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Until Dawn, il sole prima o poi sorgerà. Forse

A me i giochi "cinematografici" piacciono. Sono uno di quelli che sperano sempre che David Cage faccia quel salto di qualità che gli permetta veramente di sfondare il muro tra film e videogioco, creando un medium che prenda le qualità di entrambi i mondi. Until Dawn si inserisce di prepotenza proprio in questo contesto, portandoci di peso nella più classica ambientazione teen horror: un anno dopo un evento traumatico, un gruppo di otto ragazzi (ovviamente quattro femmine e quattro maschi), si ritrova isolato in una baita in mezzo al nulla, su una montagna battuta da una fortissima tempesta di neve, e ovviamente non sarà una notte di pace e tranquillità. Come questo breve incipit può far immaginare, il nostro compito sarà quello di cercare di far sopravvivere quanti più personaggi possibile, fino appunto al sorgere del sole. Il gioco, dicevamo, fa parte di quel genere un po' film un po' videogioco esploso, in termini di vendite e di visibilità, con Heavy Rain. Saremo quindi coinvolti in discussioni, litigi, scherzi e altro ancora tra gli otto personaggi, e chi ha in mano il joypad potrà ora semplicemente guardare il dipananrsi della trama, ora agire su dei quicktime event, o ancora comandare un personaggio come capita nelle classiche avventure di questo tipo.

Sempre ottime idee in una casa isolata nel nulla.

Anche qui l'interazione con il resto del mondo è ridotta all'osso, e quindi potremo sì prendere in mano o toccare qualche oggetto, ma sarà quasi sempre una situazione che si esaurirà in quel momento, una foto da osservare, una lettera da leggere o un totem di legno da raccogliere. Se però foto, lettere o oggetti vari hanno lo scopo di raccontare meglio trama, storie parallele e rapporti tra i vari personaggi, i totem hanno una funzione particolare. Dopo che ne avremo raccolto uno ci verrà mostrata una visione, una premonizione, che potrà essere di varie tipologie. Vedremo un amico che muore in un modo atroce? Ci sarà svelato un pericolo che non avremmo mai percepito? I totem danno al tutto quel pizzico di soprannaturale che in atmosfera simile è di casa, e innegabilmente l'effetto è molto suggestivo.

Gli otto personaggi sono ovviamente degli stereotipi presi pari pari dai film a cui il gioco si ispira, sono interpretati da attori discretamente famosi (su tutti Hayden Panettiere di Heroes, Brett Dalton di Agents of S.H.I.E.L.D.  e Rami Malek del recentissimo e bellissimo Mr. Robot) e, come il genere vuole, è stato utilizzato un performance capture avanzato per riprodurre le loro espressioni e movenze. Se per la maggior parte del gioco, visivamente, siamo veramente su livelli ottimi, se non eccellenti, purtroppo alcune espressioni facciali e alcuni movimenti non sono al livello del resto della produzione. L'effetto "morto che parla" a volte è tangibile, però sono attimi qui e lì, che non pregiudicano la qualità complessiva. Ed è una qualità che rimane alta anche negli ambienti, molto evocativi e azzeccati. Certo, stiamo parlando di sentieri innevati e baite, ma anche di altri luoghi molto più inquietanti e sinistri.

Until Dawn, per gran parte della sua durata, sa portare avanti quello che altri esponenti dello stesso genere non riescono altrettanto bene a gestire, ovvero il ritmo della narrazione. Al contrario di quanto avviene in un Beyond, per esempio, qui i ritmi, le inquadrature e le "scene" si susseguono in maniera molto serrata, con le giuste tempistiche, evitando l'effetto noia che un gioco simile può generare se si lascia il giocatore troppo a se stante. Ho detto "per gran parte della sua durata" perché se per tre quarti il gioco è un ottimo horror "slasher" con personaggi ben caratterizzati e tanti (ma tanti) momenti in cui saltare sulla sedia, per la parte finale il tutto si smonta un po', il gioco sembra cambiare pelle e diventare più un survival horror con i quicktime event.

L'impressione è che una volta messa in piedi la parte thiller, nella quale i personaggi cercano di capire cosa stia succedendo e chi ci sia dietro a tutti gli avvenimenti cui vanno incontro, gli sviluppatori abbiano deciso di allungare il brodo inserendo una parte molto più semplice da gestire al livello produttivo e decisamente molto meno interessante da giocare. Così ovviamente non si sono dovuti sentire le lamentele di chi avrebbe preferito un'esperienza più lunga ma purtroppo il gioco, a mio avviso, ne esce molto penalizzato, proprio perché le aspettative che crea durante la prima parte non si concretizzano, secondo me, come atteso.

Vabè ora aspettiamo la seconda stagione di Mr.Robot.

Come ormai produzioni del genere ci hanno fortunatamente abituato, anche in questo caso dal punto di vista sonoro siamo di fronte ad un ottimo lavoro sia sotto il lato della colonna sonora, molto cinematografica e azzeccatissima per il genere, sia sotto il punto di vista del doppiaggio. Il gioco permette di cambiare lingua in qualsiasi momento, tra italiano e inglese, e comunque il parlato italiano è molto, molto buono. A mio avviso, ma questo è un problema di sceneggiatura e non certo tecnico, i personaggi esagerano con le parolacce per gran parte del gioco. Va bene essere inseguiti da gente che ti vuole uccidere, va bene trovarsi immersi in una tormenta infinita in un posto dimenticato da Dio, ma un film con lo stesso target non avrebbe mai il benestare all'uscita con imprecazioni del genere tanto numerose (ma non sarebbe neanche così sanguinoso, allora ndgiopep).

Detto questo, Until Dawn è un buon gioco del genere che possiamo volgarmente definire dei film interattivi e che Sony sembra finanziare sempre con interesse. Fa tante cose molto bene ma cade purtroppo sul più bello, pur comunque mantenendo un ritmo sempre abbastanza serrato, che altri giochi simili si scordano. Se si è amanti di questo particolare genere non deluderà, e comunque il fattore rigiocabilità, dato dalla possibilità di salvare o meno altri membri del gruppo, non è da sottovalutare.

Ho giocato ad Until Dawn acquistandolo scatolato in negozio, per fortuna beneficiando di giochi usati e sconti, e l'ho terminato in sette ore abbondanti. Per questo i sessantanove euro richiesti full price mi sembrano troppi, anche considerando il fattore rigiocabilità. Come sempre ci ho giocato di notte, con le cuffie ben piazzate sulla testa, e ho rischiato l'infarto non poche volte. Una volta finito, il consiglio è di seguire i titoli di coda. Ah, come al solito, se acquistate Until Dawn (o qualsiasi altra cosa) su Amazon passando da uno dei seguenti link, una piccola parte di quel che spendete andrà a noi, senza sovrapprezzo per voi. Potete farlo su Amazon Italia a questo indirizzo o su Amazon UK a quest'altro indirizzo.

Voto: 7,5