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Le origini di Oddworld, laccate, cartonate e illustrate

Oddworld nasce nella seconda metà degli anni Novanta, in piena rivoluzione PlayStation, quando Lorne Lanning, creativo dalla formazione legata alle arti visive, decide di lanciarsi nel mondo dei videogiochi, in larga parte perché vittima di disillusione brutale nei confronti di quel tritacarne chiamato Hollywood. Da lì, attraverso tutta una serie di peripezie, nasce un piccolo, grande gioco che sperimenta con l’integrazione della computer grafica in una struttura estetica bidimensionale e tenta di proporre un immaginario visivo francamente ben oltre le possibilità di una misera PlayStation. E ci riesce. E riesce non solo in quello: Oddworld si affida su strutture collaudate (alla fin fine, il genere è quello dei Prince of Persia, Another World, Flashback) ma riesce a innovare sperimentando con le interazioni, col linguaggio, e spingendo a dismisura sulla voglia di comunicare, chiacchierando in maniera forte di ambientalismo, turbocapitalismo, società in rovina. È un videogioco dalla matrice politica enorme, che non si vergogna per mezzo secondo di quel che ha da dire, lo fa con forza e lo fa senza dimenticarsi per un secondo di esserlo, un videogioco. O, insomma, io così me lo ricordo, ché è passato quasi un quarto di secolo.

L’idea di partenza era quella di tirar fuori una “quintology”, cinque giochi legati l’uno all’altro con cui dare fondo a tutto quel che Lanning e i suoi avevano da dire, ma anche tramite cui consolidare il desiderio di creare non solo una singola opera, ma una vera e propria IP, un mondo da popolare di idee e progetti, che appartenesse a loro e non alla corporazione di turno. Oltre vent’anni dopo, sappiamo che il progetto deragliò e i giochi successivi, seppur per lo più di livello, incontrarono svariate difficoltà, ammazzando il progetto della Quintology… perlomeno fino al recente ritorno sul luogo del delitto con Oddworld: Soulstorm. Nel mentre, Abe e i suoi compari sono rimasti protagonisti in una serie di culto, che un paio d’anni fa s’è meritata una campagna su Kickstarter per la produzione di un libro che ne raccontasse la genesi. Come al solito, la campagna prevedeva possibili bonus e, lo ammetto, quando ho piazzato il mio contributo, non ho avuto la forza di trattenermi e mi sono accaparrato anche la Oddworld: Abe's Origins Game Collection prodotta in collaborazione con Limited Run Games. Quella non c’è più, ma il libro è ancora acquistabile dal sito di quella brava gente di Indie by Design, che per altro contiene altri libri che adesso m’è venuta voglia di acquistare tipo quello per i vent’anni di Double Fine e no aspetta fammi chiudere la pagina.

Ad ogni modo, dicevo, il libro su Oddworld. La sovraccoperta, lo ammetto, non mi fa impazzire, tutta pittata in ‘sto verde fluo che ti trapana gli occhi e ti fa venire il mal di testa, ma ce la facciamo andare bene, un po’ perché se la sfili c’è sotto un’illustrazione deliziosa con protagonista Abe e un po’ perché all’interno, oltre a un simpatico segnalibro, si trova un bellissimo tomo cartonato da quasi trecento pagine, fra l’altro comodo anche per tirarlo in testa a chi non amiamo. Le prime quaranta pagine o giù di lì sono dedicate a una lunghissima, approfondita intervista a Lorne Lanning, che racconta tutto di sé, del suo percorso, delle sue idee, della genesi di Oddworld, di quel che è venuto poi, dei successi, dei fallimenti e della maggior consapevolezza attuale sugli errori commessi e le idee che hanno funzionato. E, in tutta franchezza, già questo sarebbe sufficiente. Ma il resto del libro è un catalogo affascinante, lussuoso, ricoperto di bava, che mette in fila una quantità smodata di materiale visivo, dividendolo in tre sezioni, dedicate al protagonista Abe, a Oddworld (il pianeta) e all’industrializzazione selvaggia che quest’ultimo ha subito, racchiudendole in un contenitore redazionale piacevolissimo da leggere e denso d’informazioni. Ne viene fuori un macigno splendido da sfogliare e da leggere, che francamente può mancare nella vostra collezione di libri sui videogiochi solo per un motivo: non è che costi poco. E che ci dobbiamo fare? Però, ehi, è scontato fino a oggi, 30 aprile 2021, per celebrare l’uscita di Oddworld: Soulstorm. Meglio che niente, no?

Questo articolo fa parte della Cover Story dedicata alla dimensione politica nei videogiochi (e non solo), che potete trovare riassunta a questo indirizzo.