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Mugsters, save all humans!!!!

Giocare a Mugsters mi ha fatto tornare in mente un titolo storico che ho sempre apprezzato in ogni sua iterazione: Choplifter. In realtà i due giochi hanno una sola cosa in comune, il dover recuperare delle persone,  ma non so perché, l’associazione di idee è stata quasi immediata. Mugsters, titolo di Reinkout Games pubblicato dal mitico Team17, è in effetti un esperimento curioso, che colpisce in primis per l’aspetto artistico. Tutto è molto semplice, stilizzato, minimale. Non ci sono texture ma solo colori pieni, perfettamente amalgamati su ambienti semplici ma non banali. Questa “semplicità” visiva permette di avere ben sottocchio tutto quello che possiamo fare nei venticinque livelli, anzi, nelle venticinque isole, di cui è composto il gioco.

Ma fondamentalmente, cosa bisogna fare in Mugtsers? Innanzitutto salvare persone, ma non solo quello. La semplice trama del gioco, infatti, racconta di cattivissimi alieni che hanno rapito la popolazione umana e solo noi abbiamo la possibilità di salvarli. Per poterlo fare, dobbiamo avventurarci nelle isole di cui sopra, che sono dei livelli nei quali, oltre a liberare i poveri prigionieri, ci viene richiesto di raccogliere delle gemme, distruggere dei macchinari e così via.

Il bello del gioco di Reinkout Games (che è in realtà un solo tizio finlandese con evidenti problemi di sonno, visto cosa è riuscito a tirare fuori) è che abbiamo una libertà enorme per portare a termine i nostri obiettivi. Il gioco permette infatti un approccio molto libero e personale alla risoluzione dei puzzle ambientali che dobbiamo affrontare: possiamo per esempio abbattere un muro con una bomba o sfondarlo utilizzando un’auto e il tutto viene gestito da una fisica molto realistica e dagli degli effetti di sicuro impatto.

Per concludere ogni singolo livello, è necessario raggiungere l’aera più lontana dove è parcheggiato un biplano. Per poter fuggire, è sufficiente saltarci sopra e uscire dall’area delimitata dall’isola. Io, purtroppo, le prime volte, complici anche i comandi molto reattivi, mi sono schiantato prima di scappare, pensando di dover/poter fare ancora qualcosa. No, decollare, scappare, finire il livello.

Ovviamente, se le prime isole sono molto semplici, con l’andare del gioco le cose si complicano e non solo è necessario essere ingegnosi per poter raggiungere le varie aree, ma lo si dovrà fare anche molto in fretta, visto che gli alieni che ci hanno rapito non hanno molta voglia di veder scappare i loro nuovi giocattoli e ci danno la caccia con ogni mezzo a loro deposizione. Un grande punto a favore del gioco è, in caso di morte, l’immediata riproposizione del livello. Non ci sono tempi morti ma, appena si viene uccisi, eccoci di nuovo lì a provarci. Un aspetto da non sottovalutare, soprattutto in un gioco frenetico come questo.

Molto carina anche l’idea di rendere l’hub principale una zona da esplorare che contiene anche un circuito dove, una volta sbloccate altre auto più performanti, è possibile tentare di  effettuare il record del “circuito”.

Sempre in quest'isola, è possibile vedere le persone salvate che, sedute su una sorta di vagone da ottovolante, vengono poi rimandate a casa. Per quanto riguarda il comparto sonoro, siamo al minimale anche qui, con effetti azzeccati ma senza alcuna musica. Infine, il gioco è completamente localizzato in italiano.

Mugsters è un gioco fresco, allegro (anche se possiamo morire mille volte e in modi atroci), divertente e molto simpatico, e probabilmente la sua collocazione perfetta sarebbe su una piattaforma portatile come Switch, perché è perfetto per essere affrontato sotto l’ombrellone tra un tuffo e l’altro.

Ho giocato a Mugsters su PC grazie a un codice Steam gentilmente inviatoci da Team17. Mi sono divertito molto per circa sette ore  (magari tirando qualche santo dopo l’ennesima morte), non riuscendo però a completare tutti gli obiettivi. Certo, ho passato molto tempo a vedere cosa potefo far saltare in aria con i barili esplosivi. Mugsters è disponibile su PC, su PlayStation 4, su Switch e su Xbox One.