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Diablo III: Reaper of Souls vuole la vostra anima

Diablo III: Reaper of Souls vuole la vostra anima

Come avrete sicuramente letto nel mio articolo sull’argomento di qualche settimana fa, con il lancio della patch 2.0 Blizzard ha risvegliato in me il sacro fuoco della ricerca di loot e il mio interesse per Diablo III. Il 25 marzo notte, alle 23 ora di Greenwich, è uscito Reaper of Souls, l’espansione che aggiunge un nuovo atto ai quattro già esistenti, una nuova classe (il crociato), dieci livelli addizionali di esperienza, nuovo equipaggiamento in abbondanza e una nuova modalità di gioco che si presenta come la nuova alternativa alle sessioni di farming tanto famigliari agli appassionati del genere. Con il tempismo che ci contraddistingue qui su Outcast, è arrivato di scrivere una recensione di questa espansione, forte dell’esperienza di circa [troppe?] ore di gioco passate a Sanctuary. Nota: per le novità introdotte al sistema di gioco, vi rimando all’articolo di cui sopra, qui cercherò di limitarmi a parlare dell’espansione vera e propria.

La campagna racconta gli eventi che si verificano a Sanctuary dopo che il nostro eroe ha sconfitto [SPOILER!] Diablo alla fine del quarto atto del gioco. Adesso c’è un altro cattivo, Malthael, un angelo che decide che è arrivato il momento di mettere a ferro e fuoco il mondo e tocca a noi nefilim, con il supporto dei consigli sempre preziosi (ma solo quelli) di Tyrael, impedire al malvagio di spazzare via l’umanità. Niente di particolarmente complicato, no? A livello qualitativo la storia non è molto diversa da quella dei quattro atti precedenti, ma forse grazie alla sua brevità, non risulta poi così fastidiosa e si lascia seguire senza troppi patemi d’animo. Le nuove ambientazioni sono molto belle e il gioco ritrova quel suo tono oscuro di cui molti giocatori lamentavano la mancanza, grazie anche a una colonna sonora davvero indovinata, mentre i nuovi mostri alternano cose buone e originali ad altre che sanno un po’ troppo di già visto. In generale, la campagna è un buon modo di passare le ore necessarie per arrivare a livello 70 e dà un assaggio di quello che aspetta il giocatore una volta arrivati al livello massimo.

Gli obiettivi delle missioni spesso richiedono il completamento di determinati eventi.

Però, come sanno tutti i giocatori di Diablo, la campagna è storicamente solo un divertissement con cui dilettarsi in attesa di poter affrontare il cosiddetto end-game, che in Reaper of Souls è rappresentato dalla nuova modalità Avventura, disponibile per tutti i nostri personaggi, anche quelli di livello 1, una volta concluso il quinto atto. Dopo averla lanciata, avremo accesso alle mappe di tutti i cinque atti e sparse per ognuno di essi ci saranno 25 missioni, cinque per atto, da completare per ottenere esperienza, denaro e dei frammenti da dare a una mercante in cambio di equipaggiamento casuale (torna quindi il Gambling di Diablo II). Inoltre, completando tutte le cinque missioni di un atto, otterremo un ulteriore bonus e una cassa contenente oggetti più o meno utili (anche equipaggiamento leggendario, per i più fortunati), e una volta finite tutte le missioni, basta creare un’altra partita per averne 25 nuove di zecca lì ad aspettarci. Meccanicamente queste missioni non differiscono quasi per niente dal gioco normale, alla fine si tratta sempre di eliminare un particolare nemico, di ripulire un’area dai mostri oppure di completare degli eventi specifici, ma aggiungono uno scopo in più, per così dire, a quello che ogni giocatore di Diablo fa quotidianamente, vale a dire ammazzare mostri in quantità industriale. Ricorda un po’ il meccanismo delle missioni leggendarie di Marvel Heroes ed è difficile dire chi abbia copiato chi o se si tratti solo di una somiglianza casuale.

La generazione casuale dei varchi può farvi affrontare anche i nemici più inusuali.

Completando le missioni si ottengono i frammenti di chiave necessari per aprire i varchi nefilim, l’altra novità di questa modalità, che non sono altro che dungeon generati casualmente prendendo le ambientazioni del gioco e “remixandole” con palette di colori differenti e mostri che normalmente si troverebbero in altre aree. Il risultato non è sempre ottimale, talvolta capita di aggirarsi per alcune delle mappe peggiori del gioco e di avere a che fare con i nemici più fastidiosi, con densità di mostri variabile, ma di solito è un passatempo piacevole. Nei varchi c’è un contatore che, una volta arrivato al 100%, farà apparire il guardiano del dungeon che regalerà loot in abbondanza una volta sconfitto. Anche questi guardiani sono versioni leggermente modificate dei boss del gioco e, a parte qualche caso, non differiscono molto dalle loro versioni originali. Tuttavia, ho avuto l’impressione che i loro pattern di attacco cambino affrontandoli a livelli di difficoltà più alti (per ora sono fermo a Tormento 3). Anche in questo caso, i varchi offrono una motivazione diversa per affrontare dungeon a ripetizione, con il bonus di avere ambientazioni e nemici a sorpresa e il boss finale. È un lodevole tentativo da parte degli sviluppatori di spezzare la ripetitività insita nel genere offrendo un certo livello di casualità e mantenendo l’esperienza di gioco sempre fresca; il risultato non è rivoluzionario come magari qualcuno pensava e sperava e dubito che spingerà i non amanti del genere a provare Reaper of Souls, ma per noi che giochiamo regolarmente è una gradita novità.

Passerete molto tempo, soldi e materiali su questa schermata, ve lo assicuro.

Il crociato è la nuova classe introdotta da questa espansione, la sesta del gruppo, ed è un guerriero armato di scudo e armatura pesante. Le sue meccaniche sono interessanti e, a dispetto delle aspettative, può essere utilizzato sia come combattente da mischia che a distanza. Grazie alla recente patch, i valori numerici di molti suoi attacchi sono stati migliorati, quindi ora è una classe molto valida con meccaniche solide e interessanti. C’è anche una nuova artigiana, la mistica, che permette di cambiare una delle caratteristiche magiche dell’equipaggiamento trovato e che, sebbene utilissima, si sta rivelando fonte infinita di frustrazioni quando il caso si accanisce contro di noi.

La modalità avventura aggiunge quel non so che al gioco che spinge a continuare a giocare con gli amici, con i quali è ora possibile formare dei clan per tenersi in contatto e organizzarsi più facilmente. Peccato che al momento manchi in sistema di scambio di oggetti vero e proprio all’interno del gioco, ma non è detto che prima o poi gli sviluppatori non rettifichino questa mancanza. Reaper of Souls introduce molte novità che non vanno a cambiare radicalmente l’impianto di gioco della serie, ma aggiungono varietà a un sistema che tende a essere ripetitivo per sua stessa natura. Non rivoluziona né innova, quindi non attirerà nuove generazioni di giocatori, e forse c'è una mancanza di varietà di opzioni per personalizzazione ed equipaggiamento del personaggio ai livelli di difficoltà più alti (da Tormento 4 in poi, per intenderci) ma offre abbastanza nuovi contenuti da tenere impegnati gli appassionati molto a lungo, soprattutto se, come me, gradite questo genere di giochi.

Ho giocato, e sto ancora giocando, a Diablo III: Reaper of Souls grazie alla mia copia digitale regolarmente acquistata sul negozio online di Battle.net. Ho perso il conto delle ore passate a giocare da solo e in compagnia dei miei amici dal minuto esatto del suo lancio qui in Europa.

Voto: 8.5

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