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Super Stardust Delta: doppio stick, doppia goduria

Più del devastante schermo OLED (roba da sconfinare nell'autentica pornografia tecnologica, e chi ha avuto modo di vedere dal vivo una PS Vita sa di cosa parlo...), più di touch e retro touch, più di qualsiasi portentosa applicazione web-social, c'è UNA caratteristica del nuovo portatile Sony che mi eccita in maniera incommensurabile sin dall'ormai distante annuncio col nome di NGP: il doppio analogico. L'aver inserito su una piattaforma portatile quello che è sostanzialmente il sistema di controllo standard da un paio di generazioni a questa parte rappresenta infatti un'autentica rivoluzione copernicana per le possibilità del gaming da passeggio: in barba all'integralismo "only touch" di Apple e all'ottusità dell'originale design mono-analogico del 3DS, PS Vita è - e verosimilmente rimarrà - l'unico dispositivo in grado di replicare in maniera del tutto fedele il modo di giocare "tradizionale" senza sacrifici, forzature o salti mortali di sorta (che poi volendo pure per quelli ci sono feature a strafottere). Insomma, se non siamo davanti a un punto di non ritorno, veramente poco ci manca.

Cosa dunque di meglio di un twin stick shooter per mettere immediatamente alla prova la bontà degli analogici della neonata bambolina Sony? La risposta è semplice: non un twin stick shooter qualsiasi, bensì uno dei massimi esponenti del genere: un nuovo capitolo di Super Stardust espressamente dedicato a PS Vita, l'ideale per per fare la gioia di fan vecchi e nuovi.

Delta riparte direttamente dalla gloriosa eredità di Super Stardust HD, fortunata riedizione in salsa PS3 di un indimenticato classico per Amiga targato Team17. La formula rimane rigorosamente la stessa - si parla sostanzialmente di un clone dell'immortale Asteroids che si distingue per la sfericità del piano di gioco, con un effetto non dissimile dal feeling di certi livelli di Mario Galaxy - anche se rispetto al deludente Super Stardust Portable (l'episodio visto su PSP nel 2008) questa volta il passaggio alla dimensione handheld non ha costretto a nessunissimo compromesso.

E infatti, console alla mano, il risultato è strabiliante: dovrete provare a destreggiarvi in un fottuto inferno di asteroidi alla deriva, fra centinaia e centinaia di detriti che sbattono letteralmente ovunque, poderosi effetti speciali, rallenty ad hoc e quant'altro (il tutto senza il benché minimo calo di frame rate, notare bene!). E credetemi, sarà difficilissimo non essere sopraffatti da cotanta magnificenza visiva: senza se e senza ma, Super Stardust Delta è uno di quei giochi che soltanto un paio di anni fa sarebbero apparsi come pura fantascienza su una piattaforma portatile.

Più che mai la vera meraviglia è da ricercarsi comunque nel gameplay: il tripudio arcade di Housemarque si adatta come un guanto ad una fruizione "on the go", e così, senza nemmeno rendervene conto, finirete per trascurare i titoli più blasonati, finendo per diventare schiavi di una selvaggia caccia all'asteroide in grado di creare dipendenza.

E la perversa connettività online non farà altro che peggiorare le cose: in perfetto stile social network i vostri punteggi saranno infatti costantemente paragonati a quelli dei vostri amici, aggiungendo un ulteriore incentivo alla già diabolica rigiocabilità dell'insieme. Insomma, non pensate nemmeno per un istante di poter dedicare a Super Stardust Delta brevi sessioni da una botta e via: siamo dinnanzi a un esemplare caso di "ancora un'altra e poi smetto", con tutto quel che ne consegue (autobus persi, viaggi in treno protratti oltre il dovuto, sessioni sul trono da potenziale contagio biologico). Gamer avvisato, mezzo salvato.

In qualità di titolo di lancio, l'ultima fatica dei creatori di Dead Nation e Outland non poteva non concedersi alcuni adattamenti (più o meno forzati) alle caratteristiche di Vita: a prescindere dai simpatici minigame fondati sull'utilizzo delle varie feature (extra tutto sommato piacevoli e ideali per spezzare un po' la consueta routine d'azione), anche la modalità principale ha infatti subito qualche ritocchino. In particolare il lancio dei missili è stato assegnato al touch frontale, l'impiego dei buchi neri (una gustosa new entry ideale per far mambassa di asteroidi) al retro-touch pad e la gestione della visuale agli accelerometri: nulla di trascendentale, sia chiaro, anche se tutto sommato poteva forse andare pure peggio.

Senza se e senza ma, l'offerta è di quelle irrinunciabili: con 8 Euro vi porterete a casa un concentrato di grafica, gameplay e divertimento old school di quelli da far impallidire il 95% dei titoli retail. Si può sapere cosa state aspettando? Correte a scaricarlo, che l'acquisto è di quelli obbligatori.

Voto:9