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This is for the players!1!111!!!!7

Sono le 6:30 di una mattina di metà giugno e vengo svegliato dal rumore incessante della pioggia, interrotto di tanto in tanto dal fragoroso tuonare di fulmini e saette. Sono andato a dormire intorno alle 2 di notte, con tanto di maledizione voodoo da quel voodoo child di Babich in diretta streaming, dopo una serata alcolica a seguire quelle conferenze E3 tanto attese che, come al solito, hanno riservato più momenti da sad trombone che gioie e vere e proprie (anche se oh, dai, Star Wars: Battlefront e Jason VandenBerghe meritano solo cuori). Peccato che non avevamo ancora visto niente.

Sony arrivava all'E3 con i favori del pronostico, per il semplice fatto che in questa generazione di mediocrità è riuscita a dare al pubblico quello che voleva, sin da subito: un marketing azzeccato. Già, perché di videogiochi in esclusiva, almeno nel primissimo periodo, se ne sono visti di più in casa Microsoft, ma a Redmond hanno sbagliato pressoché tutto in fase di presentazione e, ehi, pretendevano pure cento bigliettoni in più per un prodotto meno potente (almeno sulla carta). Poi, chiaro, Sony si è guadagnata la simpatia dell'utenza sul campo (con delle feature superflue ma comode, tipo Share e i giochi "gratis" del Plus), ha saputo rendere popolare roba tipo Bloodborne e aveva dalla sua delle frecce invitanti al grande pubblico, come Uncharted 4. Insomma, avrebbe potuto vivacchiare di No Man's Sky e qualcosina qua e là tra i mille leak degli ultimi giorni per portare comunque a casa la pagnotta, soprattutto considerando che l'annuncio più significativo di Microsoft è stato il nuovo controller (e solo perché abbiamo tutti pensato "dai che viene bene per il PC!").

Invece di Ratchet & Clank manco l'ombra, Dark Souls III addirittura lasciato completamente a quell'imbolsito di Phil Spencer. Sony, per non sbagliare, ha aperto la conferenza con la chimera inafferrabile, il sogno che si è tramutato in incubo nel corso di otto lunghissimi anni: The Last Guardian. Se parti così non puoi che mettere l'asticella lassù, altissima, rischiando di finire mangiato dalla tua stessa voglia di sbaragliare la concorrenza... per mantenere il ritmo dovresti annunciare Final Fantasy VII in HD.

Ah, OK.

Vabbé, dai, ormai la conferenza bisogna chiuderla, ci possono bastare gli aperitivi indie e il classico tripla A multipiatta che vende un sacco ma di cui interessa a pochi (di sicuro non a quelli a cui interessano i due titoli qui sopra). Dai dai dai, ormai è formalità.

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Oh.

D'un tratto, intorno alle 7 del mattino del 16 giugno, capisco che la pioggia non è qualcosa di bizzarro, un evento metereologico comunque estivo per quanto improbabile, ma piuttosto il modo che ha la Terra per reagire a questa santissima trinità di nomi tirati giù da Andrew House e soci, così, con nonchalance, in una notte in cui molti si aspettavano la mediocrità e invece li ha condotti all'ospedale, a farsi riattaccare l'organo riproduttivo dopo ore di maltrattamenti estatici. Se fossi Fabio Caressa vi direi che "il calcio è strano", se fossi Flavio Tranquillo vi direi "I love this game", ma nonostante un'introduzione à la Buffa non sono nessuno, e posso solo citarvi uno slogan pubblicitario apparso di fianco a un signore che, se avesse dei compagni di squadra e non una corsia di pronto soccorso da trascinare, tra qualche giorno si metterebbe al dito il suo terzo anello NBA: "we are all witnesses", siamo tutti testimoni.

Oh, poi, certo, a voler tornare un attimo brutte persone si potrebbe anche far presente che The Last Guardian è sopravvissuto a una gestazione che definire problematica è un eufemismo, è previsto già (?) per l'anno prossimo e, insomma, lo dico sotto voce per non svegliarvi dal sogno, ma potrebbe anche essere brutto; Shenmue III ha un po' lo stesso problema di cui sopra e Final Fantasy VII, stringi stringi, è pur sempre uno di quei tanto odiati remake in HD... ma quando ho cominciato questa roba, prima che deragliasse in citazioni cestistiche e considerazioni di vario genere, non volevo discutere delle operazioni di per sé.

Volevo solo dire che siamo tutti testimoni di quanto il marketing fatto bene, ancora una volta, sia la chiave di tutto. "This is for the players" è il motto che accompagna PlayStation 4... "e se i giocatori vogliono quei nomi lì, noi glieli daremo". Nella generazione in cui Kickstarter spopola e il pubblico fa da mecenate ai grandi artisti del nostro tempo, è ormai evidente che la creatività non può nulla contro il potere della nostalgia (con buona pace di Horizon di Guerrilla Games). E poi, certo, va sottolineato che anche se di questa santissima trinità, alla fine, solo una è un'esclusiva Sony, alla fine non è un problema. L'importante era mettere vicini "Sony" e "PlayStation 4" con quei nomi lì, poco importa se con esclusive temporali o inezie di questo genere. Citando Jurassic Park, Dio crea l'uomo, l'uomo crea il SEO, il SEO distrugge Dio e, a forza di avvicinare le parole chiave, ci fa credere a quello che vuole lui.

E insomma, Sony ha vinto l'E3 e, cosa più importante, a questo punto Half-Life 3 confirmed.

Detto questo, se LeBron vince le Finals non starei certo qui a lamentarmi.