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Sega Master System: Doppia libidine! | Librodrome

Sega Master System: Doppia libidine! | Librodrome

Attenzione, in questa rubrica si parla di cultura. Niente di strepitoso, o che ci farà mai vincere il Pulitzer, ma è meglio avvertire, perché sappiamo che siete persone impressionabili. E tratteremo anche dei libri. Sì, quelle cose che all’Ikea utilizzano per rendere più accattivanti le Billy. E anche le Expedit. Ma solo libri che hanno in qualche modo a che fare coi videogiochi eh! Per tutti gli altri, c’è quell’altra rubrica.

Sono abbastanza sicuro di aver raccontato questa cosa altrove, in altri articoli, in podcast, un po' dove è capitato, ma insomma, l'argomento del giorno la chiama. Tanto tempo fa, in una galassia lontana lontana, vidi in televisione la pubblicità del Sega Master System. Era una pubblicità probabilmente inglese, che mostrava un montaggio di vari giochi, un look tutto cupo e cool, e alla fine lanciava uno slogan (credo) in inglese che non mi ricordo assolutamente. La vidi una volta, mi rimase impressa e solo un anno dopo, se non di più, arrivarono quelli più in stile cinepanettone che ben ricorda chi si porta in spalla i miei anni. Nel frattempo, però, la mareggiata pubblicitaria del NES aveva invaso le reti televisive italiane, o perlomeno quelle che seguivo io, e quindi, a fine anno, convinsi mia madre all’investimento sul NES e ci recammo in una Giocheria per l’acquisto. Del resto, non so oggi, ma all’epoca Giocheria era abbastanza dominante, come “posto” in cui andare a recuperare tutto il recuperabile per bambini.

E cosa accadde? Accadde che un giovine commesso particolarmente entusiasta, magari sinceramente convinto, probabilmente spinto da un bonus legato alla necessità di eliminare fondi di magazzino, si lanciò in una serie di lodi sperticate per il Sega Master System, che era più potente, più ganzo, più bello, c’aveva la grafica più cazzuta e di qua e di là. Un po’ fu bravo lui, un po’ mi tornò in mente quello spot televisivo che tanto mi aveva affascinato, un po’ vai a sapere, fatto sta che lì ebbe inizio la mia storia d’amore con l’hardware Sega e Nintendo venne relegata allo status dell’amante con cui mi trovavo in albergo (a casa dell’amico che aveva il NES) e/o che avrei riscoperto all’ospizio (su eBay) tanti anni dopo. Non me ne pentii.

È passato un bel po’ di tempo, dall’ultima volta che mi sono messo qui a tessere le lodi di un visual compendium, e il motivo è semplice: SEGA Master System: a visual compendium c’ha avuto un po’ la sfiga addosso. La consegna era prevista per inizio anno ma, come da foto qua sopra, il magazzino che ospitava i libri è andato a fuoco e si è dovuto rifare tutto da capo. E quindi eccoci qua, a inizio estate, con stretto fra le mani il sesto volume (se non contiamo quello gigantesco dedicato al Neo Geo) della collana più sbrilluccicosa, sbavosa e adorabile fra le mille proposte emerse a tema “leggiamo di videogiochi” negli ultimi anni. La formula non è cambiata particolarmente e propone ancora una volta un libro che, come da titolo, punta tutto sulla potenza delle immagini. Sam Dyer ha curato una selezione eccellente, che deve purtroppo rinunciare a qualche nome grosso ma, forte anche della collaborazione ufficiale con Sega, propone tantissimi contributi sfiziosi, interviste di pregio e una rassegna di immagini da leccarsi i baffi, che solletica l’animo nostalgico e proietta con forza in quei magici anni a base di dita unte, cartucce plasticose, design tutto squadrato e io che facevo la cresta sui soldi per la mensa a scuola al fine di comprarne una in più.

Nelle quattrocento pagine abbondanti del tomo, si trova quindi una lunghissima rassegna di giochi, proposti in doppie pagine ad alto tasso di pixel, accompagnati da testi brevi ma (quasi sempre) ficcanti. Viene però anche dato il giusto spazio a una galleria di copertine e a testi di approfondimento, che esplorano diversi aspetti interessanti di quella macchina, fra i mitici SegaScope 3D Glasses e l’incredibile e bizzarro successo che ancora oggi riscuote in Brasile. Poi, come detto, non mancano le interviste, che alternano pezzi da novanta come Mark Cerny e Rieko Kodama a nomi magari meno noti ma non meno significativi come Mutsuhiro Fuji e Takashi Shoji. Infine, primizia esclusiva per questo volume, in omaggio proprio agli occhiali per il 3D citati prima, una manciata di doppie pagine è proposta in formato tridimensionale, con tanto di occhiali allegati, dalle lenti rosse e blu e dal design assolutamente segamastersystemoso. La qualità del tutto è come sempre quasi impeccabile e il volume rimane imperdibile per chi ama questo tipo di operazioni e per chi ha amato la macchina in oggetto. E anche per qualcun altro, probabilmente.

Chiudo con due annotazioni a margine. La prima: occhio perché, col caldo dei giorni scorsi, mi si è un po’ scollata la copertina. Fate attenzione, se non volete che vi rimanga in mano. La seconda: il prossimo visual compendium non sarà dedicato, come sarebbe magari lecito attendersi, al Sega Mega Drive. Quello, magari, sarà il successivo. Il settimo volume, pensa te, non passerà da Kickstarter per questioni di licenze e verrà messo direttamente in vendita, con prenotazioni a partire da novembre. Il tema? Beh…

Io ho ricevuto il libro perché, come al solito, ho versato l’obolo su Kickstarter ma SEGA Master System: a visual compendium è disponibile per l’acquisto tramite il sito ufficiale dell'editore.

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