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Librodrome #17 - La storia di Mario: un ricco erudimento

Attenzione. Ogni due settimane, in questa rubrica si parla di cultura. Niente di strepitoso, o che ci farà mai vincere il Pulitzer, ma è meglio avvertire, perché sappiamo che siete persone impressionabili. E tratteremo anche dei libri. Sì, quelle cose che all’Ikea utilizzano per rendere più accattivanti le Billy. E anche le Expedit."Nel giro di un anno e mezzo, il mio testo è passato da circa 120.000 caratteri a più di 700.000. E il peggio era che avevo raccontato la storia di Mario solo fino a Mario 64 e mi chiedevo con quale esaustività avrei trattato gli episodi minori, fuori-serie, come Mario Tennis e Mario Party 2. Senza le pressioni sempre maggiori della Pix'n Love, sarei sicuramente ancora oggi impegnato a descrivere le fasi di lavoro dei team che si sono occupati di Mario Pinball Land per Game Boy Advance, questo libro avrebbe avuto un qualcosa come 800 pagine e la sua uscita sarebbe stata programmata tra il 2016 e il 2037. Non sarei più stato un giornalista né uno storico, ma un search-bot alla ricerca delle notizie nascoste negli angoli più reconditi di internet e sulle riviste dei videogiochi, per scrivere un'opera enciclopedica di Mario in 48 volumi".

Guardate che bellezza l'esploso della cover del libro!

Questa recensione, a dire la verità, non sarà effettivamente una recensione, ma più propriamente un'intimazione: acquistate e leggete tutto d'un fiato La storia di Mario (1981-1991: la nascita di un'icona tra mito e realtà) di William Audureau, per soli € 17,90, per vostra cultura e in quanto testo sorprendentemente denso, ricco e dettagliato sul primo decennio videoludico di Nintendo e sulla nascita della sua mascotte. Fatelo il prima possibile, sebbene il tempo usato dall'autore sia fin troppo spesso il presente e il "romanzo" che ne vien fuori non possegga lo stesso e adorabile, per non dire magnetico, appeal narrativo à la David Kushner (Masters of Doom). Il risultato complessivo è ugualmente scorrevole e a suo modo appassionante, al punto che i verbi e i modi (l'indicativo, del resto, piace a molti) non impediscono al lettore di compiere vertiginosi tuffi con l'immaginazione (coordinate necessarie: Tokyo, 1981) e non compromettono in alcun modo l'abbondante e raro erudimento nintendoso che si trae dalla lettura. Date retta a Librodrome e piazzatene una copia nella vostra personale biblioteca videoludica, per la sfavillante bellezza della sua costina pixellosa (su cui spicca un "Mario" grosso così, ben visibile da lontano) e per l'impressionante quantità d'informazioni e citazioni raccolte all'interno.

Qui, il libro, ma molto più piccolo di com'è in realtà...

A sfogliarlo rapsodicamente, sembra che tra le pagine del testo di Audureau siano riportate più frasi, dichiarazioni e divertissement sulle origini di Mario di quante siano umanamente reperibili su internet e in ogni altro dove. Anzi, paradossalmente, la sensazione (assolutamente falsa) è che queste siano addirittura più numerose ed esaurienti di quelle effettivamente rilasciate alla stampa dai nipponici protagonisti (Miyamoto, Yokoi, Yamauchi, Hiwata, Tezuka, Nakago… ), tipicamente vaghi e assai laconici. "Dopo qualche partita, abbiamo trovato il gioco assai frustrante. Allora ho avanzato la seguente proposta: quando i barili cadono sull'omino, bisognerebbe che quest'ultimo potesse saltarci sopra", disse Gunpei Yokoi a proposito del progetto "Braccio di Ferro". "Avevamo intenzione di far iniziare il gioco con il mondo 3 o 5. Erano i più divertenti. Ma, per quanto fossero spassosi, quando li abbiamo fatti provare a dei principianti, si sono rivelati troppo difficili. Da quel momento il nostro principio base è stato quello di spostare gli elementi più facili di Super Mario Bros. all'inizio", raccontò Takeshi Tezuka. "Avevo disegnato qualcosa d'incomprensibile: un corpo di tartaruga con una testa di toro!", rispose Miyamoto… e così via, per oltre 400 pagine di vicissitudini aziendali e preziose chicche nozionistiche, dal 1981 al 1991, ovvero l'anno simbolico della consacrazione dell'idraulico baffuto a indiscussa star dei videogiochi.

Qui, lo stesso libro, ma con più photoshop.

Più che un saggio, ciò che stringerete tra le mani si rivelerà comprensibilmente un'indagine giornalistica unica, capace di ripercorrere con puntiglio e preciso ordine cronologico l'infanzia della mascotte di Nintendo, evocando peraltro nel videolettore miriadi di ricordi bidimensionali. Assieme al libriccino di A. Babich (I mondi di Super Mario, che penetra il gameplay del Regno dei Funghi con invidiabile piglio triestino) e a La storia di Nintendo di Florent Gorges (che ha curato la prefazione del libro qui segnalatovi), la biografia di Mario a cura del francese Audureau (leggasi Odurò) triangola tutto lo scibile supermariesco.

Acquistate, leggete tutto d'un fiato La storia di Mario (1981-1991: la nascita di un'icona tra mito e realtà) di William Audureau, così come avete già fatto avidamente con la biografia di Steve Jobs o con quella di Napoleone Bonaparte.

Nota sull'autore: William Audureau è giornalista di 01 net. Fa il suo debutto nella stampa videoludica nel 2002 su Nintendo Le Magazine Officiel, prima di entrare a Jeux Video Magazine per rimanerci dal 2006 al 2009. Nel 2009 giunge infine a SVM e Olnet. Ha anche scritto per Score, Chronicart e Les Cahier du Jeu Video. Inoltre è fondatore, nonché presidente a vita, del "Kirby Kawai Klan", setta occulta che riunisce gli adoratori di Kirby.

Mi preme segnalare che ho gentilmente ricevuto una copia del suddetto libro, speditomi comodamente a casa senza e spese di spedizione o costi aggiuntivi, da Multiplayer.it Edizioni. In particolare, ringrazio la cortesia e la disponibilità di Manuela Paglia (che c'ha fornito persino altri interessantissimi libri, dei quali leggerete nei prossimi Librodrome).