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Gennaio 1960: Atlanta ci regala SimCity e i Sim

Il 20 gennaio 1960 nasce ad Atlanta, in Georgia, Will Wright, figlio di un ingegnere e un attrice che del resto, nella sua vita, mescolerà un approccio estremamente nerd a un gusto artistico e creativo fuori dal comune. Da bambino, Wright frequenta la scuola Montessori, dove impara, suppongo, che il mondo non fa necessariamente cagare. Fortunello. Fissato di robotica e appassionato di videogiochi, Wright abbandona l’università, impara a programmare e sviluppa il suo primo videogioco su Commodore 64, Raid on Bungeling Bay. Successivamente co-fonda lo studio Maxis assieme a Jeff Braun, crea SimCity e conquista il mondo.

Per un decennio Maxis rimane fra gli studi di sviluppo più importanti e influenti del settore, anche se i vari SimEarth, SimAnt e SimCopter non convincono mai come il capostipite della serie, sul quale Wright torna con SimCity 2000 nel 1993. A fine anni Novanta, dopo la vendita dello studio a Electronic Arts, Will Wright porta a compimento un’idea avuta diverso tempo prima, quando aveva dovuto ricostruire la sua casa dopo l’incendio di Oakland del 1991. Nasce The Sims, l’altro capolavoro che, assieme a SimCity, definisce la sua carriera.

The Sims arriva sul mercato nonostante l'opposizione interna di Maxis, grazie all'imprevedibile lungimiranza di Electronic Arts. E diventa immediatamente il gioco PC più venduto della storia, generando un franchise capace di fruttare miliardi. A quel successo, tra l'altro, dobbiamo anche la sopravvivenza di Double Fine Productions, salvata nel momento più buio da un generosissimo Wright che stacca un assegno per aiutare l'amico Tim Schafer.

Nel 2009 Wright lascia Maxis e fonda Stupid Fun Club, con l'obiettivo di allargare i suoi orizzonti e dedicarsi non solo a videogiochi, anche a produzioni televisive e altre sperimentazioni. Il focus, però, è quello dei suoi sogni: la robotica. In questa sua nuova fase di carriera, Wright deve ancora centrare un terzo successo paragonabile ai precedenti, cosa che del resto non è esattamente semplice, e alla ormai veneranda età di sessantaquattro anni potrebbe non riuscirci più. Ma non so se scommetterei contro di lui.