare anche tre manufatti necessari per fare sì che il nostro mondo non sia dominato dal chaos. Pip chiede aiuto a una sorta di entità, che gli spiega che per poter portare a termine il suo obiettivo deve incarnarsi in una animale fisico. Purtroppo per lui, invece di scegliere un drago o una bestia enorme e potente, la nostra animuccia viene sparata dentro una sorta di verme-botolo, che per poter avanzare nel tragitto ha necessità di risolvere enigmi, trasformarsi, interagire con esseri molto più grossi di lui.

Da qui in poi il gioco è sì un'avventura grafica, ma con quel quid che strappa più di un sorriso al giocatore. Il fatto che il gioco abbia la parola Karma nel titolo non è un caso. Pip, infatti, può anche, in alcuni frangenti, scegliere se fare azioni meritorie o meno nobili, e questo modifica in parte alcuni aspetti della trama e del suo percorso.

Ogni tanto, degli strambi fumetti ci suggeriscono cosa fare.

Oltre all'ottimo comparto visivo, AuraLab ha fatto un egregio lavoro anche con il sonoro, con una soundtrack ispiratissima, composta dal gruppo russo Zmeiraduga e una serie di suoni ed effetti molto azzeccati che accompagnano i dialoghi (sempre senza testo) e le esclamazioni dei vari esseri sparsi per il gioco.

I talloni d'Achille di Karma. Incarnation 1 sono principalmente due. Il primo è la qualità media di alcuni enigmi, alcuni troppo semplici, altri, soprattutto verso la fine, un po' cervellotici e poco intuitivi. Il secondo è la sua durata complessiva. Il gioco, infatti, si può finire in un paio d'ore. Vale l'acquisto per 9 euro? Il lavoro fatto da AuraLab è assolutamente di prim'ordine per quanto riguarda il lato audiovisivo, forse meno dal lato del gameplay nudo e crudo, ma ognuno può valutare se il gioco faccia per lui grazie alla demo scaricabile da Steam (e già il fatto che abbiano pubblicato una demo giocabile li rende meritevoli di attenzione).

Ho giocato a Karma. Incarnation 1 grazie a un codice Steam inviatomi dal publisher. Ho concluso l'avventura in poco più di due ore e probabilmente, essendo più svegli di me, lo si riesce a finire anche in meno. Non c'è alcun problema di localizzazione, in quanto il gioco non presenta alcuna scritta, ma funziona tutto tramite fumetti o icone facilmente comprensibili.È per altro un ottimo modo per farsi un viaggio allucinogeno senza calarsi un cartone di LSD.