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Leggiamo tutti assieme The Book of Unwritten Tales. In italiano

Al giorno d'oggi, come ci ha spiegato Tim Schafer, le avventure grafiche esistono solo nei nostri sogni, nei nostri ricordi e in Germania. Qua nella locomotiva d'Europa (e se scrivo "qua" è perché ci vivo), il mercato dei videogiochi funziona in una maniera un po' tutta strana. Tipo che al cinema, prima del film, invece delle pubblicità del macellaio e del bar in fondo alla via ci mettono il trailer di Resident Evil: Operation Raccoon City e lo spot di Internet Explorer. O tipo che vai al Media Markt, che è la versione tedesca del Media World, e scopri che nell'enorme sezione dedicata ai videogiochi sono quelli PC a dominare. Capito? I giochi PC über alles. In questo contesto, un contesto in cui al Media World Media Markt ci trovi le edizioni scatolate di avventure grafiche indie tipo il bellissimo Gemini Rue, non è che ci si possa stupire troppo se nascono alcuni fra gli esponenti del genere più interessanti degli ultimi anni. E fra questi c'è The Book of Unwritten Tales, un gran bel gioco che oggi esce sarebbe dovuto uscire finalmente oggi in edizione italiana, con parlato in inglese ma sottotitoli nella nostra lingua, in esclusiva sulla piattaforma Zodiac, ma, a quanto pare, è stato rinviato al 19 aprile. E che si merita per qualità e quantità tutti i 24,99 euro che costa (19,99 se l'avete prenotato lo prenotate).

The Book of Unwritten Tales ci ha messo un po' a raggiungerci nella nostra lingua e, lo dico a scanso di equivoci, non sono in grado di garantire nulla sulla versione italiana, dato che io l'ho giocato in inglese qualche tempo fa (e mamma mia che bello il doppiaggio, con tutti quegli accenti!). Ma mi sembrava comunque giusto pubblicare oggi una recensione per sottolineare le qualità del gioco.

Produzione totalmente indipendente, ma dalle ambizioni notevoli, il gioco di King Art Games è stato pubblicato in Germania nell'ormai lontano aprile 2009, si è fatto piano piano conoscere per le sue doti e ha raggiunto il resto del mondo lo scorso autunno, finalmente tradotto in inglese. La sua natura indie emerge in maniera evidente, non solo nelle tempistiche rivelatesi necessarie per la localizzazione, ma anche in certi alti e bassi dal punto di vista grafico, in alcuni elementi dei fondali non rifinitissimi, o magari in due o tre animazioni rivedibili. Ma proprio lo stare qui a strizzare l'occhio per sottolineare queste piccole magagne è forse il complimento migliore che si possa fare alla realizzazione tecnica e artistica del gioco, che, anzi, per lo più mozza il fiato. The Book of Unwritten Tales ha una qualità visiva notevole e, soprattutto, una personalità e uno stile invidiabili, che dovrebbero far nascondere dalla vergogna buona parte delle celebrate produzioni di Telltale Games.

Ma le lodi non si fermano all'aspetto: la cura riposta nel gioco è altissima, forse anche esagerata, ma certo figlia della passione. Si tratta innanzitutto di un'avventura lunga, magari pure troppo lunga, ma che comunque offre una quantità di gameplay invidiabile. Il racconto, anche, pur nel suo aderire ai soliti stereotipi, è molto ben scritto e ha dalla sua il classico umorismo autoreferenziale delle avventure grafiche vecchio stile. Anzi, in termini di autoconsapevolezza si raggiungono livelli forse inediti: The Book of Unwritten Tales è talmente meta da fare il giro e diventare intero. La sceneggiatura e il design degli ambienti formano un coacervo di riferimenti pop, citazioni e prese per i fondelli ai capisaldi del genere e al gioco stesso, ed è anche tutto assemblato in una maniera molto equilibrata, che diverte e sfonda il quarto muro senza andare mai a distruggere la coerenza e la piacevolezza del racconto. Si sorride spesso, e in qualche occasione si ride di gusto. Praticamente è lo Scream delle avventure grafiche.

Infine, c'è anche un ottimo lavoro sulla componente enigmistica. Tanto per cominciare, scordatevi la fastidiosa pratica del pixel hunting. Se ci tenete a passare il vostro tempo vagando col mouse alla ricerca di zone con cui interagire, beh, potete farlo, ma, se la cosa vi annoia, basta premere la barra spaziatrice e il gioco mostra tutti i punti d'interazione della singola schermata. Questo non ammazza assolutamente il gusto nella risoluzione dei puzzle, che rimangono ingegnosi e ben strutturati, ma permette di decidere il proprio grado di frustrazione preferito. Per il resto, la struttura è molto classica, si lavora un sacco sul combinare fra loro diversi oggetti, c'è un pizzico di follia in alcune soluzioni, ma in generale è tutto piuttosto logico e, come da tradizione, ci sono sempre più enigmi accavallati assieme a cui dedicarsi in contemporanea.

Insomma, The Book of Unwritten Tales è un gran bel gioco, tecnicamente solido, lungo, divertente e ricco di soluzioni intelligenti, con una storia sicuramente già vista e sentita mille volte, ma che si racconta in maniera simpatica e consapevole. Inoltre costa il giusto per quel che offre, soprattutto considerando che allo stesso prezzo si trovano in giro produzioni concorrenti dalla qualità decisamente inferiore. I fan delle avventure grafiche dal taglio umoristico non possono davvero lasciarselo sfuggire.

Voto: 8,5