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Greedfall - Evviva la colonizzazione!

Greedfall - Evviva la colonizzazione!

Fra tutti i giochi in uscita nel mese di settembre, non nascondo che Greedfall è quello che aspettavo con maggiore interesse. Più di Control, più di Gears of War 5 o Borderlands 3. I giocatori di ruolo sono così: strani. O forse no.

Ad ogni modo, l’avventura che ho passato nell’isola di Teer Fradee è stata caratterizzata dalla possibilità di interpretare con notevole piacere un diplomatico di una congregazione di mercanti, neutrale in una disputa territoriale che vede coinvolte due altre nazioni, due corporazioni di mercenari e naviganti, e naturalmente i nativi, per un totale finale di sei fazioni, ognuna coi suoi scopi, metodi e desideri. Far andare tutti d’amore e d’accordo non è stato propriamente facile.

Greedfall è un gioco di ruolo in terza persona ispirato pesantemente ai migliori titoli Bioware, o perlomeno a quelli pubblicati quando ancora da Bioware ci si poteva aspettare qualcosa di buono. Creato il proprio personaggio, scegliendo sesso e tratti fisici, l’avventura inizia con un breve tutorial, che fa immergere rapidamente in un’ambientazione dai toni inusuali e con un ruolo che non si vede poi molto spesso in un GdR. Greedfall è infatti ambientato in un mondo fittizio ma con chiare ispirazioni all’era coloniale e il personaggio è un Legato, praticamente un diplomatico di una congregazione di mercanti, che tende a porsi in modo neutrale tra le varie fazioni, alcune delle quale in aperta guerra tra loro. Di fatto, invece di venire spinti a scegliere la violenza e il combattimento eroico come prima soluzione, in Greedfall è da preferirsi l’approccio verbale e diplomatico, almeno la maggior parte delle volte.

Il sistema di gioco, in pieno stile Bioware, permette di controllare il proprio personaggio con una telecamera alle spalle del protagonista, con combattimenti in tempo reale, con la possibilità di attivare una pausa tattica nel caso si abbia la necessità di prendersi una pausa per riflettere.

Le opportunità interpretative sono molte. Sin dall’inizio, le missioni che si ottengono sono spesso e volentieri risolvibili in più modi diversi, e altrettanto spesso vi sono obiettivi secondari, che è possibile perdere di vista se non si è del tutto concentrati, rischiando ad esempio di far morire un informatore se non si pensa di andare a salvarlo, cosa che ha conseguenze sia con le relazioni della fazione a cui quell’informatore apparteneva, sia sulla difficoltà nell’ottenere indizi futuri sulla missione stessa.

Posso confermare che lo sviluppo delle varie quest è sempre piuttosto complesso e maggiormente incentrato sulla scelta e sull’interpretazione che sullo spargimento di sangue. Quando però diventa necessario sfoderare la spada, il combat system creato dagli sviluppatori si difende comunque bene. Un perfezionamento di quanto visto in Technomancer, permette di mischiare magia, attacchi in corpo a corpo e utilizzo di armi da fuoco in maniera fluida e piuttosto gratificante.

Molto bene anche la trama. Il conflitto tra le varie nazioni e i nativi dell’isola colonizzata è piuttosto realistico e, anche se vi sono pesanti ispirazioni storiche (le due nazioni coloniali principali sono palesemente spagnoli e mediorientali), la caratterizzazione dei personaggi è piuttosto convincente. Ben presto, l’intreccio di favori politici ed equilibri di potere rende il tenere tutti felici e in pace un vero balletto diplomatico, per niente facile ma molto gratificante, quando si riesce a far felici due nemici senza rovinare le relazioni con nessuno di loro. Altrettanto gradevoli sono poi i personaggi non giocanti che possono affiancare il protagonista: ognuno ha una sua personalità ben distinta e col tempo può avanzare delle richieste che, se seguite, possono migliorare i rapporti con lui o lei… o anche rovinarli irrimediabilmente. Fortunatamente, una sezione nella scheda del personaggio permette di tenere sotto controllo la propria reputazione, sia coi personaggi secondari che con le varie fazioni in gioco.

Tutto perfetto? Quasi. La trama è appassionante ma ci mette un po’ a decollare, ma il difetto più grande di cui mi sono accorto è che a volte vi è un esagerato backtracking nelle missioni. In alcune di esse capita di dover fare avanti e indietro tra le ambientazioni per parlare con personaggi secondari e non ho potuto evitare la sensazione che fosse un modo per allungare il brodo. Fortunatamente succede solo una manciata di volte, ma è sufficiente a essere percepibile e sgradevole. I pregi generali di Greedfall ne superano comunque di gran lunga i difetti, a mio avviso, e ho trovato l’offerta generale assolutamente degna di nota. Gli Spiders non hanno sempre creato giochi memorabili, ma ho sempre percepito in loro l’ambizione di fare qualcosa di grande, qualcosa che forse altri studi non avrebbero neanche provato a realizzare, con quella scarsità di fondi e personale. Dopo vari tentativi, però, credo che con Greedfall lo studio abbia raggiunto la sua maturità, creando un gioco di ruolo in cui il ruolo è realmente la parte centrale dell’esperienza di gioco.

Ho sbloccato il gioco grazie a un codice per il download da Steam fornito dagli sviluppatori. Dopo circa cinquanta ore, ho completato le missioni principali e tutte le missioni secondarie e dei compagni di squadra. Ho sviluppato il mio personaggio inizialmente come un combattente, con la spada che aveva anche qualche capacità magica, ma più in là nell’avventura, ho utilizzato l’opzione per ridistribuire i punti abilità, creando un combattente puro. In entrambi i casi, oltre alle abilità di combattimento, ho portato al massimo le abilità di carisma e intuizione, entrambi vitali nei dialoghi più complessi, per trovare una risoluzione degna di un diplomatico. Consiglio caldamente a ogni giocatore di investire almeno in un’abilità tra carisma e intuizione (meglio entrambe), perché è il modo in cui forse è pensato per essere affrontato il gioco. Greedfall è disponibile su PC, su PlayStation 4 e su Xbox One. Come al solito, se acquistate il gioco (o qualsiasi altra cosa) su Amazon passando dai seguenti link, una piccola percentuale di quello che spendete andrà a noi, senza alcun sovrapprezzo per voi. Se volete procedere su Amazon Italia dirigetevi qui, se preferite Amazon UK puntate qui.

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