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Old! #120 – Luglio 1995

Old! è esattamente quella stessa rubrica che da vent'anni vedete apparire su tonnellate di riviste o siti di videogiochi. Quella in cui si dice "cosa accadeva, nel mondo dei videogiochi, [inserire a piacere] anni fa?" Esatto, come su Retro Gamer. La facciamo anche noi, grazie a Wikipedia, pescando in giro un po' a caso, perché siamo vecchi nostalgici, perché è comoda per coprire il sabato e perché sì. Ogni settimana, anni Settanta, Ottanta, Novanta e Zero, o come si chiamano. A volte saremo brevissimi, a volte saremo lunghissimi, ogni singola volta si tratterà di una cosa fatta senza impegno, per divertirci assieme a chi legge, e anzi ci piacerebbe se le maestrine in ascolto venissero a dirci "oh, avete dimenticato [inserire a piacere]".

L'8 luglio 1995, sette mesi dopo l'esordio in Giappone e due dopo quello negli USA, il Sega Saturn arriva in Europa. Stappate gli champagne, Sega ancora una volta sulla cresta dell'onda, #credici. Purtroppo, il Saturn è la console che segna l'avvio del declino definitivo e inarrestabile, protratto poi per lunghissimi anni, della casa del porcospino. Il paradosso sta nel fatto che arriva subito dopo la trionfale rimonta operata ai danni di Nintendo, quantomeno sul mercato americano, con il Sega Megadrive. Ma tant'è, la storia parla chiaro: il Saturn, nonostante le sue qualità e nonostante una raffica di ottimi giochi dei quali la gente forse tende un po' troppo a dimenticarsi, verrà sostanzialmente spiattellato sotto il tacco di Sony e della sua PlayStation.

La storia del Saturn (e di Sega in generale) è stata affrontata da tanta letteratura che potete correre a leggervi in qualsiasi momento, della quale fa parte anche Console Wars, il libro di cui ho scritto a questo indirizzo qua, disponibile anche in edizione italiana. Non sto quindi a dilungarmi più di tanto, mi limito a dire che da luglio 1995 alla fine dello stesso anno Sony avrà venduto in America il doppio secco delle PlayStation rispetto ai Saturn piazzati da Sega e che, in generale, nell'arco della sua vita, la console si fermerà a nove milioni e mezzo di console vendute nel mondo. Una cifra ritenuta fallimentare nonostante, a conti fatti, in Giappone il Saturn finisca per vendere di più rispetto al Megadrive e anche senza voler per forza far paragoni con i centoventi (!) milioni di PlayStation sparsi in giro per il pianeta. E vabbé. Basta, mi sta venendo la depressione, vi lascio a un filmato triste.

E, a proposito di console fallimentari, il 21 luglio del 1995 si manifesta in Giappone il Virtual Boy, oggetto bizzarro fortemente voluto da Gunpei Yokoi, che si propone di introdurre la terza dimensione nel mondo console con parecchi anni d'anticipo rispetto a quando poi avverrà sul serio. Nella sostanza, si tratta di un visore, potenziato da una tecnologia a 32 bit, che propone un'esperienza molto più vicina alla realtà virtuale che al 3D con occhialetti (o senza) come lo intenderemo comunemente molti anni dopo. Pensato per essere utilizzato da seduti, nonostante il nome della macchina faccia venire in mente il Game Boy, il Virtual Boy è dotato di un controller che sperimenta col movimento tridimensionale introducendo il concetto della doppia croce direzionale, che di fatto anticipa i controller a doppio analogico.

Scomodo, rumoroso, non poi così spettacolare nella resa grafica, portatore di mal di testa assortiti per i suoi utenti, il Virtual Boy tirerà una spanciata colossale sul mercato, al punto che Nintendo deciderà di non proporlo nemmeno in Europa e lo metterà fuori produzione dopo neanche un anno dal lancio, il 2 marzo del 1996. Rimarrà forse per sempre la macchina di minor successo mai prodotta dalla casa di Kyoto, ma nel suo piccolo rappresenterà comunque un passo importante a livello di sperimentazione su tecnologie poi recuperate negli anni. Gunpei Yokoi lascerà Nintendo qualche anno dopo, ma non prima di essersi rifatto col successo del Game Boy Pocket.

A luglio del 1995, infine, vede la luce un gioco di cui non so veramente nulla, ma che mi ha incuriosito non poco grazie alla sua scheda su Wikipedia. The Legend of Sword and Fairy è un gioco di ruolo taiwanese, sviluppato dalla Sofstar Entertainment, che mescola tutte le classiche attività del genere, fra esplorazione, chiacchiera coi personaggi e utilizzo di equipaggiamenti vari. Pubblicato inizialmente in formato DOS, il gioco riscuoterà un successo enorme in patria e verrà poi convertito su Windows 95 e Saturn, arrivando anche al di fuori dei confini cinesi, generando una serie di varianti, seguiti e remake e finendo perfino per essere adattato in una serie televisiva. Un capitolo fondamentale nella storia dei giochi di ruolo cinesi, qualsiasi cosa voglia dire.