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Racconti dall'ospizio #22 – Fantasy Zone I & II

Racconti dall’ospizio è una rubrica in cui raccontiamo i giochi del passato con lo sguardo del presente. Lo sguardo di noi vecchietti.

La mia storia d'amore con SEGA (sì, tutto grosso, ho voglia di scriverlo tutto grosso, fatemi causa) nasce quasi per caso, tantissimi anni fa, e non si spegne più, anche se ovviamente oggi è più che altro quell'amore nostalgico e malinconico che provi nei confronti di un caro estinto, o magari del gatto che si è gettato sotto un'auto di passaggio. Il primo contatto? Ce l'ho ancora forte in testa, come se fosse il primo colpo di fulmine della mia vita. Forse perché fu esattamente quello. Ricordo davvero poco degli anni Ottanta, ma ricordo senza il minimo problema quella prima volta. Me ne stavo bello appiccicato al televisore e mi passò davanti una pubblicità in lingua inglese. C'era un montaggio serrato di videogiochi dalla grafica coloratissima, pulita, così distante dagli aborti pasticciosi a cui mi avevano abituato l'Atari 2600 che mi aveva regalato mio zio all'acquisto del suo Commodore 64 e lo stesso C64, acquistato tempo dopo da mio padre. SEGA Master System era il nome di quella macchina dal futuro. Non ricordo cosa dicesse lo slogan, ma wow.

Non ne seppi più nulla per un bel po' di tempo, di quell'attraente scatolotta nera, e l'anno dopo (se non sbaglio) la televisione italiana sparò a mille sul NES, il Nintendo Entertainment System. Mi presentai in zona Natale da Grazzini, armato di mamma e relativa borsetta, pronto ad accaparrarmi un NES. Non ricordo se avessi fatto qualcosa per meritarmelo, ma tant'è, eravamo lì. E quando esternammo le nostre intenzioni al ragazzo di turno nella zona dei giuochini elettronici, questo mi seppellì d'entusiasmo nel decantare le lodi del SEGA Master System, ma guarda che ficata, i colori, la grafica, non è troppo bello, si è troppo bello, io fra l'altro mi ricordavo ancora quella pubblicità, mi era rimasta intesta e tac, vai di Master System. Così nacque il mio amore per SEGA, con quella lumachina che girava nel labirinto e che ancora mi fa rosicare perché poi vendetti il Master System per passare al Mega Drive e quando lo ricomprai anni dopo da retrogamer, beh, niente lumachina. Tac, con NES e Super NES ci giocai a casa di amici, io ero contento delle mie console SEGA. Ma sto divagando.

L'argomento dell'articolo è la doppia riedizione per 3DS dei due Fantasy Zone usciti ai tempi su Master System. Pensa te, dopo tutta questa manfrina sul sottoscritto che giocava solo su console SEGA, mi ritrovo qui a scrivere di due giochi SEGA che mi sono rigiocato su console Nintendo. Giusto così, si chiama contrappasso. Comunque, Fantasy Zone è un bizzarro, surreale, puffettoso e incredibilmente figlio di zoccola sparatutto a scorrimento orizzontale ambientato nello stesso mondo di Space Harrier. Il crossover è talmente malato nel cervello che neanche me lo ricordavo/lo sapevo, ma tant'è, qualche anno dopo l'uscita dei due giochi in questione, quasi ce lo beccavamo ulteriormente esplicitato, con quello Space Fantasy Zone previsto per PC Engine ma mai pubblicato.

Dicevo, Fantasy Zone nasce in sala giochi, un anno dopo Space Harrier, ma io in sala giochi non credo di avercelo mai visto e per me l'unico, vero, Fantasy Zone rimarrà sempre la conversione per SEGA Master System. Il bello è che neanche ricordo se ce l'avevo o no. Come detto, la console, le periferiche e la valanga di giochi accumulati digiunando a pranzo per fare la cresta sui soldi della mensa scolastica finirono tutti in mano a uno sconosciuto, beccato su Secondamano, per raccattare quel che mi serviva a comprare un Mega Drive giapponese con tre giochi in croce. E da 68.000 e Dintorni neanche avevano il gioco di Ken il guerriero. Sigh. Al suo posto presi Kujaku 2, perché il protagonista urlava sulla copertina quasi come se fosse Kenshiro. Non era male, fra l'altro. Tanti anni dopo vidi il cartone animato da cui era stato tratto, noleggiandolo da Nypponia. O Nipponya. E assieme a quel gioco, presi Curse e Tatsujin. Bella roba, dai. Ma sto divagando.

Fantasy Zone era uno sparatutto particolare, che – leggo su Wikipedia – diede vita assieme a TwinBee al genere dei cute 'em up. Stile grafico puffettoso a parte, la struttura di gioco era divisa per livelli, ma proponeva un sistema di scorrimento un po' à la Defender, con movimento libero nelle due direzioni. Per completare un livello bisognava devastare le basi caganemici sparse in giro, e a quel punto si accedeva allo scontro col boss. Leggo che lo stage finale consisteva invece nell'affrontare di nuovo tutti i boss in fila, per poi aggredire quello conclusivo. Madonna del carmine. Intendiamoci, era chiaramente un classico gioco arcade di quelli che premiano l'insistenza, l'allenamento, la ripetizione, e provando e riprovando si ottenevano risultati sempre migliori. Però Madonna del carmine.

Ho scritto “leggo” non per caso: io Fantasy Zone non l'ho mai finito. Ricordo chiaramente che giocai tantissimo impegnandomi come uno stronzo, piccolo bambino con le mani sudate che ci credeva tantissimo. Studiai tattiche, pianificai metodi per eliminare velocemente le basi, iniziai a giostrarmi l'utilizzo dei negozi per arrivare ai boss armato pesantemente e farli fuori scaricando una singola bomba gigante piazzata bene, arrivai veramente a due passi dalla conclusione, credo anche a quello stage finale, ma non ce la feci, no. Tra l'altro, non sono nemmeno sicuro che il gioco fosse mio. L'ho detto, no, che non ricordo se ce l'avevo? Eh, in prima media, avevo un compagno di classe un po' teppista, che mi perseguitava. Ogni tanto faceva (finta di essere) l'amico e una volta mi prestò una cartuccia per Master System. Credo fosse Fantasy Zone, ma non ne sono sicuro. Quando glie la restituii, salto fuori dopo un po' facendomi vedere che era fusa su un lato. Chiaramente l'aveva fatto lui con l'accendino, ma vallo a dimostrare, vatti a spiegare. Come si risolse, la cosa? Non me lo ricordo. Però ricordo che tanti anni dopo lessi sul giornale che era morto in una sparatoria. Magari aveva rigato il CD di un gioco per Saturn. Ma sto divagando.

Fantasy Zone II, all'epoca, non credo di averlo mai giocato. Mi sa che ne avevo visto la pubblicità da qualche parte, perché ricordo di averlo desiderato, ma ricordo anche di non averlo mai visto nei negozi. A livello produttivo, seguì il processo inverso, nascendo per SEGA Master System e venendo poi portato in sala giochi. Era comunque un discreto more of the same, anche se, ehi, a quei tempi, in fondo, il more of the same di un gioco che amavi tanto, magari con una grafica migliorata e tante ambientazioni nuove, andava benissimo. E del resto, diciamocelo, pure di questi tempi non è che se ne lamentino in molti.

Al di là di questi due episodi e dell'abortito Space Fantasy Zone che ho menzionato prima, la serie godette di qualche altra uscita, tra cui Fantasy Zone: The Maze, sempre su Master System. Si trattava, come suggerisce il nome, di un gioco di labirinti. Mi affascinava un sacco, ma pure su questo non riuscii mai a mettere le mani. E ancora il Fantasy Zone per Game Gear, il Super Fantasy Zone per Mega Drive (celo!), un paio di altre produzioni, remake assortiti e quella cosa assurda della presenza di Opa-Opa (l'astronave protagonista) in Zillion. Cos'è Zillion? È un gioco d'azione per Master System, basato su un'omonima serie di cartoni animati e dall'impostazione un po' in stile Impossible Mission, un po' in stile Metroid. Fun fact: il protagonista del gioco impugna una pistola sulla quale venne modellata la pistola ottica del Master System (celo!). Ma sto divagando.

E insomma, i due Fantasy Zone per Master System sono arrivati qualche mese fa su Nintendo 3DS, nell'ambito della serie SEGA 3D Classics. Il trattamento è quello solito: c'è il gioco originale, strutturalmente identico ma ripulito dal punto di vista grafico secondo un approccio all'insegna del buon gusto. Chiaramente quel che si vede è di qualità superiore rispetto a trent'anni fa, ma le scelte stilistiche e artistiche danno vita a un impianto visivo che, sostanzialmente, piazza sullo schermo il Fantasy Zone dei miei ricordi. E, si sa, il [inserire a piacere] dei ricordi tende ad essere sempre più bello da vedere rispetto a quello della realtà. L'aggiunta dell'effetto 3D, come spesso accade con i giochi 2D, ci sta una crema ed è davvero piacevole, quindi complessivamente il lavoro di “rimasterizzazione” è ottimo. Ah, a scanso di equivoci, il remake del primo Fantasy Zone è basato sulla versione da sala giochi, mentre quello del secondo episodio è basato su un precedente remake, realizzato da AM2 nel 2008, programmando su System 16 al fine di ottenere l'equivalente di un coin-op del 1987, nonostante la pubblicazione sia di fatto avvenuta su PlayStation 2. Cose bizzarre, insomma. Cose bizzarre che potete vedere nel secondo video di questa pagina, tra l'altro.

Non mancano, comunque, svariate aggiunte sul piano del gioco, con diverse opzioni e modalità che ampliano la profondità dell'esperienza offerta e permettono di rendere il tasso di difficoltà un po' più abbordabile rispetto a un tempo. Fra opzioni che regolano la sfida, possibilità di partire da uno qualsiasi dei livelli già affrontati e “banca” in cui conservare i soldi raccolti, per spenderli comodamente nel negozio, le opportunità in questo senso non mancano di certo. Anche se, capiamoci, entrambi i giochi rimangono tosti come la sella di un cosacco. Nel complesso, comunque, è sicuramente il solito ottimo lavoro da parte di M2, anche se va detto che forse il gioco in questione si presta solo fino a un certo punto all'operazione. Al di là della sua natura brutalmente retrò e del tasso di sfida non esattamente tipico dei nostri tempi, c'è anche da dire che entrambi i giochi soffrono un po' sullo schermo minuscolo del 3DS. Probabilmente con un 3DS XL le cose vanno meglio, ma la sostanza rimane: gli sprite sono davvero minuscoli e, considerando che stiamo parlando di un gioco che a tratti ti seppellisce di nemici e proiettili, beh, non è proprio il massimo della vita. O magari sto solo cercando scuse per giustificarmi, dato che non ho finito Fantasy Zone neanche su 3DS.