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Il cinema dei supereroi DC prima di Nolan: dalle stelle alla merda delle stalle

Il cinema dei supereroi DC prima di Nolan: dalle stelle alla merda delle stalle

Nonostante i personaggi DC siano in giro da quasi ottant'anni, prima di sbarcare al cinema si devono aspettare gli anni Sessanta, se si escludono il pilota della serie TV anni Quaranta di Superman, proiettato anche sul grande schermo, e un cortometraggio prodotto dal governo americano e sempre destinato alle sale.

Il primo vero passo sul grande schermo viene compiuto nel 1966. È Batman: The Movie, tratto dalla serie TV con Adam West. Inutile dire che il film è divertentissimo, volutamente strampalato, con le atmosfere della serie, se possibile, perfino estremizzate. La scena di Batman che corre con la bomba sollevata (bomba palesemente finta) perché non sa dove buttarla? Viene da qui. E sempre da qui viene la scena del bat-repellente-per-squali col quale il crociato incappucciato mette a nanna un pescecane che sta cercando di mangiarsi lui e Robin appesi a un elicottero. Nel film, tutti i cattivi più famosi (Joker, Pinguino, Enigmista e Catwoman) si alleano contro Batman. Il piano? Liofilizzare il consiglio delle nazioni unite. Che altro devo dirvi? Recuperatelo se non lo avete mai visto, preparandovi a ridere di gusto.

"Certi giorni non riesci a liberarti di una bomba."

Un bel salto lungo una decina d'anni e comincia la grande saga di Superman, il cui volto è quello di Christopher Reeve. L'uomo d'acciaio debutta nel 1978 con Superman di Richard Donner. Candidato a quattro Oscar, ne vincerà uno per gli effetti speciali. Capolavoro del genere supereroico, potentissimo ancora oggi, racconta quasi pedissequamente le origini di Superman. C'è tutto: Krypton, la fuga, l'atterraggio sulla Terra ancora in fasce, Smallville, Metropolis e Lex Luthor come perfido cattivo (interpretato da Gene Hackman). A ben guardare, è quello che ogni fan talebano ancora chiede oggi, la perfetta aderenza col fumetto. Superman fa tutto questo, ma lo fa bene, talmente bene che quasi non ti accorgi di quando si prende qualche libertà. E poi ha quella colonna sonora lì, quella che tutti ricordiamo e canticchiamo quando pensiamo a Superman. Bomba totale.

Inutile dire che è un successo, e da singolo film diventa negli anni successivi una quadrilogia. Nel 1980 arriva Superman II, seguito nel 1983 da Superman III e nel 1987 da Superman IV. Come era lecito aspettarsi, la qualità della serie va pian piano calando, con un comunque buonissimo secondo capitolo, col generale Zod come cattivo, bandito da Krypton prima della distruzione e sopravvissuto assetato di vendetta. Il terzo episodio è più irriverente, inizia a risentire dello spirito goliardico degli anni Ottanta, e questo scontenta un po' il pubblico, nonostante qualche idea carina (viene sintetizzata una kryptonite artificiale che fa impazzire Superman rendendolo cattivo, anche se l'effetto è più buffo che altro). Della quarta pellicola diciamo solo che è il trash movie che tutti amiamo ricordare, oppure odiamo. C'è il clone di Superman, l'uomo nucleare, e tanto basta. C'era voglia di sperimentare e lo ritengo uno di quei film brutti ma che fanno il giro e diventano divertenti da spararsi ogni tanto. Volete mettere l'uomo nucleare che fa i versi di un elefante mentre combatte Superman sulla Luna?

Segnalo che in mezzo ai Superman escono anche Swamp Thing e Supergirl. Di entrambi ricordo poco. Curioso il primo, che comunque prova a raccontare qualcosa di non facile da portare su schermo e cerca di non rendere tutto troppo trash. Bruttarello il secondo, lo han prodotto gli inglesi e secondo me sono riusciti a tenersi i diritti sul nome di un soffio, prima che Warner comprasse tutto.

Di Swamp Thing esce un sequel, ma lo fa nel 1989, un anno che non lascia spazio ad altri film tratti dai fumetti, perché, avendo capito che Superman aveva già dato tutto, Warner Bros decide di prendersi i diritti di tutti gli eroi DC ma di partire col fratello oscuro dell'uomo d'acciaio: Batman.

E anche qui è quadrilogia. Nel 1989, appunto, esce al cinema Batman, che poi per tutti è “Batman di Tim Burton”, il suo regista. Arrivavamo dall'epoca oscura dei fumetti: la seconda metà degli anni Ottanta aveva portato il buio, il marcio, la disillusione, la critica alla società, tutta roba in cui Frank Miller sguazza alla grande. Batman: Anno Uno è un successo di pubblico e critica e Tim Burton sembra voler partire da lì. Tranne che in alcuni flashback, non perde troppo tempo nel narrarci le origini del pipistrello, preferendo iniziare il racconto con un Batman già operativo da qualche tempo. È a Burton, fra l'altro, che si deve l'invenzione di un costume di Batman completamente nero, abbandonando il bicolore grigio/nero (o addirittura grigio/blu). Michael Keaton è un Bruce Wayne meraviglioso: seppur fisicamente ne sia quasi l'opposto, ha una presenza scenica fantastica e sa interpretare benissimo il ruolo del miliardario un po' supponente e allo stesso tempo misterioso, per poi indossare un costume da topo volante e risultare comunque credibile e inquietante. Un pazzo, un freak, un personaggio che a pensarci bene è perfetto ritratto da Burton, che li ama tanto, i freak. E a un folle solo un altro folle può contrapporsi: il Joker di Jack Nicholson, buffonesco e senza freni, con uno fra i sorrisi più inquietanti della storia del cinema (e già quello di Jack Nicholson senza trucco basterebbe).

E coi freak si continua, anzi si esagera quasi, nel secondo film, Batman: Il Ritorno, dove Buton, ora libero totalmente a livello creativo, si scatena, tirando fuori il miglior film su Batman e uno fra i migliori cinefumetti di sempre. Punto. Venite sotto casa mia, se avete qualcosa in contrario, che scendo e chiamo Jack Nicholson per menarvi. Il nemico qui è il Pinguino, un Danny de Vito deformato e alleato con Selina Kyle, Catwoman, con una Michelle Pfeiffer che sexy così non lo è mai stata e mai lo sarà più. C'è la neve, c'è Gotham che più Gotham non si può e c'è Cristopher Walken come ciliegina sulla torta, nella parte del ricco magnate che fa più schifo dei mostri, perché è marcio dentro. Burton all'ennesima potenza, cinico, teatrale e irriverente, a tratti comico. Meraviglioso.

Due film, due successi, ma Burton ha detto tutto quello che voleva dire e scende dal carrozzone dei fumetti, anche se resta come produttore (in realtà Warner stessa rivelerà poi che il suo nome era stato tenuto per rassicurare il pubblico, con il permesso di Burton). La sua influenza sul terzo film, Batman Forever, è minima e forse basta a renderlo guardabile, assieme al vero protagonista: Jim Carrey. Se infatti Keaton abbandona e ci lascia Val Kilmer nei panni di un Batman un po' rigido e perennemente intontito, Carrey, col suo Enigmista, ruba la scena a chiunque, compreso il suo compagno di malefatte Tommy Lee Jones, che ha odiato il set del film come non mai, soprattutto l'esuberanza di Jim, all'epoca la star più popolare e pagata di Hollywood. Jones ricorda ancora oggi nelle interviste il fatto di non aver abbandonato il film solo perché il figlio ci teneva tanto che interpretasse il ruolo di Due Facce. La regia è di Joel Schumacher, qui nel ruolo di mestierante. Montaggio frenetico, da video musicale, parecchio pasticciato, colori fluorescenti, un tripudio di colori anni Novanta. Il film, nonostante i cambi di attori, si pone come terzo capitolo della saga, proseguendo il discorso dei film precedenti, con un Bruce Wayne che tenta di fare luce sul perché debba essere o meno Batman. Debutta Robin, con le origini del personaggio, la morte dei suoi genitori, ecc. Chris O'Donnell è un gran Robin e porterà avanti il personaggio anche nel capitolo successivo, quello che chiuderà Batman in una bara per un decennio, fino a rinascere nel 2005 coi film di Nolan.

Già, perchè nel 1997 Joel Schumacher torna alla regia con Batman & Robin, capitolo finale della quadrilogia del Pipistrello. Colori ancora più sparati, look giocattoloso al massimo, battute fuori luogo. Arnold Schwarzenegger nel ruolo di Mr.Freeze sembra una battuta ma è forse la cosa che più si salva di tutto il film, perché l'Arnoldo nazionale, quando entra in un progetto, ci crede sempre tantissimo. Uma Thurman nei panni di Poison Ivy è sexy da morire, come sa esserlo sempre Uma, ma purtroppo non fa molto altro. Pure O'Donnel ci crede meno, stavolta. C'è Batgirl, ma non gliene frega nulla a nessuno. C'è ancora Alfred, di cui non avevo parlato e che è lo stesso per tutti i film da sempre. Ecco, ad Alfred è difficile voler male, ancora oggi penso sia la sua miglior incarnazione su pellicola. E Batman? Batman è interpretato da George Clooney che fa per tutto il film... George Clooney. E usa la bat-carta-di-credito. E il costume che indossa ha i capezzoli, manco disegnati, tra l'altro, ma sporgenti. Un film disastroso, odiato da chiunque e solo negli ultimi anni bollato come "cult trash". Riesce pure ad essere noioso, per una lunghezza di cui non ha bisogno. Schumacher si è poi scusato, dicendo testualmente "Chiedo scusa ai fan se ho distrutto il loro mito. Ho fatto solo quello che mi hanno chiesto". E alla fine ha ragione, non ce l'ho mai avuta con lui. In numerose altre interviste, ha sempre chiarito come Warner Bros., avendo i più piccoli adorato Jim Carrey in Batman Forever, avesse chiesto di trasformare il film in una enorme pubblicità a tutti i giocattoli già in produzione durante le riprese. E difatti, in moltissime sequenze, i mezzi che Batman e soci usano, nelle scene a distanza, non sono modellini, ma di fatto i prototipi veri e propri dei giocattoli che a Natale sarebbero arrivati sotto l'albero di migliaia di bambini. Il film è un flop, segue pausa forzata per Batman al cinema.

Nello stesso anno Warner Bros ha il coraggio di far uscire un film sul personaggio di Acciaio, Steel. Il protagonista è Shaquille O'Neal. Il film è costato 16 milioni di dollari. Ne ha incassati 1,7. Ciao.

Arrivano gli anni Duemila e Marvel, dopo qualche prova negli anni Ottanta/Novanta e il suo Blade, che va benissimo, lancia al cinema X-Men, che fa iniziare una nuova era per i cinefumetti. Potremmo definirla "seconda era", che terminerà poi con la nascita dei Marvel Studios e poco dopo dell'universo condiviso DC. Questi anni alternano gran bei film a ciofeche pazzesche, ma prima della rinascita di Batman cui ho già accennato, Warner Bros. ha un ultimo colpo in canna, un progetto che gira da anni nelle retrovie, sin dall'epoca di Batman: Il Ritorno. Un film con Catwoman come protagonista.

2004. Esce Catwoman, con protagonista Halle Berry. E credetemi, se siete dei super puristi delle etnie dei personaggi (diocorso sul quale solo a volte sono concorde, per una questione di backstory culturale a cui sono legati, ma non divaghiamo), credetemi: è l'ultimo dei problemi. Assieme all'Elektra Marvel, è forse uno fra gli esempi di peggior cinecomic mai girati, roba che quando la gente si accanisce su Daredevil dico sempre "OK, però stiamo calmi, dai, qualcosa di buono, se lo cerchi, c'è, in fondo." Qui no. Ma proprio no.

Finisce così la prima metà del cinema dei superori DC, infossata nel guano. Ma basterà aspettare un anno per l'inizio di una nuova era, proprio come nei fumetti. Nonostante Lanterna Verde.

Questo articolo fa parte della Cover Story "Justice League & Friends", che trovate riepilogata a questo indirizzo.

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