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Silent Hill HD Collection: due al prezzo di tre

Introdurre il titolo Konami facendo il solito sermone sulla moda delle collection sarebbe quantomeno banale. Ma a pensarci bene, anche scrivere di non farlo, di fatto, sortisce lo stesso risultato: o no? Passando oltre questi onanismi pseudo-giornalistici, andiamo subito al sodo, e vediamo se è realmente una maledizione a perseguitare l'oramai sbiadito marchio di Silent Hill. Questa collection vede la luce dopo diversi rinvii, arrivando sugli scaffali insieme a Downpour. Probabilmente Konami sperava in una sorta di effetto scia, che portasse appassionati e non, a rinpinguarsi di Silent Hill, per conoscere o rivivere le avventure di James e Heather. Anticipiamo subito, a scanso di equivoci, che questa collection ci lascia assolutamente interdetti. La rimessa a lucido dei titoli Konami, non solo ne snatura l'estetica volutamente sporca, ma lo fa anche in maniera superficiale, inciampando maldestramente in errori tecnici grossolani, soprattutto nella versione Playstation 3.

Avviato il disco, il titolo si presenta con un'evocativa immagine sgranata, dove svetta l'ormai leggendario Pyramid Head. Com'è d'uopo, potremo scegliere se iniziare dal secondo o da terzo capitolo, e solo sentire il "Theme of Laura", nel caso si indugiasse sulla schermata, mette i brividi. Stiamo parlando - senza esagerazioni - della musica di una delle migliori OST videoludiche di sempre.

Ritornando coi piedi per terra, questa collection non offre nient'altro: nessun dietro le quinte, materiale tagliato, immagini o gallerie assortite. Un autentico crimine visto il materiale a disposizione su questa saga. Poco male: cominciando fiduciosamente ad analizzare Silent Hill 2, si può vedere la prima novità, consistente in  un nuovo doppiaggio. Tuttavia, visto il valore iconico che hanno assunto i personaggi nel corso degli anni, sarebbe bizzarro scegliere dei doppiatori diversi: un po' come rivedere la saga di Guerre Stellari con voci completamente nuove. Chi lo vorrebbe sul serio?

Tanto di cappello ai professionisti che hanno prestato la voce a James e Maria - a dispetto degli altri - producendosi in una recitazione sentita e lodevole. Rimangono, però, incomparabili con gli attori originali. Levatevi dunque lo sfizio ad un secondo giro, perché Silent Hill 2, che siate neofiti o vecchie guardie, va giocato fuor d'ogni dubbio col doppiaggio originale.

Addentrandoci nella cittadina, compaiono, ahimè, le prime magagne. La nebbia volumetrica dell'originale è stata sostituita da una sorta di "tendina" che copre lo schermo. Mentre sui vecchi sistemi sembrava letteralmente di sprofondare nel fumo, qui l'effetto è quasi da cornice Photoshop, con buona pace dell'atmosfera. Per quanto invecchiato bene, il gioco mostra il fianco a diverse critiche, soprattutto alla luce delle scelte fatte dagli sviluppatori. In molti passaggi, infatti, nonché nella maggior parte dell cut-scene, l'effetto nebbia è stato ridotto. Visto che non tutte le parti della cittadina sono state modellate a dovere, proprio perché consapevolmente occultate dalla foschia, nella collection si palesano in tutta la loro spoglia squadratura.

Gli interni sono decisamente migliori, vuoi per la rifinitura di alcune texture, che per gli effetti di luce ben implementati. Nell'insieme stonano i soli 30 fps, che su Xbox 360 e PS3 sono del tutto anacronistici, visto il motore grafico che devono muovere.

Addirittura incomprensibili i micro-scatti in alcune fasi del combattimento, frequenti ancora di più sulla console Sony, ammorbata anche da freeze e cali di frame rate. Per la gioia dei completisti è presente anche la mini quest: Born from a wish, uscita ai tempi della riedizione del secondo episodio. L'eloquente titolo che dà il nome all'espansione ci vede alle prese con Maria, in una sorta di mini-avventura da risolvere in attesa dell'arrivo di James. Adagiandosi, più o meno, su una sessantina di minuti, Born from a wish rimane uno sfizio, che poco aggiunge al costrutto narrativo finale, se non uno "spiegone" indiretto che forse i puristi avrebbero evitato.

Per il terzo capitolo, va fatto un discorso a parte. Le regole applicate sono le stesse del secondo episodio: via la nebbia da molte cut-scene, rimessa a lucido degli anfratti più sporchi, e totale ridoppiaggio dei personaggi, questa volta non selezionabile. Se le nuove voci appaiono sufficienti, la stessa cosa non si può dire per la conversione. Tecnicamente meraviglioso per una Playstation 2, il gioco non tiene il passo con la generazione successiva, pur possedendone ampiamente i mezzi (si pensi alle riedizioni di Metal Gear o God of War).

Soprattutto sulla console Sony, il frame-rate è spesso imbarazzante, incespicando quasi sempre, anche nelle situazioni meno caotiche. La palette di colori, eccessivamente desaturata, rende l'aspetto generale più spoglio. Se ci aggiungete l'alta risoluzione, l'effetto finale è la perdita di quell'aura marcia e putrescente che caratterizzava l'estetica del gioco.

Su Xbox 360 la situazione è molto migliore in termini di fotogrammi al secondo, ma non si va oltre. Per quanto allucinato e perverso, Silent Hill 3 risplende per la straordinaria ossatura tecnica allestita da Konami, non certo grazie agli sviluppatori che l'hanno portato in HD. I volti, le espressioni, alcuni passaggi della dimensione alternativa, regalano momenti di puro e malatissimo terrore. Ma i meriti, come già detto, sono del gioco originale, non della sua riedizione. Anche in sede di adattamento, e questo per entrambi i titoli, il codice è stato preso e sbattuto sulle nuove console senza approfittare di un'eventuale rilettura.

Ci ritroviamo quindi con strafalcioni come: "Cos'era quell'ombra giust'ora", ridicola traduzione letterale di "just right now", o con frasi del tipo: "Volevo parlarti del parto" anziché "della tua nascita"; ad ennesima riprova di una conversione fatta con i piedi. Eppure il dilemma è di proporzioni immani: cosa dobbiamo valutare, il contenuto o il contenitore? Si può sminuire un "pacchetto" che possiede due tra i migliori survival horror di sempre? (e addirittura, nel caso di Silent Hill 2, uno tra i migliori videogiochi mai prodotti in termini di maturità concettuale ed espressiva).

I difetti ci sono, soprattutto riguardo la claudicante versione PS3, per la quale si attende una patch. Eppure, sia che vogliate rivivere questi due incubi, o affrontarli per la prima volta, non ce la sentiamo di salire sul pulpito e snocciolare il solito sermone purista. Certo, una PS2 e un vecchio televisore a tubo catodico potrebbero ancora dire la loro con i due giochi originali, ma acquistata al giusto prezzo, questa collection non può che restare fortemente consigliata.

In sede di recensione, la bilancia è totalmente soverchiata dal contenuto. Il rammarico di una trattamento che avrebbe potuto essere migliore e di alcune scelte grafiche concettualmente opposte allo stile originale non affossano un prodotto che vi da l'occasione di provare (o rivivere) due pietre miliari videoludiche. Il risultato è una bizzarra media tra i capolavori in oggetto e il mediocre trattamento loro dedicato. In sostanza: se una piatto è squisito, rimane tale anche se non lo mangiate su una bella tavola agghindata. Figurarsi se agghindata male.

Voto: 6,5