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Old! #27 – Agosto 1993

Old! è esattamente quella stessa rubrica che da vent'anni vedete apparire su tonnellate di riviste o siti di videogiochi. Quella in cui si dice "cosa accadeva, nel mondo dei videogiochi, [inserire a piacere] anni fa?" Esatto, come su Retro Gamer. La facciamo anche noi, grazie a Wikipedia, pescando in giro un po' a caso, perché siamo vecchi nostalgici, perché è comoda per coprire il sabato e perché sì. Ogni settimana, anni Settanta, Ottanta, Novanta e Zero, o come si chiamano. A volte saremo brevissimi, a volte saremo lunghissimi, ogni singola volta si tratterà di una cosa fatta senza impegno, per divertirci assieme a chi legge, e anzi ci piacerebbe se le maestrine in ascolto venissero a dirci "oh, avete dimenticato [inserire a piacere]".

Il 6 agosto del 1993 si manifesta su Super NES Secret of Mana, per gli amici Seiken Densetsu 2, secondo episodio di una serie nata su Game Boy, che sarebbe proseguita sempre sul 16 bit Nintendo con una terza uscita mai giunta dalle nostre parti (se non tramite emulazione e traduzioni amatoriali), e diversi altri capitoli sparsi fra le console portatili Nintendo, le macchine casalinghe Sony e perfino i telefoni cellulari. Ma, diciamocelo, terminata l'era Super NES, non era più la stessa cosa.

Secret of Mana, era un delizioso GdR alla giapponese, con un sistema di combattimento action in tempo reale e un party di personaggi che permetteva anche il gioco in cooperativa: bastava impugnare il secondo pad e mettersi ai comandi di un personaggio secondario. Non era proprio comodissimo e spesso si finiva a insultarsi perché "Piantala di mettere aprire i menu, sto combattendo!", ma si trattava comunque di un'opzione non poi così comune, nel genere. Il gioco viene considerato ancora oggi una fra le migliore uscite Square Enix per Super NES (e non è che la concorrenza manchi) e, in generale, secondo solo a Zelda sul fronte degli action RPG per quella console. E in effetti se lo merita.

Nello stesso giorno usciva al cinema Il fuggitivo, un divertente film ispirato a una serie TV ispirata a una storia vera. O comunque io me lo ricordo divertente. Tommy Lee Jones ci vinse un Oscar e, cinque anni dopo, recitò pure in un seguito, con Wesley Snipes a fare da fuggitivo e al suo fianco un Robert Downey Jr. in procinto di mandare in vacca la sua carriera per quasi un decennio a botte di alcool e droga. Ma sto divagando, torniamo all'agosto del 1993: venerdì 20 uscì nei negozi Return to Zork, tentativo targato Activision di riportare in vita una storica serie di avventure testuali. La strada scelta fu quella dell'avventura grafica con visuale in prima persona, con utilizzo di attori digitalizzati come da moda del periodo. Return to Zork ebbe l'onore di essere l'ultimo gioco pubblicato da Infocom, etichetta che esisteva dal lontano 1979, e generò una nuova trilogia, conclusasi nel 1997 con Zork Grand Inquisitor.

Infine, due parole anche su Space Hulk, gioco basato sulla licenza di Warhammer 40.000 che era uscito due mesi prima su PC, ma ad agosto del 1993 raggiunse i caldi lidi Amiga a cui siamo tutti affezionati. Si trattava di un gioco strategico a scquadre con fase iniziale di pianificazione tattica cui faceva seguito l'azione in prima persona. Il che, per l'epoca, non era esattamente una cosa banale: il primo Tom Clancy's Rainbow Six, per dire, risale a ben cinque anni dopo. Apprezzato per l'incredibile atmosfera, roba da sgommate nelle mutande, e la profondità del gameplay, il gioco venne anche criticato per la difficoltà a tratti eccessiva e, nell'edizione Amiga 500, la quantità esorbitante di volte in cui bisognava cambiare dischetto. Ma insomma, era anche il 1993 e questo genere di problema iniziava ad essere tragicamente diffuso. Il Longplay ve lo metto per PC, così non ci sono problemi.