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La tragica vendetta di Westerado: Double Barreled

La tragica vendetta di Westerado: Double Barreled

Sostenere che Westerado: Double Barreled rappresenti un ottimo modo tramite cui i giocatori (esclusivamente) PC possono levarsi di dosso l'ansia da assenza di Red Dead Redemption è un po' un'esagerazione, ma è improssionante quanto ci sia in comune fra il piccolo gioco di Ostrich Banditos e l'epica abnorme di Rockstar Games. E l'assurda credibilità di questo paragone, ovviamente, fa soprattutto da complimento al minuscolo gioco indie nato anni fa sotto forma di browser game gratuito. Però c'è, ed è innegabile. La credibilità (assurda) del paragone, intendo. Perché Westerado: Double Barreled fa quella cosa lì, ti prende e ti sbatte nel bel mezzo di una straclassica storia western, facendoti vivere in mezzo al deserto, fra vendette, doppi giochi, saloon, prostitute, tavoli da poker, bisonti, apache, eserciti di frontiera, piombo, alcool e cactus.

Pare incredibile, non ci credevo nemmeno io che sono grande fan di pixel art e derivati, ma è impressionante la potenza espressa dall'orda di quadratini messi in fila dal volenteroso team olandese. L'uso di note, colori, suoni e simboli evocativi funziona a meraviglia e trasforma il pappone di righe perpendicolari che popolano lo schermo in un'avventura epica tutta polvere e deserto. Bastano pochi minuti per immergersi in un perfetto mix di melodramma romantico e comicità dissacrante, scoprendo un mondo sorprendentemente ampio, versatile nelle soluzioni di gioco e assolutamente aperto. Il vecchio west di Westerado è una piccola meraviglia al cui fascino è difficile sfuggire.

Ed è anche un gioco di ruolo! O, meglio, è una versione semplificata, ma sorprendentemente ricca, coinvolgente e aperta all'interazione di quel che personalmente più amo in un gioco di ruolo. Westerado: Double Barreled ti fa indossare i ruvidi panni di un uomo a cui il destino ha tolto tutto, che tornando a casa in sella a un bisonte imbizzarrito ha trovato la sua famiglia fatta a pezzi da un criminale senza volto. Da lì in poi, ci si immerge nella ricerca del colpevole, interagendo con un mondo di gioco ricco di personalità al fine di scoprire indizi che ci conducano al volto del marrano e a un emozionante scontro finale. Ed è il modo in cui si svolge tutto questo ad emanare quel forte sapore.

La frontiera di Westerado è popolata d'umanità più o meno bassa, fra gente comune, criminali, sceriffi, uomini d'affari, soldati e chissà che altro. L'intera struttura di gioco si basa su un sistema di rapporti fra i personaggi e su un meccanismo d'interazione che non sfigurerebbe in mezzo a giochi di ruolo ben più densi di statistiche e menu. Ogni conversazione può essere affrontata seguendo percorsi diversi, dettati anche dalle nostre azioni passate, e può essere resa ben più adrenalinica se si decide di estrarre la pistola. L'arma da fuoco, del resto, è elemento fondante della vita nel far west e non a caso il tasto che permette di estrarla, in Westerado, è costantemente attivo. Possiamo minacciare chiunque, dal passante alla donna che stiamo corteggiando, e possiamo andare anche oltre, sparando in faccia al prossimo nostro come se non ci fosse un domani. E pagandone le conseguenze.

Come reagiranno i nostri interlocutori, i passanti, le forze dell'ordine? Vai a sapere. Il bello di Westerado: Double Barreled sta anche nella sua parziale imprevedibilità, figlia di una logica interna che non dà mai la sensazione di essere campata per aria e che intreccia fra loro le nostre azioni e i rapporti tra i personaggi. Il tutto, nel contesto di un mondo sorprendentemente ampio – quantomeno per le ambizioni del tipo di produzione – e ricco di attività, missioni, elementi facoltativi con cui interagire o meno. Aggiungiamoci poi che ad ogni nuova partita il sistema va a generare un diverso colpevole per il massacro iniziale e abbiamo il ritratto di un gioco davvero capace di sorprendere a più riprese. E divertente!

Oltre alle interazioni fra i personaggi, alle conversazioni, alle missioni di base, ci sono anche dei sistemi da gioco d'azione estremamente efficaci. La gestione dell'arma da fuoco è meccanica, impacciata, una soluzione di compromesso che può far innervosire ma che in fondo riproduce la "difficoltà" delle armi di un tempo. Bisogna estrarla (o riporla), preparare il colpo in canna, far fuoco e poi ricaricare un proiettile alla volta. E si può sparare solo in orizzontale. Ma agli stessi limiti sono soggetti i vari personaggi non giocanti e quella che ne viene fuori è una versione surreale, ma efficacissima, dei duelli al sole, capace di far saltare i nervi per la tensione ma anche di premiare chi si impegna a padroneggiarne le onestamente non poi così complesse meccaniche.

E alla fin fine Westerado: Double Barreled, come esperienza nel complesso, può essere riassunto nel suo sistema di combattimento: semplice, efficace, emozionante, ma senza dubbio anche figlio dei compromessi alla base del sistema di gioco e dell'ambizione produttiva che lo caratterizza. Quel che ne viene fuori, però, è un paio d'ore almeno d'immersione totale nel vecchio west, polverose, efficaci, seducenti, graziate da una scrittura di alto livello e da una pixel art che non teme paragoni. È allo stesso tempo quanto di più vicino e di più lontano possa esserci da Red Dead Redemption ed è un gioco che qualsiasi appassionato di pistole fumanti e polveroso deserto deve assolutamente provare, pur tenendo conto di due controindicazioni. La prima è implicita, ma tanto vale precisarla: se siete allergici alla pixel art, eh, beh. La seconda è meno scontata, ma in fondo pure lei figlia del tipo di gioco: si tratta di un'avventura decisamente breve, per quanto molto soddisfacente nel suo complesso, e la longevità raggiunge livelli davvero spessi solo per chi ha voglia di giocare e rigiocare dall'inizio più e più volte, al fine di esplorare ogni sfumatura.

Ho giocato a Westerado: Double Barreled grazie a un codice Steam fornito dal publisher Adult Swim Games. Ho completato l'avventura nel giro di un paio d'ore e mi sono poi messo a rigiocare dall'inizio per esplorare cammini diversi e provare i personaggi aggiuntivi che si sbloccano mano a mano.

Voto: 8,5

Colonel Campbell’s Art Soup #116

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