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Il viaggio della speranza di The Banner Saga 3

The Banner Saga ha sempre saputo vendersi bene. Un gioco di strategia caratterizzato da un aspetto grafico quasi degno di un cartone Disney, accompagnato da una trama matura che sfrutta un’ambientazione originale chiaramente ispirata ai miti nordici. Di per se, il gioco non è niente di complesso, non è uno strategico di quelli che lasciano i generali da poltrona a grattarsi la testa e cercare di capire come procedere. In realtà, è uno strategico così semplice che è stato convertito anche per girare su cellulare (ma dopotutto su cellulare si trovano anche Planescape: Torment e XCOM, quindi, forse, non è automaticamente sintomo di eccessiva semplicità).

Quello che in realtà credo fermamente sia valido per questa serie è che ci si trova davanti a un prodotto in cui la somma delle sue parti dà un risultato migliore, molto migliore, di quanto lascerebbe pensare l’analisi delle caratteristiche singole. Per questo una storia buona ma che non definirei memorabile, che accompagna battaglie a scacchiera reminiscenti maggiormente di Final Fantasy Tactics rispetto a Terror From the Deep, riesce a catturare e appassionare dall’inizio alla fine.

L’avventura, in The Banner Saga 3, riprende da dove era stata lasciata nel precedente capitolo: una situazione da fine del mondo in cui tenebre e maledizioni minacciano di mettere fine al pianeta conosciuto, con solo un manipolo di eroi che cercano di fermare l’apocalisse e salvare quante più persone possibili, accogliendo nelle proprie fila abitanti e combattenti. La gestione del clan è in realtà piuttosto semplice dal lato tecnico, ma diventa molto più interessante dal punto di vista “umano”. Ad esempio, se si accolgono dei centauri che si sono macchiati di crimini verso alcune tribù umane, e poi si accolgono anche queste stesse tribù, non ci si deve stupire che il risultato finale sia ben lontano dall’essere anche solo minimamente positivo. Anzi.

E quando le cose si mettono male e si deve passare al buon vecchio pestaggio, la mappa di gioco si focalizza su una piccola scacchiera, in cui scegliere come disporre le proprie unità e affrontare i nemici. Il sistema di combattimento non è cambiato rispetto a quanto visto nei primi capitoli, ma per chi si avvicinasse solo ora a The Banner Saga, segnalo che gli scontri avvengono a turni e ad ogni attacco si deve decidere se intaccare l’armatura avversaria o direttamente la vita, con l’armatura che riduce i danni portati all'avversario, ma i danni alla vita che si trasformano anche in una minore capacità offensiva del nemico, che potrà quindi fare meno danni quando toccherà a lui attaccare. Si tratta di un sistema che personalmente non ho amato alla follia ma offre comunque interessanti spunti strategici. Altra caratteristica da tenere d’occhio nel pensare agli scontri è che alcuni personaggi sono “giganti” e occupano un numero più grande di quadretti, cosa che può essere utile nel bloccare un’area maggiore del campo di battaglia, ma anche che basta un solo nemico che occupa uno solo dei quadretti per bloccare l’intera unità, senza contare che si può essere circondati e attaccati contemporaneamente da un numero molto maggiore di nemici.

Al termine di ogni combattimento, si può spendere fama ed esperienza per acquistare oggetti, livelli e abilità speciali per potenziare i propri personaggi. Il sistema di crescita è moderatamente profondo e permette di avere un feeling reale di “potenza” man mano che gli eroi raggiungono il loro potenziale bellico. Il fatto che la “fama” poi possa essere spesa per acquistare artefatti ed equipaggiamento aumenta la necessità di pensare strategicamente su come conviene in realtà investire le proprie risorse. Si tratta di un sistema magari non profondo e arzigogolato, ma che riesce a dare perfettamente al giocatore un senso di urgenza e di necessita’ di gestire a dovere le proprie risorse, senza esporsi a rischi inutili che metterebbero unicamente in pericolo la vita di tutti i civili che hanno riposto le loro speranze (e le loro vite!) proprio nell'eroe.

The Banner Saga 3 uscirà il 26 Luglio su PC, Nintendo Switch, PlayStation 4, Xbox One e Mac OS, chiudendo la storia iniziata col primo capitolo nel 2014. Uscirà localizzato in italiano, ma al momento, la versione che ho potuto provare ha una traduzione parziale, su cui i programmatori stanno ancora lavorando, quindi preferisco non sbilanciarmi a dare giudizi su qualcosa che, per stessa ammissione del team di sviluppo, deve essere completata. Quel che posso dire è che quanto ho visto è promettente, e anche se il gioco in sé non presenta grandi innovazioni rispetto ai precedenti due capitoli, il prodotto finale ha un feeling che trasmette qualità e soprattutto molta, molta passione. Sicuramente è un gioco da tenere d’occhio prima della sua uscita e che proverò con piacere quando sarà in una versione più completa, immergendomi nell’inverno scuro e tenebroso delle leggende nordiche.