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Librodrome #64: La letteratura interattiva di Inkle Studios

Librodrome #64: La letteratura interattiva di Inkle Studios

Attenzione. Ogni due settimane, in questa rubrica si parla di cultura. Niente di strepitoso, o che ci farà mai vincere il Pulitzer, ma è meglio avvertire, perché sappiamo che siete persone impressionabili. E tratteremo anche dei libri. Sì, quelle cose che all’Ikea utilizzano per rendere più accattivanti le Billy. E anche le Expedit.

Qua su Outcast ho scritto già un paio di volte delle produzioni Inkle Studios, prima riportando in maniera più o meno fedele quel che il direttore creativo e cofondatore Jon Ingold aveva raccontato alla GDC Europe sulla lavorazione di Sorcery! e poi con la mia recensione proprio del primo episodio della serie che ha portato lo studio britannico alla ribalta. Torno ad affrontare l'argomento oggi per un motivo molto semplice: negli ultimi mesi del 2014 le varie proposte dello studio sono arrivate più o meno tutte su Android e durante le festività natalizie me le sono spolpate con gran gusto.

E quindi, insomma, mentre si attende ancora l'uscita di Sorcery! 3, che era previsto in versione iOS addirittura lo scorso aprile ma è stato rinviato per vari motivi, facciamo il punto su alcune produzioni particolarmente interessanti, più o meno tutte basate sullo stesso motore di gioco originariamente creato per portare sul piccolissimo schermo la saga di Steve Jackson.

Sorcery! 2

Del primo episodio di Sorcery!, come detto, ho già scritto negli articoli linkati là sopra, ma il riassunto è semplice: gran bella operazione, realizzata con gusto e cura, ma il materiale originale è quello che è e il gioco fondamentalmente ottimo racconta una storiellina davvero esile e banalotta. Le cose cambiano, e non di poco, con la seconda uscita: intendiamoci, non è che Steve Jackson (e/o chi ha curato i testi dell'edizione digitale) diventi improvvisamente la reincarnazione di Ernest Hemingway, ma Sorcery! 2 costruisce in maniera perfetta sulle ottime basi del primo episodio e offre un'avventura decisamente più interessante e ambiziosa tanto sul piano delle meccaniche quanto su quelle del racconto.

Le basi rimangono le stesse e ci vedono impegnati a leggere una storia un pezzetto alla volta, affrontando qualche combattimento tattico e compiendo continuamente scelte dall'impatto variabile. Il racconto, però porta ad esplorare una città densa di pericoli, idee, opportunità e ricca di cose da fare. Se da un lato si resta sempre in zona "fantasy basico", dall'altro l'idea di esplorare una città così piena di piccole cose da scoprire e il cui destino viene posto nelle mani di un eroe sostanzialmente interessato ad altro, la cui moralità viene definita dalle nostre azioni, funziona a meraviglia.

In più, lo svolgersi di questo secondo episodio può variare anche sensibilmente in base alle scelte compiute nel primo capitolo, per esempio nella possibilità di incontrare nuovamente un personaggio e coinvolgerlo o meno nelle nostre avventure, e ci sono diverse nuove scelte da compiere, potenzialmente molto interessanti. Inoltre, il sistema basato sull'esplorazione della mappa, una volta incastrato fra le mura della città, genera un maggior senso di "urgenza" e dà un contesto più forte, meno dispersivo, alle azioni del protagonista, senza contare poi la decisione chiave davanti a cui si viene posti sul finale. Senza svelare troppo, diciamo che improvvisamente ci si trova non solo a prendere una decisione morale importante e dalle conseguenze presumibilmente molto forti su quel che verrà poi, ma anche a optare fra la conclusione immediata dell'episodio o un suo prolungamento notevole, che mescola molto bene meccaniche di gioco ed esigenze di racconto. Insomma, Sorcery! 2 è sia un ottimo seguito per chi ha amato la prima parte, sia un sorprendente spacco per chi, come me, non se ne era fatto convincere fino in fondo.

80 Days

L'anno scorso mezzo mondo l'ha messo nelle liste dei migliori giochi del 2014 e qualcuno l'ha proprio messo in cima. Se lo merita? Porca miseria, se se lo merita. 80 Days è un capolavoro, puro e semplice. Prende ovviamente spunto dal romanzo di Jules Verne e fa vestire i panni del fido Passepartout, impegnato ad aiutare Phileas Fogg nella sua impresa di viaggio attorno al mondo in ottanta giorni. Il tutto si svolge appoggiandosi in larga misura sul gameplay narrativo tipico di Inkle Studios, quindi con un racconto portato avanti un pezzetto alla volta, determinandone gli sviluppi in base ai dialoghi, alle decisioni prese e agli spostamenti pianificati sulla mappa, alzando però notevolmente l'ambizione narrativa e non solo.

80 Days, innanzitutto, è splendidamente realizzato sul piano artistico. Scritto benissimo, accompagnato da illustrazioni e animazioni di gran pregio, porta in giro per il mondo immergendo in paesaggi, territori e culture raccontati con precisione e stile. Girare per i luoghi raccontati dal gioco è un'esperienza incredibile, che fa assaporare colori, profumi e suoni quasi unicamente grazie alla potenza delle parole, propone situazioni sempre interessanti da affrontare ed esplora temi tutt'altro che banali. Gran parte del fascino sta proprio nell'esplorazione, al punto che si finisce spesso per abbandonare la sfida della scommessa in favore di un viaggetto supplementare.

A questo, poi, si aggiunge il comunque ottimo senso di sfida proposto da un gioco che si basa su un semplice, ma inflessibile sistema economico: arrivare a vincere la scommessa è tutt'altro che impossibile, ma non è neanche impresa banale, soprattutto ai primi tentativi, quando ci si ritrova a dover fare gli equilibristi fra risorse economiche, malumori di Fogg, percorsi tutti da scoprire, tempi di attesa e imprevisti che si accumulano. Aggiungiamoci che Inkle ha implementato percorsi inediti tramite gli aggiornamenti successivi al lancio e si completa il ritratto di, come dicevo, un capolavoro.

Frankenstein e gli altri

Inkle Studios ha messo il suo motore di gioco a disposizione di altri sviluppatori e ha perfino creato inklewriter, un'applicazione attualmente in versione beta con cui chiunque può decidere di pasticciare, accedendovi dal sito ufficiale dello studio. Fra queste varie produzioni "extra", spicca forse Frankenstein, saltato all'occhio del sottoscritto perché disponibile su Android. Si tratta di un adattamento del romanzo di Mary Shelley, scritto da Dave Morris, che modifica alcuni aspetti del racconto originale, per esempio spostando gli eventi nella Parigi rivoluzionaria ed eliminando il prologo. Il tutto ha uno svolgimento molto più essenziale rispetto ai giochi Inkle Studios e si configura sostanzialmente solo come romanzo interattivo, da leggere operando alcune scelte che modificano in parte lo svolgimento della storia.

La scelta di eliminare il prologo si manifesta anche in un racconto degli eventi al presente, invece che al passato, cosa che probabilmente aiuta l'immedesimazione. In questo senso dà una mano anche la scelta di far vivere la storia dal punto di vista di un fantomatico "tu", sorta di amico immaginario del dottor Frankenstein (e, in un signolo capitolo, da quello del mostro). Il cambio di ambientazione, invece, aggiunge un pizzico di contesto sociale e politico che cambia alcuni elementi del racconto in maniera interessante. A questo si aggiunge una scrittura più dettagliata, che approfondisce maggiormente aspetti su cui Mary Shelley sorvola e, nonostante poi gli snodi narrativi rimangano sostanzialmente quelli dell'opera originale, dà al tutto un senso quasi da remake.

Piacciano o meno, sono tutte scelte di design che confluiscono nel tema centrale dell'interazione proposta da Frankenstein: un po' come accade nei giochi Telltale, ci sono tanti punti in cui possiamo influenzare il racconto, ma quel che deve accadere accadrà comunque e il cuore dell'interazione sta soprattutto nell'esprimere il nostro stato d'animo e decidere cosa fare in base alla lettura morale che diamo degli eventi. In tutto questo, sebbene i punti chiave del romanzo siano "inevitabili", le possibilità di variare l'esperienza sono più ampie di quanto possa sembrare a un primo sguardo, con parecchi passaggi minori pronti a mutare considerevolmente o, addirittura, ad essere saltati. Il tutto, poi, è racchiuso all'interno di un'interfaccia semplice, arricchita da illustrazioni pregevoli che restituiscono una gran bella atmosfera. Insomma, consigliato pure questo.

Due biglietti per Monster World, grazie

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Videopep #95 – I miei giochi di gennaio 2015

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