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Old! #107 – Aprile 1985

Old! è esattamente quella stessa rubrica che da vent'anni vedete apparire su tonnellate di riviste o siti di videogiochi. Quella in cui si dice "cosa accadeva, nel mondo dei videogiochi, [inserire a piacere] anni fa?" Esatto, come su Retro Gamer. La facciamo anche noi, grazie a Wikipedia, pescando in giro un po' a caso, perché siamo vecchi nostalgici, perché è comoda per coprire il sabato e perché sì. Ogni settimana, anni Settanta, Ottanta, Novanta e Zero, o come si chiamano. A volte saremo brevissimi, a volte saremo lunghissimi, ogni singola volta si tratterà di una cosa fatta senza impegno, per divertirci assieme a chi legge, e anzi ci piacerebbe se le maestrine in ascolto venissero a dirci "oh, avete dimenticato [inserire a piacere]".

Il 2 aprile del 1985, Palace Software elargisce al mondo Cauldron, un gioco d'azione per ZX Spectrum, Commodore 64 e Amstrad CPC che pone al controllo di una vecchia strega impegnata a conquistare il titolo di regina della categoria. In origine, il gioco sarebbe dovuto essere una produzione su licenza della serie di film Halloween, ma poi i designer Steve Brown e Richard Leinfellner virarono su un omaggio più ampio al tema della festa di matrice americana e tirarono fuori questo bizzarro mix di due generi a loro molto cari: sparatutto a scorrimento e platform game.

Il gioco alterna infatti sezioni in volo a bordo della scopa di saggina, durante la quali bisogna recuperare le chiavi che donano accesso ad alcune grotte sotterranee, e le fasi appiedate, appunto all'interno di queste specie di dungeon. Non mancano chiaramente nemici assortiti ispirati all'immaginario dei mostri stagionali, fra zucche, fantasmi, pipistrelli e altro. Apprezzato da critica, pubblico, grandi e piccini nonostante il brutale livello di difficoltà, Cauldron riscuoterà un gran successo e darà vita a un seguito nel 1986: Cauldron II: The Pumpkin Strikes Back. Ma soprattutto, sull'onda degli ottimi risultati, Steve Brown otterrà da Palace Software carta bianca per il suo progetto successivo, un certo Barbarian: The Ultimate Warrior.

Nello stesso mese Atari intasa le sale giochi con quel classicone di Paperboy. Forte di un cabinato che offre un manubrio da bicicletta come controller (ottenuto modificando la cloche di Star Wars), il gioco fa indossare panni e cappellino di un ragazzo impiegato nella consegna dei quotidiani presso le case degli abbonati e impegnato a sopravvivere al delirio di automobili, cani e bizzarre creature che infestano il quartiere. Il manubrio viene ovviamente utilizzato per curvare, ma può essere anche mosso in avanti e indietro per modificare la velocità e dispone di due tasti sui lati per il lancio dei giornali.

Il gioco si articola sulle diverse giornate della settimana e il giocatore può selezionare il livello di difficoltà decidando la strada in cui effettuare le consegne. In avvio di giornata bisogna memorizzare la posizione dei cittadini abbonati lungo la via e se si riesce a portare a termine l'intera settimana consegnando i quotidiani alle persone giuste, senza far danni ed evitando di sfracellarsi le ossa, si conquista la vittoria. In più, al termine di ogni livello c'è un'area bonus di allenamento in cui divertirsi sfrecciando lungo un percorso a ostacoli senza il timore di perdere vite, con anzi la prospettiva di conquistare bonus.

Paperboy conquista un successo incredibile, diventando uno di quei giochi iconici capaci di sfondare la barriera che separa la nerdaggine dalla cultura popolare. Ovviamente arriveranno negli anni miliardi di conversioni su ogni sistema possibile e immaginabile, con tanto di confini infranti: Paperboy è infatti il primo gioco per NES prodotto in America e il primo gioco per Master System sviluppato in UK. Fra l'altro, Paperboy 2 uscirà praticamente su diversi formato ma non in sala giochi e ci sarà pure un terzo episodio, Paperboy 64, in esclusiva su una console dall'identità piuttosto ovvia.

La copertina del primo numero di Zzap!

Ma chiudiamo questo episodio di Old! celebrando l'arrivo nelle edicole britanniche del primo numero di Zzap! 64, avvenuto l'11 aprile del 1985. Creata da Newsfield Publications, la rivista interamente dedicata al Commodore 64 (e, per una parentesi di circa tre anni, anche al mondo Amiga), farà da culla a parecchi talenti del giornalismo videoludico britannico e verrà a lungo amata per lo stile irriverente, l'ampiezza della copertura e la decisione di porre in primo piano le personalità degli autori, con tanto di caricature firmate da Oli Frey e Mark Kendrick. Lo stesso Frey, poi, realizzerà le storiche e quasi sempre bellissime copertine. Circa un anno dopo, Zzap! arriverà anche in Italia, ampliando il tiro all'intera scena dei computer a 8 bit. Ma ne parliamo magari a tempo debito.