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Paperback #22 - "Morire per vivere" e il ritorno della fantascienza classica

Paperback è la nostra rubrica quindicinale (più o meno) in cui parliamo di libri non strettamente legati al mondo dei videogiochi. Visto che per quelli legati al mondo dei videogiochi c’è quell’altra.

Ultimamente ero veramente ma veramente disperata. O meglio, l'appassionata di fantascienza che è in me era veramente ma veramente disperata. Perché è veramente tanto ma tanto tempo che non riesco a prendere in mano un libro di fantascienza classico, sullo stile de Il Gioco Di Ender, per intenderci.

Invece tempo fa, facendo il mio solito giretto su Amazon, mentre navigavo disperata tra le quintalate de monnezza che il filone young adult sforna quotidianamente, ecco che mi imbatto, non so nemmeno io come, in questo titolo di John Scalzi, Morire per Vivere. La copertina, lasciatemelo dire, fa pena: sembra uno di quei libri vecchi degli anni Ottanta pescati sulle bancarelle della Fiera dell'Estate di Tarquinia Lido. Invece si tratta di un romanzo tutto sommato recente, edito in USA nel 2005 e in Italia nel 2012, probabilmente sulla scorta dell'entusiasmo causato dalla Paramount che nel 2011 decide di opzionarne i diritti per farne un film. Film di cui a tutt'oggi però non si sa nulla. Peccato.

Nel futuro la Terra non sarà altro che uno dei tanti pianeti popolati da un'umanità sempre in espansione. Ma, pur essendo il luogo d'origine dell'umanità, il Pianeta viene lasciato pressoché in isolamento da parte della potentissima Unione Coloniale, ufficialmente per proteggerla da disastri xenobiologici come avvenuto in passato. Difatti il mondo "là fuori" è tutto fuorché inabitato, e l'umanità deve combattere con le unghie e con i denti con altre razze e specie per garantirsi un posto al sole nell'universo. Per fare ciò si serve dei soldati e delle tecnologie delle Forze di Difesa Coloniali -FDC- che reclutano i propri membri tra la popolazione settantacinquenne della Terra. Eh già. In fondo cosa riserva la vita a 75 anni? Altri 10-15 anni di vecchiaia, acciacchi e problemi alla prostata... invece arruolarsi significa vedere "il mondo", ma soprattutto garantirsi un corpo nuovamente giovane. Poco importa che i tassi di mortalità nelle zone di guerra siano elevatissimi, l'alternativa non è allettante. E poi dopo 10 anni di vita militare, se sopravvivi, ti guadagni il diritto di lasciare l'esercito e andartene con il tuo corpo bello, giovane e aitante a colonizzare l'universo. Insomma, la promessa di una nuova vita.

Così decide di fare il protagonista, John Perry, dopo un saluto sulla tomba della moglie, un addio a dire il vero, perché una volta arruolato non sarà più possibile per lui tornare sulla Terra. Ufficialmente per via della quarantena, ufficiosamente perché i segreti delle FDC devono rimanere tali.

Inizia quindi con questo addio e con il successivo arruolamento la storia di John Perry, che alla tenera età di 75 anni intraprende un percorso di formazione nuovo, perché nuovo è il mondo là fuori. Romanzo a tratti introspettivo, pieno di azione e disciplina militare, ma anche di ironia e tenerezza.

Siamo chiari, non è un capolavoro - categoria nel quale è sempre più difficile imbattersi -, ma è un ottimo prodotto di fantascienza classica, senza pretesa di rivelare chissà quali verità sulla Vita, l'Universo e Tutto quanto. Insomma, non aspettatevi di trovarci dentro le riflessioni profonde prettamente socio-politico-psicologiche de Il Gioco di Ender di Orson S. Card o di Fanteria dello Spazio di Robert A. Heinlein.

Per chi decidesse di avventurarsi nel romano di Scalzi segnalo che si tratta di una saga, il cui seguito, edito in USA nel 2006, è stato pubblicato in Italia, sempre per la Gargoyle edizioni, a gennaio di quest'anno, con il titolo di Le Brigate Fantasma. Fanno parte della serie anche altri due romanzi per ora inediti da noi, intitolati The Last Colony (2007) e Zoe's Tale (2008).