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The Great Perhaps ci prova, ma non ci riesce proprio fino in fondo

Il concetto su cui si basa più o meno tutta la parte più strettamente ludica di The Great Perhaps è senza dubbio interessante e in fondo non ancora abusato, anche se di recente l’abbiamo visto utilizzato con grande efficacia in Titanfall 2 e Dishonored 2. Il protagonista è un astronauta che ha sostanzialmente assistito all’apocalisse dalla base spaziale su cui stazionava. Una volta tornato sul pianeta, trova una specie di lanterna magica che gli permette di spostarsi fra il suo presente e un momento del passato precedente alla distruzione della Terra. Chiaramente, l’occasione è golosissima e il nostro amico decide di sfruttarla per provare a salvare il pianeta in qualche modo, oltre che per lanciare uno sguardo alla propria famiglia, perita in sua assenza.

Il tutto si configura attraverso un gioco d’avventura molto lineare, in cui ogni ambientazione presenta uno o due enigmi incentrati sull’utilizzo della lanterna. Questa può essere completamente accesa, per spostarsi nel passato fino a che non termina la carica della batteria, oppure se ne può proiettare il raggio di luce, per osservare l’altra epoca senza spostarsi da quella in cui ci si trova. Quest’ultima funzione è importante perché bisogna stare attenti a diversi pericoli e ostacoli. Se spostarci nell’altra epoca ci farebbe apparire dentro a una roccia, uccidendoci, non è possibile attivare il balzo. Di contro, se siamo nel passato e la batteria si esaurisce, sparandoci dentro una roccia nel futuro, si muore sul colpo. Inoltre, entrambe le epoche (ma soprattutto nel presente/futuro) ospitano pericoli mortali, fra mostri mutanti ed esseri umani ostili, a cui possiamo sfuggire viaggiando nel tempo e davanti ai quali non è il caso di apparire improvvisamente. E poi, come detto, ci sono gli enigmi.

I puzzle proposti da The Great Perhaps sono tutti molto semplici e richiedono quasi sempre di recuperare un oggetto in un’epoca per utilizzarlo nell’altra. Ci sono passaggi bloccati di qua e sbloccati di là, chiavi nascoste, meccanismi rotti o funzionanti e via dicendo: si gioca tutto sulla diversità di status fra i due luoghi e, per quanto si introducano fino alla fine nuove varianti sul tema, alla lunga è difficile aggiungere varietà. Si potrebbe, però, rendere le cose un po’ più complicate, ma a The Great Perhaps sembrano interessare maggiormente l’esperienza narrativa e il flusso del racconto. Cosa che va pure bene, eh, lungi da me lamentarmene, ma in questo senso risulta fuori posto la decisione di complicare le cose in maniera quasi arcade, giocandosela sui pericoli, su momenti in cui bisogna muoversi velocemente e sul rischio di morte improvvisa, spesso legato al tempo limitato d’utilizzo della lampada.

Sono passaggi che raramente aggiungono tensione “positiva” e finiscono quasi sempre per risultare inutilmente tediosi, nonostante comunque l’abbondanza di checkpoint aiuti a smussare le asperità. A non aiutare, invece, è la generale legnosità dei controlli, che non costituisce un problema nelle fasi più d’avventura ma, appunto, finisce per dare abbondante fastidio quando ci si trova improvvisamente a dover scappare da un mostro incazzato. Dopodiché, intendiamoci, sono peccati veniali, a cui passi sopra se il resto funziona, ma la verità è che The Great Perhaps si ferma a livello “interessante, promettente, ha personalità ma gli manca qualcosa e non arriva là dove vorrebbero le sue ambizioni” anche sul piano stilistico e narrativo. Ci sono cose belle, anche molto belle, ma pure parecchi passaggi a vuoto e un generale senso di incompiutezza che va oltre quello voluto e ricercato dal racconto. Chi ama questo genere di esperienze può comunque dargli una chance, ma siamo ben lontani dall’eccellenza.

Ho ricevuto un codice Steam dallo sviluppatore e ho impiegato circa un paio d’ore per finire il gioco. Almeno credo: quando giochi online, Steam fa casino col contatore. Non ho sbloccato tutti gli obiettivi, quindi suppongo ci siano margini di rigiocabilità. The Great Perhaps è disponibile solo tramite download su PC.