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Spoiler Zone #1 - Mass Effect 3 e il finale della discordia

Una rubrica in cui parliamo dei giochi "a posteriori", senza farci alcun problema di spoiler. Insomma, se non avete ancora giocato ciò di cui si parla, statene alla larga, perché qui potremmo svelarvi ciò che non volete sapere!

Quest’analisi del gioco non cambia il mio giudizio complessivo su Mass Effect 3, ma vuole essere uno spunto di riflessione sul finale e, più in generale, sulle promesse fatte da BioWare nei mesi scorsi e sulla qualità del lavoro degli autori. Come ho già scritto nella mia recensione, a me Mass Effect 3 è piaciuto molto, anche se non mi ha coinvolto quanto hanno fatto i due episodi precedenti. Perché? Difficile da dire, ma è molto probabile che il finale del gioco c’entri qualcosa. Se avete seguito un po’ le notizie diffuse in rete qualche giorno dopo l’uscita del gioco, molti fan hanno protestato con veemenza contro il finale del gioco. Prima di finire Mass Effect 3 ho pensato che fosse una delle tante campagne inutili e senza senso che i fan adorano fare in casi come questi (c’è addirittura una petizione che richiede che BioWare riscriva il finale). Tuttavia, una volta completato il gioco, non ero più così saldo nelle mie certezze e mi sono ritrovato, mio malgrado, a essere parzialmente d’accordo con le proteste. È impensabile che BioWare riscriva il finale di Mass Effect 3 e della saga, ma è giusto che noi giocatori facciamo presente il nostro stato d’animo. Perché? Perché abbiamo pagato il gioco e quindi abbiamo il diritto di manifestare la nostra insoddisfazione (ma solo quella, non montiamoci la testa).

Dietro l’insoddisfazione derivante dal finale di Mass Effect 3 ci sono due motivazioni: la prima è rappresentata dai numerosi buchi di sceneggiatura e dalle molte contraddizioni presenti, mentre la seconda è la sensazione che BioWare si sia rimangiata tutte le promesse di libertà di scelta e varietà di eventi per offrirci tre conclusioni pressoché identiche, fatta eccezione per il colore dominante del video conclusivo (giuro). Si fa fatica a credere che nel giro di una decina di minuti gli autori siano riusciti a mandare all’aria il lavoro fatto nel centinaio di ore di gioco accumulate nel corso dei tre episodi della saga, teorie e certezze create da loro stessi e che hanno deciso di ignorare e sovvertire, per accomodare un finale discutibile.

Cominciamo dai buchi di sceneggiatura. Il primo, più evidente e inspiegabile, è quello che riguarda la Normandy e i nostri compagni. Se ricordate, durante l’attacco finale Shepard e la ciurma della Normandy sono sulla Terra, pronti a combattere contro i Razziatori. Durante la corsa suicida verso il raggio che ci avrebbe trasportato sulla Cittadella, i due compagni scelti per accompagnarci spariscono senza motivo e noi ci ritroviamo in orbita da soli con Anderson (misterioso come abbia fatto ad arrivarci lui e non gli altri). Dopo aver fatto la nostra scelta, vediamo la Normandy scappare a tutta velocità dall’esplosione dei Mass Relay, i portali galattici che permettono di viaggiare da un sistema solare all’altro. Questa scena non ha senso per due motivi: il primo è che è assolutamente impensabile che Joker e il resto della ciurma prendano la Normandy e abbandonino la battaglia che deciderà il destino dell’universo intero per fuggire; il secondo è che non viene assolutamente mostrato o spiegato come e quando Joker sia sceso sulla Terra, abbia raccattato tutti i membri del gruppo (inclusi i due che avevano accompagnato Shepard, Garrus e Liara nel mio caso, e infognati chissà dove in un’area probabilmente piena di forze nemiche) e sia ripartito a tutta velocità per salvarsi. Piccola postilla sulla raccolta di risorse militari che è stata il tema portante di questo terzo episodio: dove diamine sono durante lo scontro finale? A parte la breve sequenza introduttiva all’inizio dell’attacco, BioWare non è riuscita per niente a rappresentare adeguatamente quella che avrebbe dovuto essere l’ultima battaglia dell’universo.

Già che ho parlato dell’esplosione dei Mass Relay, togliamoci anche questo sassolino dalla scarpa. Questo è un altro evento totalmente inspiegabile e che va contro tutto quello che ci avevano spiegato finora. Se ricordate, nel corso dei giochi precedenti ci hanno raccontato come l’esplosione di un Mass Relay creerebbe un effetto simile a quello di una supernova che probabilmente distruggerebbe il sistema solare in cui si trova. Quale che sia la soluzione scelta alla fine (e di questo parlerò più avanti), i Mass Relay saranno distrutti comunque. Tutti, senza eccezione, come mostra il filmato finale. Ora, ammettiamo pure per un momento che questa esplosione sia “benigna” e che la distruzione dei Mass Relay non abbia causato il totale annientamento di tutte le forme di vita dell’universo, ma che futuro possono avere le razze senza i portali galattici, situazione che li riporta indietro di centinaia di migliaia di anni? E vogliamo dimenticarci dei soldati e delle navi che abbiamo accumulato per l’attacco contro i Razziatori e che ora rimarranno per sempre in orbita intorno alla Terra (che vi ricordo che ormai è totalmente distrutta e incapace di sostenere qualsiasi forma di vita) fino a quando non termineranno le scorte a bordo? Quale che sia la realtà dei fatti - e non abbiamo modo di saperlo perché BioWare ha simpaticamente evitato di spiegare qualsiasi aspetto controverso della vicenda - ho l’impressione che il mio Shepard abbia ammazzato più gente così di quanta i Razziatori avrebbero mai potuto fare. E meno male che era l’ultima speranza dell’universo!

Un altro aspetto del finale che ho trovato molto fastidioso è la sovversione di uno dei temi portanti dell’intera saga: la forza della tolleranza e la volontà di Shepard di superare le differenze per trovare un punto d’incontro tra posizioni all’apparenza inconciliabili. Il nostro stesso gruppo è una perfetta rappresentazione di questo tema, con membri di ogni razza, organici e sintetici, che mettono da parte le proprie diversità e i loro odi atavici per collaborare verso un obiettivo comune, per un bene più grande di loro. Tutto questo viene messo da parte frettolosamente e senza troppi complimenti nel finale di Mass Effect 3 per dirci che ciclicamente i creati sintetici (i Geth nel nostro caso, suppongo) si rivoltano contro i propri creatori organici (il resto delle razze dell’universo) e che quindi servono degli altri sintetici (i Razziatori) che ammazzino tutti prima che tutto questo accada di nuovo come è successo in passato. E intanto, mentre ripensavo a Legion, EDI e la pace tra i Geth e i Quarian, avevo ormai perso il conto delle fesserie dette dall’IA. No, sul serio, ma mi state prendendo per i fondelli?! “Vi faccio il favore di ammazzarvi io coi miei sintetici creati apposta prima che vi ammazzino i vostri” “Ah, ma che grande idea, grazie!” E come se non bastasse, questa montagna di idiozie ci viene rifilata da un’IA mai vista e sentita prima che si presenta a noi durante gli ultimi 15 minuti di una storia che dura da 100 ore. È il più triste, puerile e abusato trucchetto narrativo che esista, l’introduzione di un deus ex machina che sistemi tutto quello che gli autori non sono in grado o non hanno voglia o tempo di giustificare adeguatamente. E poi ci si chiede perché i giocatori non l’hanno presa bene...

E del finale vero e proprio cosa vogliamo dire? Definirlo deludente è un eufemismo. Dall’arrivo di Shepard sulla Cittadella, ci ritroviamo in una lunga sequenza vagamente interattiva in cui siamo privati del tutto della libertà di scelta che aveva caratterizzato la saga fino a quel punto (ah, un appello a tutti i game designer del mondo: BASTA con le sequenze coi personaggi claudicanti, non ne posso più!). Passi la presenza di Anderson, tollero anche che l’Uomo Misterioso faccia la sua ultima apparizione, anche se non si capisce come abbiano fatto ad arrivare entrambi, ma l’introduzione dell’IA come agente superiore dietro le quinte è un colpo basso. E lo sono ancora di più le tre scelte che ci vengono offerte, soluzioni identiche che differiscono solo per il colore che le caratterizza, ma che in sostanza sono perfettamente identiche nel risultato. Risultato, per altro, di cui non sappiamo nulla, perché del destino dell’universo gli autori di BioWare non ci raccontano un bel niente. Che poi, ripensandoci, perché diamine non mi è stata data la possibilità di fare una leva al bambinetto insopportabile? “Senti, ragazzino, mi sono fatto un mazzo tanto finora per raccogliere forze militari per ricacciare i Razziatori a calci da dove sono venuti. Ho ammazzato Saren, sono morto e resuscitato, ho vinto fuori casa nella base dei Collettori e ho distrutto quel semi-Razziatore, sai dove te le puoi infilare le tue tre scelte? Io e la mia flotta combatteremo fino alla fine, e se dovremo morire, così sia, ma non sarai certo tu a decidere il nostro destino”. E invece no, mi è toccato scegliere fra tre opzioni, tutte ugualmente insoddisfacenti, e poi assistere impotente alla rovina di quanto il mio personaggio, e io con lui, avevamo costruito fino al momento. Non volevo un lieto fine, volevo solo una conclusione degna di questo nome. Me l’ero guadagnata, e con me tutti gli altri appassionati della saga. Non mi sembra che chiedessimo troppo.

Combinazione, poco dopo aver finito di scrivere questo pezzo, è apparso sul blog di BioWare un post scritto da Ray Muzyka, uno dei fondatori di BioWare (teme la mia opinione, ah!). Purtroppo la sua risposta alle critiche ricevute a proposito del finale di Mass Effect 3 non è quella che mi sarei aspettato e che avrei sperato di leggere. Da una parte apprezzo il bagno di umiltà e il rispetto mostrato da Muzyka per l’opinione dei fan (per lo meno quelli che le hanno espresse in maniera educata), ma temo il peggio quando scrive che il team di sviluppo è al lavoro per aiutare i fan a trovare le risposte che cercano per le questioni lasciate insolute nel gioco e per coloro che desiderano una conclusione più definitiva. Spero fortemente che queste risposte non arriveranno sotto forma di DLC a pagamento e che non andranno a modificare in maniera radicale il gioco che ho potuto apprezzare. Vedremo come andranno le cose e, nel frattempo, terrò le dita incrociate.