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Giugno 2000: Un mese carico da far schifo | Old!

Giugno 2000: Un mese carico da far schifo | Old!

Old! è esattamente quella stessa rubrica che da vent'anni vedete apparire su tonnellate di riviste o siti di videogiochi. Quella in cui si dice "cosa accadeva, nel mondo dei videogiochi, [inserire a piacere] anni fa?" Esatto, come su Retro Gamer. La facciamo anche noi, grazie a Wikipedia, pescando in giro un po' a caso, perché siamo vecchi nostalgici, perché è comoda per coprire il sabato e perché sì. Ogni settimana, anni Settanta, Ottanta, Novanta e Zero, o come si chiamano. A volte saremo brevissimi, a volte saremo lunghissimi, ogni singola volta si tratterà di una cosa fatta senza impegno, per divertirci assieme a chi legge, e anzi ci piacerebbe se le maestrine in ascolto venissero a dirci "oh, avete dimenticato [inserire a piacere]".

Il 9 giugno del 2000, i Dreamcast europei accolgono Zombie Revenge, conversione di un picchiaduro a scorrimento da sala dell'anno precedente in cui i nostri cazzotti vengono ricevuti da morti viventi e mostri assortiti. Il gioco, fra l'altro, è uno spin-off della serie di The House of the Dead, da cui recupera ambientazione e vari elementi narrativi. Non verrà accolto particolarmente bene, un po' per limiti suoi, un po' perché appartiene a un genere che in quel momento storico non sa davvero che pesci pigliare.

Lo stesso giorno vede l’uscita europea di MDK2 per Dreamcast, seguito targato BioWare del gioco di Shiny Entertainment uscito tre anni prima. Ancora una volta si tratta di uno sparatutto in terza persona, anche se si aggiungono due protagonisti extra, che contribuiscono a variare il gameplay rispetto a quello della prima uscita. Accolto con grande amore dalla critica, il gioco verrà successivamente convertito (con aggiunte e miglioramenti) su PC, su PlayStation 2 (con il titolo MDK2: Armageddon) e perfino su Wii. Il previsto seguito non vedrà però la luce, fagocitato nella voragine che inghiottirà svariati sequel annunciati da Interplay e mai portati a compimento.

E ancora, questo carichissimo 9 giugno 2000 vede la tanto attesa uscita di Daikatana, il controverso FPS firmato da John Romero che avrebbe dovuto rivoluzionare il genere e si presenta invece all'appello come un mezzo disastro, pieno di problemi e certamente non aiutato da una campagna pubblicitaria che aveva promesso l'impossibile e si era pure presentata con una certa spocchia. Verrà ricordato come uno fra i flop storici del settore.

Il 16 giugno arriva invece dalle nostre parti Pokémon Giallo, nuovo aggiornamento per la prima generazione di Pokémon, pubblicato ad accompagnare l'uscita di Pokémon il film - Mewtwo colpisce ancora. Non mancano comunque le novità, a cominciare da Pikachu proposto come scelta obbligata in termini di creatura con cui avviare la propria partita.

Lo stesso giorno vede anche l'uscita di Ecco: Defender of the Future, reboot in formato Dreamcast per una serie che aveva goduto di grande popolarità su Mega Drive e che qui si ripropone abbracciando la grafica tridimensionale. Il gioco fa tabula rasa dell'universo narrativo preesistente ma propone un gameplay tutto sommato molto simile a quello dei suoi predecessori, seppur ovviamente adattato al nuovo motore grafico. Pur accolto in maniera positiva dalla stampa, con IGN che lo piazza addirittura fra i migliori giochi dell’anno, il nuovo Ecco non vende particolarmente bene e le sorti della serie non verranno rimesse in piedi dalla successiva ripubblicazione su PlayStation 2.

E ancora, abbiamo Shogun: Total War, prima uscita per quella che diventerà una fra le serie di giochi strategici più popolari del nuovo millennio, se non di sempre. Ideato dallo studio The Creative Assembly, che in precedenza aveva lavorato praticamente solo su giochi sportivi ma qui trova la sua missione, il gioco ambientato nel Giappone medievale mescola una fase di strategia a turni con delle battaglie a base di tattica in tempo reale, punta gran parte del proprio fascino più immediato sulle spettacolari scene di massa e conquista immediatamente critica e pubblico, nonostante qualche bug di troppo. Ne nasce una serie che andrà avanti per oltre due decenni, con più di dieci capitoli principali (e spin-off) a spaziare fra le varie epoche e anche un seguito diretto, Total War: Shogun 2, pubblicato nel 2011.

Il turbinio di uscite del 16 giugno 2000 si chiude con l’uscita sulle PlayStation europee di The Misadventures of Tron Bonne, spin-off della serie Mega Man Legends, a sua volta spin-off tridimensionale del classico Mega Man. Nel gioco si controlla Tron Bonne, personaggio inquadrato negli altri giochi come antagonista, attraverso un’avventura che mescola sezioni simili a quanto visto nei due Legends con altre varianti. The Misadventures of Tron Bonne viene accolto positivamente, come simpatico defatigante fra i due episodi della serie principale.

Cinque giorni dopo, le PlayStation europee accolgono Vagrant Story, JRPG di Square firmato da Yasumi Matsuno e dal team già responsabile per Final Fantasy Tactics. Al di là di un’ambientazione molto affascinante, Vagrant Story si distingue per come approccia le convenzioni del genere: niente negozi, niente personaggi non giocanti con cui interagire, grande enfasi su enigmi, strategia, creazione e manipolazione delle armi, con un sistema di combattimento molto complesso. Accolto con entusiasmo dalla critica, Vagrant Story diventerà un gioco di culto.

Il 23 giugno 2000 arriva invece dalle nostre parti Need for Speed: Porsche Unleashed, quinta uscita nella serie di racing game Electronic Arts nata su 3DO. Seguendo una mossa inedita e successivamente mai ripetuta su Need for Speed, il gioco è interamente dedicato alle Porsche da corsa, con modelli pescati fra cinquant’anni di storia del produttore. Accolto senza particolare entusiasmo, non segnerà particolarmente l’evoluzione della serie o del genere.

Il 29 giugno 2000 vede la luce Icewind Dale, nuova declinazione del gioco di ruolo a base Infinity Engine che, rispetto a Baldur’s Gate e, soprattutto, Planescape: Torment, sposta quasi completamente il focus sull’azione, riducendo ai minimi termini narrazione e interazione con ambienti e personaggi. Chiaramente, questa scelta finisce per essere allo stesso tempo il motivo per cui il gioco viene apprezzato dai suoi fan e l’obiettivo delle critiche di chi avrebbe preferito un approccio diverso. Il gioco venderà comunque a sufficienza da meritarsi un seguito due anni dopo.

Infine, il 30 giugno 2000 arriva su Nintendo 64 Perfect Dark, seguito spirituale di GoldenEye 007, da cui recupera motore grafico e struttura di base, ampliandone a dismisura le ambizioni e trasportando tutto in un’ambientazione futuristica. Accolto con amore smisurato dalla critica per la complessità tecnica e la profondità del gameplay, Perfect Dark viene un po’ criticato per l’instabilità del frame rate ma verrà complessivamente ricordato come un mezzo capolavoro, pur non riscuotendo un successo enorme, probabilmente anche a causa dell’uscita a cavallo del cambio generazionale. Cinque anni dopo, arriverà comunque un seguito, Perfect Dark Zero, proposto come titolo di lancio per Xbox 360.

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