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Librodrome #5 – I fumetti di Max Payne

Attenzione. Ogni due settimane, in questa rubrica si parla di cultura. Niente di strepitoso, o che ci farà mai vincere il Pulitzer, ma è meglio avvertire, perché sappiamo che siete persone impressionabili. E tratteremo anche dei libri. Sì, quelle cose che all’Ikea utilizzano per rendere più accattivanti le Billy. E anche le Expedit.

Attenzione. A partire da oggi, in questa rubrica si parla anche di fumetti. Anzi, diamoci un tono, si parla di graphic novel, che sono una cosa seria, intelligente, ricercata e che non ti vergogni a piazzare sulla Expedit di fianco ai libri, mica come i fumetti. Certo, tecnicamente la miniserie dedicata a Max Payne con cui iniziamo non è una graphic novel, ma insomma, non sottilizziamo e andiamo al dunque. Rockstar, in collaborazione con Marvel, sta pubblicando una storia spalmata in tre uscite (disponibili le prime due, in arrivo la terza), che prova a collegare in qualche modo il Max Payne niuiorchese con quello sanpaulese. Il racconto, infatti, si ambienta successivamente a Max Payne 2, mostra un Max ridotto ai minimi termini dal suo rapporto con i propri demoni e, già che c'è, va pure a indagare sulla storia della sua vita. Scopriamo infatti che la famiglia Payne non si chiama così per caso e che il destino ha cominciato a prendere a calci in faccia il nostre eroe fin dall'infanzia.

La copertina del secondo episodio.

Sulla carta (battutona!), insomma, si tratta di una miniserie interessante, come può essere interessante qualsiasi cosa che va ad ampliare il microcosmo narrativo e ad approfondire i personaggi di un videogioco che ci piace. Inoltre, la sceneggiatura è scritta a quattro mani da Dan Houser e Sam Lake, coppia responsabile anche per lo script di Max Payne 3, e si vede. Il tono recupera con convinzione quello dei fumetti animati che accompagnavano i primi due videogiochi, proponendo un Max che vaga depresso per le strade di New York, con ancora i capelli in testa e l'impermeabile sul corpo, parlandosi addosso in pieno stile noir. Il problema è che i lati positivi finiscono più o meno qui.

Dal punto di vista narrativo, tanto per cominciare, è evidente il classico limite che frustra la buona riuscita di quasi tutte le operazioni di questo tipo. Si tratta di un extra, un'aggiunta, un qualcosa in più che non deve risultare necessario, e il risultato, fermo restando che magari nel terzo albo troveremo svolte epocali (credici), è che si racconta un po' il nulla. Certo, scoprire che babbo Payne sfogava le frustrazioni accumulate in Vietnam tirando le pizze in faccia a quell'alcolista di mamma Payne è divertente, ma per il resto è tutto un ricordare questo o quell'avvenimento capitato nei primi due episodi del videogioco e porre basi per il terzo senza le quali, francamente, dubito la storia risulterebbe incomprensibile.

Tragedia in divenire.

Tutto questo, poi, prende vita attraverso i disegni di Fernando Blanco, un mestierante del fumetto abituato a lavorare su adattamenti (Army of Darkness, Star Wars), nella cui carriera spiccano numerose incarnazioni di Marvel Zombies e il cui punto alto rimane probabilmente Manhunter, una interessante e breve serie DC Comics il cui pregio, diciamocelo, erano le sceneggiature. Per carità, Blanco è un professionista decoroso, ma le sue tavole emanano l'atmosfera di un telefilm tedesco da prima serata e sono statiche come il marmo, cosa che non si sposa benissimo con un racconto dai toni noir il cui protagonista salta da tutte le parti sparando a munizioni infinite. Di sicuro, per fare un esempio, siamo ben lontani dai fumetti ispirati a Dead Space, certo anche loro rivedibili sul piano della scrittura, ma graziati dalle evocative illustrazioni di Ben Templesmith e Christopher Shy.

Insomma, il fumetto di Max Payne è una roba non pessima ma perdibilissima, però è anche una roba gratuita e, tutto sommato, a caval donato non si guarda in bocca. I due numeri già pubblicati possono essere letti (in inglese) andando sul sito ufficiale del gioco: entrambi si possono visualizzare o scaricare in formato PDF e il primo può anche essere letto tramite l'ottima applicazione Marvel per i Digital Comics. Applicazione che, per inciso, trovo mille volte più comoda rispetto a un PDF. Infatti consiglio di aspettare che siano disponibili tutti e tre i numeri in questo formato. Se invece ci tenete a stringere la carta fra le mani mentre leggete sulla tazza, sappiate che esiste anche un'edizione “fisica” del fumetto, in tiratura limitata.