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Settembre 2010: Il fallimento di Final Fantasy XIV, il saluto di Bungie a Halo e tanto altro | Old!

Settembre 2010: Il fallimento di Final Fantasy XIV, il saluto di Bungie a Halo e tanto altro | Old!

Old! è esattamente quella stessa rubrica che da vent'anni vedete apparire su tonnellate di riviste o siti di videogiochi. Quella in cui si dice "cosa accadeva, nel mondo dei videogiochi, [inserire a piacere] anni fa?" Esatto, come su Retro Gamer. La facciamo anche noi, grazie a Wikipedia, pescando in giro un po' a caso, perché siamo vecchi nostalgici, perché è comoda per coprire il sabato e perché sì. Ogni settimana, anni Settanta, Ottanta, Novanta e Zero, o come si chiamano. A volte saremo brevissimi, a volte saremo lunghissimi, ogni singola volta si tratterà di una cosa fatta senza impegno, per divertirci assieme a chi legge, e anzi ci piacerebbe se le maestrine in ascolto venissero a dirci "oh, avete dimenticato [inserire a piacere]".

Il 3 settembre 2010, arriva in Europa Metroid: Other M per Wii, bizzarra operazione simpatia con cui Nintendo mette uno dei suoi franchise storici nelle mani di Team Ninja, tra l'altro proprio per decisione di Yoshio Sakamoto, creatore e timoniere della serie. Ne esce un gioco che pone ovviamente grande enfasi sull'azione, permette per la prima volta a Samus Aran di combattere anche corpo a corpo e viene accolto in maniera moderatamente positiva, pur con grandi critiche rivolte all'aspetto narrativo e alla caratterizzazione della protagonista.

Cinque giorni dopo, fa il suo esordio Amnesia: The Dark Descent, di Frictional Games, evoluzione della serie Penumbra che porterà definitivamente al successo quel modello così influente per il videogioco horror del decennio successivo. Corridoi bui, atmosfera a manetta, elementi avventurosi, un'indicatore della sanità mentale da tenere d'occhio e un tripudio di cacarsi sotto sono le caratteristiche di un gioco che sarà anche grande protagonista dell'esplosione degli youtuber a base di let's play. Sei anni dopo uscirà un seguito co-sviluppato con The Chinese Room e nel 2020 toccherà al terzo episodio.

Il 9 settembre tocca a Batman: The Brave and the Bold – The Videogame, delizioso gioco d'azione con grafica cartoonesca ispirato all'omonima serie televisiva e sviluppato dalla sempre affidabile WayForward Technologies. La versione Wii è un picchiaduro/platform 2D con l'opzione per giocare in cooperativa, mentre l'edizione per Nintendo DS limita il team up fra supereroi al far controllare entrambi a un giocatore singolo, alternandoli. Semplice, divertente, messo in scena con gran gusto, è un bel divertissement. All'epoca ne scrissi altrove e ne parlammo qui.

Restiamo in zona supereroi ma passiamo alla concorrenza con Spider-Man: Shattered Dimensions, videogioco multiformato scritto da Dan Slott, all'epoca scrittore di punta del ragnetto fumettistico, che introduce l'idea del team up multidimensionale fra le varie versioni dell'Uomo-Ragno. Nel gioco, infatti, si incontrano il Peter Parker tradizionale, la versione Noir, quella del 2099 e quella Ultimate, secondo un'idea talmente azzeccata che negli anni a venire ne nasceranno anche una saga fumettistica e un capolavoro del cinema d'animazione. Il gioco, che tra l'altro fa la mossa di chiamare in sala di doppiaggio quattro doppiatori pescati dalle varie serie animate del ragnetto, viene accolto favorevolmente, garantisce a Beenox il ruolo di studio designato per i futuri giochi dell'Uomo-Ragno e si merita un seguito diretto nel 2011, Spider-Man: Edge of Time.

Qualche giorno dopo, si manifesta Halo: Reach, ultimo Halo a uscire su Xbox 360 e ad essere sviluppato da Bungie. Pur essendo il quinto episodio della serie, è in realtà un prequel, ambientato durante la guerra contro i Covenant, che vede il Noble Team affrontare una campagna tragica, eroica, gloriosa, che permetterà all'umanità di sfangarla. Il gioco viene accolto con amore dalla critica, fracassa il "botteghino" e garantisce alla serie un futuro nonostante l'abbandono da parte dei suoi creatori.

Il 15 settembre, Sony lancia sul mercato PlayStation Move, un motion controller che si configura chiaramente come risposta al successo di Wii, anche se bisogna riconoscere all'azienda che stava sperimentando con quella tecnologia fin dalla generazione di console precedente (ricordo un prototipo a un E3). Però, certo, arriva comunque per seconda. Caratterizzato dalla sfera luminosa utilizzata per il rilevamento e che mi fa venire il mal di testa, il controller non godrà mai di un supporto particolarmente convinto, nonostante qualche gioco meritevole (incluse delle conversioni da Wii, ovviamente), ma diventerà elemento fondante della tecnologia usata nella generazione successiva per PlayStation VR.

Spostiamoci in zona PC per segnalare che il 24 settembre 2010 fa il suo esordio Civilization V, ennesima incarnazione del fenomeno creato da Sid Meier tanti anni prima, che si distingue per l'introduzione di un nuovo motore di gioco a esagoni, oltre che per il solito lavoro di rielaborazione, riarrangiamento e incasinamento degli elementi caratteristici della serie. Vengono per esempio eliminati spionaggio e religione, anche se torneranno a fare capolino con la prima delle due espansioni, pubblicata nel 2012. Nonostante qualche criticità, il gioco viene accolto con entusiasmo e sulla distanza, anche grazie alle espansioni, verrà ricordato come uno fra i migliori titoli PC del decennio, che comunque "accoglierà" altri due episodi della serie.

Lo stesso giorno vede uscire un altro seguito non proprio appartenente allo stesso genere: fa infatti il suo esordio Dead Rising 2, con cui la serie prodotta da Capcom passa nelle mani dello studio canadese Blue Castle Games. Il gioco introduce alcune novità, fra cui un cambio di protagonista, ma è tutto sommato abbastanza "prudente" e conserva bene o male i punti cardine e lo stile del primo episodio, apportando anzi alcune modifiche e rifiniture interessanti. Accolto da opinioni discordanti, vende comunque a sufficienza da meritarsi un'anno dopo una sorta di remake con protagonista il Frank West del gioco originale (Dead Rising 2: Off the Record) e altri due seguiti decisamente più "occidentalizzati" nella generazione di console successiva. Ne chiacchierammo qua.

Chiudiamo i ricordi di questo mese pienissimo (e, lo ammetto, ho saltato un paio di cose significative) menzionando Final Fantasy XIV, secondo esperimento MMO per la storica saga di JRPG. Esperimento per altro piuttosto inevitabile, considerando che il primo, Final Fantasy XI, è in quel momento l'episodio della serie che ha fruttato più soldi in assoluto a Square Enix. Ma se quello era il primo MMO "cross-platform", disponibile su PC e PlayStation 2, Final Fantasy XIV si presenta al lancio solo in zona Windows, con la versione PlayStation 3 ancora in sviluppo e quella Xbox 360 "abortita" per disaccordi sulla gestione di Xbox Live. Al di là delle lodi alla grafica, il gioco viene accolto in un tripudio di insulti e disprezzato a tal punto che Square Enix sarà costretta a chiuderne i server nel novembre del 2012 e rilanciarlo quasi un anno dopo con Final Fantasy XIV: A Realm Reborn, una revisione completa del gioco guidata da Naoki Yoshida. Sarà un ribaltone storico, capace di riscuotere un successo da venti milioni di abbonati dichiarati nel 2020 e meritarsi la pubblicazione su due generazioni di PlayStation. Tutto è bene quel che finisce bene.

Dove andremo a finire, signora mia?

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Settembre 2000: Ragni, divinità, racchette e mostri gialli | Old!

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