Librodrome #48: La storia di Eric Chahi
Attenzione. Ogni due settimane, in questa rubrica si parla di cultura. Niente di strepitoso, o che ci farà mai vincere il Pulitzer, ma è meglio avvertire, perché sappiamo che siete persone impressionabili. E tratteremo anche dei libri. Sì, quelle cose che all’Ikea utilizzano per rendere più accattivanti le Billy. E anche le Expedit.
A circa tre mesi dall'ultima volta, torniamo a chiacchierare di un libro dell'editore francese Pix'n Love, che abbiamo già ricoperto d'amore in questi lidi per pubblicazioni come The History of Sonic The Hedgehog, La storia di Mario e La storia di Nintendo. Questa volta, però, alziamo il livello di difficoltà: il libro di cui vi parlo oggi, infatti, non solo non è ancora finito nell'amorevole recinto di Multiplayer.it Edizioni, non gode al momento nemmeno di una traduzione in inglese. Ma del resto, è la biografia di un creatore di videogiochi francese e dalla carriera tutto sommato limitata a una manciata di giochi davvero importanti, quindi ha senso che venga ritenuto d'interesse relativo fuori dalla nazione che attualmente mi ospita. Eppure, chissà perché, ho come l'impressione che in Italia, roccaforte amighista per tanti anni, abbia un seguito non da poco. Quindi oggi si parla di Eric Chahi. Sigla.
Nato nell'ormai lontano 1967, Eric Chahi ha una storia assimilabile a quella di molti sviluppatori di videogiochi della sua generazione, fatta di pervicacia fuori scala, passione sterminata per il funzionamento di quei bizzarri trabiccoli elettronici e voglia incontenibile di esprimere il proprio talento creativo. Ad appena quindici anni, quando la mia massima preoccupazione consisteva nel trovare un modo per entrare nelle mutandine della bionda seduta due banchi più in là, lui già trovava editori francesi disposti a pubblicare i suoi videogiochi, creati in totale autonomia. E proprio il suo percorso, umano e creativo, viene raccontato in maniera semplice, ma ricca di riferimenti e appassionante, da Eric Chahi – Percours d'un créator de jeux vidéo français.
Daniel Ichbiah, autore del volume, ha scritto lavorando a stretto contatto con l'adorabile orsetto del cuore Chahi, del quale propone svariati inserti che raccontano la sua esperienza, le sue idee, i suoi timori e i suoi sogni, corredati da materiale fotografico che mette il magone e riferimenti incrociati a fonti d'ispirazione, interessi, miti e obiettivi. Ne viene fuori un racconto che è quello letto e sentito mille volte di creativi alle prese con nuove forme espressive, ma ha dalla sua la personalità di un ragazzino francese alle prese con un mercato, delle situazioni, delle ispirazioni e un approccio diversi dal sapore yankee dei vari Richard Garriott o dalla magia orientale dei racconti figli della casa di Kyoto. Per certi versi, la storia di Chahi è molto più vicina a quella che sarebbe potuta essere la storia di un talentuoso creatore di videogiochi italiano. O forse no.
Nelle duecento pagine e rotti del volume, si percorre la crescita umana e professionale di Eric Chahi, raccontando di un ragazzino ritrovatosi improvvisamente alle prese con le leggi del mercato e seguendo il suo percorso attraverso una serie di piccole produzioni che, ci scommetto, non si ricorda quasi nessuno, poi la svolta verso l'interesse per l'arte visiva, con l'approdo in Delphine per realizzare l'impianto grafico di Future Wars (anzi, Les Voyageurs du Temps) e la scelta successiva di tornare a realizzare in prima persona un gioco dall'inizio alla fine: ne nascerà Another World.
Alla storia di quello che probabilmente rimane il capolavoro di Chahi vengono dedicati tre ricchi capitoli, pieni di aneddoti, idee, speranze e successo per un'opera rimasta impressa a fuoco nel cuore di (quasi, dai) chiunque abbia avuto modo di provarla ai tempi dell'Amiga. Ah, a proposito, se volete leggerne, ho raccontato il post mortem di Another World a questo indirizzo. E poi ovviamente il libro prosegue, raccontando per esempio i dubbi di Chahi sull'opportunità di partecipare alla creazione di Flashback e la scelta di dedicarsi ad altro, schivando anche il seguito (più o meno) ufficiale di Another World, quell'Heart of the Alien per il quale si limiterà a suggerire l'idea di base e di cui nel libro commenta con una punta di malinconia la scelta di abbandonare i poligoni per realizzare il gioco in tradizionale bitmap.
Arrivano poi gli interminabili lavori su Heart of Darkness, pieni di difficoltà ma anche di soddisfazioni e riconoscimenti, compreso l'invito di Chahi e i suoi al cospetto di Steven Spielberg per ricevere la proposta di realizzare un film in computer grafica, fino all'arrivo nei negozi, frustrato dalla risposta di una stampa resa miope dagli anni targati 3DFX ma forte del lieto fine all'insegna delle vendite a sette cifre. Poi il racconto del periodo di distacco dal mondo dei videogiochi, speso dedicandosi ai viaggi e all'esplorazione dei tanti vulcani attivi sparsi in giro per il mondo, le emozioni vissute in quei momenti e l'attimo fortissimo di consapevolezza che porterà Chahi a rendersi conto di voler ancora creare videogiochi. Ad ogni costo.
Da qui nasce il recente e bellissimo From Dust, la cui lavorazione, in un contesto radicalmente diverso da quelli a cui Chahi era abituato, viene raccontata in uno fra i capitoli più lunghi e intriganti del libro, per poi lasciare spazio a una parte conclusiva nella quale il designer francese suggerisce il desiderio di tornare a un contesto lavorativo completamente indie e si ferma a menzionare gli autori che più ammira e considera fonti d'ispirazione, mescolando grandi classici e opere dell'altro ieri come Proteus. Si giunge quindi al termine di un libro affascinante e appassionante, che vola via in un attimo e racconta un autore di videogiochi modesto, poco interessato alla ribalta, dalla visione particolare e seducente. Una lettura imperdibile per chiunque abbia amato la sua opera.
Eric Chahi – Percours d'un créator de jeux vidéo français è stato pubblicato l'anno scorso all'interno della collana Les grands noms du jeu video, che include volumi dedicati a Ralph Baer, Yoshihisa Kishimoto, Gunpei Yokoi (l'unico disponibile anche in inglese), Takahashi Meijin e Michel Ancel. È possibile acquistare l'edizione “regolare” da 20 euro o quella da collezione a 39,90 euro, che include in un lussuoso raccoglitore anche l'edizione del ventesimo anniversario di Another World, un documentario in video e una serie di altre primizie. Al momento il libro è disponibile solo in lingua francese, ma magari, se spaccate i maroni a quelli di Multiplayer.it Edizioni, c'è speranza per un'edizione italiana.