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Librodrome #113: L’amore per i punta e clicca declinato alla francese

Attenzione, in questa rubrica si parla di cultura. Niente di strepitoso, o che ci farà mai vincere il Pulitzer, ma è meglio avvertire, perché sappiamo che siete persone impressionabili. E tratteremo anche dei libri. Sì, quelle cose che all’Ikea utilizzano per rendere più accattivanti le Billy. E anche le Expedit. Ma solo libri che hanno in qualche modo a che fare coi videogiochi eh! Per tutti gli altri, c’è quell’altra rubrica.

E rieccoci qua con l’interminabile saga degli articoli in cui cerco di convincere non si sa bene chi a comprare dei libri in francese. Ma che ci posso fare? Sono belli! E poi, via, era più di un anno che non lo facevo. Comunque, mi riferisco, come quasi sempre quando si parla di tomi videoludici dalla erre moscia, all’opera dell’editore Pix'n Love, e in questo caso a un volumone che potremmo considerare complementare a The Art of Point-and-Click Adventure Games. Ha anche un approccio “fisico” simile, se vogliamo, considerando che si tratta di un bestione da quasi cinquecento pagine in grosso formato, cartonato, lucidissimo oggetto contundente ottimo per adagiarsi sul tavolino del salotto, ornare lo scaffale pregiato della libreria o fare da controfigura al laptop nella scena d’azione al cesso di Mission: Impossible – Fallout.

Sto parlando di L'Histoire du Point'n Click, pubblicato dai nostri amici francesi a dicembre e, se non mi sono perso dei pezzi, purtroppo al momento non previsto in edizione inglese o italiana. Ma, per carità, potrei essermi perso dei pezzi. Ad ogni modo, chiariamo subito possibili equivoci: quando dico che il libro curato da Patrick Hellio è complementare a quello di Bitmap Books citato sopra, non lo faccio solo per convincermi di non aver buttato soldi nel cesso. Nonostante le evidenti similitudini di superficie, sono davvero due opere molto diverse e che stanno benissimo fianco a fianco, scaldando il cuore di chiunque ami, conosca e voglia approfondire il genere delle avventure grafiche.

The Art of Point-and-Click Adventure Games, lo dice il titolo, è soprattutto un libro dedicato all’estetica del genere, che apre le porte anche al racconto e all’approfondimento attraverso un solido apparato redazionale, ma in cui il cuore dell’esperienza sta nel riempirsi gli occhi con le immagini. L'Histoire du Point'n Click è l’esatto contrario e, anzi, pur gradevole da sfogliare e ricco di documentazione fotografica pregevole, il libro francese è di svariate lunghezze indietro rispetto a quello britannico per stile e qualità dell’impaginazione. Ma d’altra parte non è lì il motivo per cui, se interessa il tema e la lingua francese non costituisce un ostacolo fuori portata, l’acquisto è comunque irrinunciabile. Nelle sue – ripeto – quasi cinquecento pagine dense di testo, Hellio ripercorre, approfondisce, sviscera e racconta la storia del genere d’avventura, conservando al cuore del discorso il filone “punta e clicca” ma ampliando l’indagine il necessario. Va infatti a scavare nelle origini, quindi anche in tutta quell’epoca dell’avventura digitale che di punta e di clicca non aveva nulla, e nelle varie diramazioni moderne del genere, che si sono allontanate dai sacri dettami vergati ai tempi di Sierra, Lucas e derivate.

Il racconto è ricchissimo, saturo di dettagli assemblati con ago e filo unendo documenti storici, interviste, ritagli pescati di qua e di là e pasturati assieme per comporre un filo conduttore che va da Colossal Cave Adventure a Pokémon GO. No, sul serio, l'ultimo gioco citato è Pokémon GO. Il primo centinaio scarso di pagine esplora le origini del genere avventuroso testuale e ne percorre lo sviluppo, giungendo fino all'affermarsi della componente grafica. Si passa quindi all'esplosione e all'evoluzione verso l'interfaccia punta e clicca, raccontando genesi, crescita e affermazione di Sierra On-Line, Lucasfilm Games/LucasArts e della scena tutta, per poi percorrere gli anni (decenni) e inseguire tendenze. Pian piano ci si addentra nelle evoluzioni avanguardistiche, difficoltose, anche sbagliate, perché no, che il genere ha abbracciato, per esempio con i delicatissimi momenti a base di Full Motion Video prima, grafica 3D poi, arrivando fino al momento di crisi atroce che ha caratterizzato il videogioco d'avventura a fine anni Novanta ed esplorando poi la rinascita multiforme e variopinta dei due decenni successivi.

Rimane fuori veramente poco, in termini di mera citazione, e sostanzialmente nulla sul piano di ciò che è necessario raccontare. Anzi, le origini francesi del tomo garantiscono uno sguardo per certi versi fresco, o comunque particolare, che dona la giusta dignità alla scena europea dello sviluppo e, comprensibilmente, approfondisce in maniera molto interessante l'attività degli studi francesi, impegnati sul genere fin dalle origini e, in un modo o nell'altro, ad esso legati a doppio filo via via nei decenni, fino ancora a oggi. Ne viene quindi fuori un libro completo, ricco, esaustivo, interessante, che merita davvero un posto d'onore in cima alla libreria del drogato di testi videoludici.

Il libro è disponibile tramite il sito ufficiale dell'editore ma potete acquistarlo anche su Amazon Italia, cliccando qui, o su Amazon UK, cliccando qua. Come al solito, se fate acquisti su Amazon partendo dai nostri link, una piccola percentuale di quello che spendete andrà a noi, senza sovrapprezzi per voi.