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Primal Rage, l’erede mancato di Mortal Kombat a base di bestioni che si menano | Racconti dall'ospizio

Racconti dall’ospizio è una rubrica in cui raccontiamo i giochi del passato con lo sguardo del presente. Lo sguardo di noi vecchietti.

Ho perso il conto di quanti cloni di Mortal Kombat siano usciti negli anni Novanta: robe imbarazzanti come Shadow, Pray for Death e Way of the Warrior (sviluppato da una Naughty Dog alle prime armi) e altri mai arrivati ufficialmente sul mercato come Tattoo Assassins e The Kung-Fu Master Jackie Chan (dove si potevano selezionare solo tre lottatori: Jackie Chan, Jackie Chan e, per finire, Jackie Chan). Poi capita che salta fuori qualcosa palesemente ispirato al picchiaduro di Boon e Tobias, cambiato quel tanto che basta per renderlo appetibile all’utenza come se fosse una novità.

È il caso di Primal Rage, che prendeva l’essenza di Mortal Kombat per inserirla in uno scenario completamente diverso: come nei film di fantascienza più banali, un meteorite colpisce la Terra scatenando il caos, spazzando via qualsiasi forma di civiltà e costringendo i sopravvissuti a vivere in maniera primitiva. Catastrofi naturali come terremoti e alluvioni hanno finito per cambiare la disposizione dei continenti risvegliando creature primordiali che, senza tanti convenevoli, si sfidano a suon di mazzate per il dominio del pianeta.

Primal Rage proponeva un set di personaggi abbastanza scarno composto da sette combattenti (alcuni buoni, altri malvagi) e di cui facevano parte dinosauri, scimmioni e diversi altri bestioni. Ovviamente le analogie con Mortal Kombat riguardavano soprattutto il livello di violenza, che vedeva il sangue digitale scorrere a fiotti con i vari lottatori pronti a finire gli avversari attraverso mosse in stile fatality.

Altre analogie coinvolgevano in particolare due lottatori, lo scimmione Blizzard, che aveva delle mosse molto simili a quelle di Sub-Zero, e Diablo, una sorta di tirannosauro capace di manipolare la lava e il fuoco proprio come Scorpion. Uscito fra il 1994 e il 1996 su tutte le piattaforme possibili e immaginabili, dall’Amiga al Saturn passando per PlayStation, Primal Rage fece centro nel cuore degli appassionati di picchiaduro, generando anche una serie di giocattoli e fumetti a tema e, soprattutto, un seguito mai pubblicato. La novità più interessante di Primal Rage II prevedeva la presenza di lottatori umani in grado di trasformarsi in bestioni una volta riempita l’apposita barra di energia, e nonostante - come raccontato qui - il gioco non sia mai venuto alla luce, circola negli ambienti dell’emulazione attraverso una versione incompleta ma giocabile.

Esattamente come Mortal Kombat, anche Primal Rage fece indignare i perbenisti, soprattutto negli Stati Uniti, dove la possibilità di cibarsi di esseri umani durante gli incontri e una particolare fatality denominata “Golden Shower” (censurata nella versione SNES) fece esplodere il solito inutile dibattito sulla violenza nei videogiochi.

Personalmente, su Primal Rage investii diverse quantità di gettoni nell’estate del 1994, mentre l’anno successivo ci diedi dentro su Mega Drive attraverso una conversione invero abbastanza lontana, per qualità, dalla controparte arcade. Di lì a poco, tuttavia, arrivò Mortal Kombat 3 seguito a ruota dalla versione Ultimate, mettendo fine ai sogni di gloria dei bestioni di menare.

Questo articolo fa parte della Cover Story dedicata ai MOSTRI GROSSI, che potete trovare riassunta a questo indirizzo.