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La-Mulana 2: cercasi Indiana disperatamente

Quando giopep mi ha proposto di scrivere questa recensione, ho avuto un attimo di esitazione: La-Mulana mi ha entusiasmato, divertito, snervato e messo alla corda, tant’è che mi sono arreso, gettando la spugna dopo oltre trenta ore di gioco. Come accaduto a molti, sono rimasto invischiato nella fitta rete di enigmi creata da Nigoro, cercando inutilmente di divincolarmi. Conscio dei corsi e ricorsi storici, alla fine ho accettato l’incarico, complici la sete di metroidvania e la curiosità di poter toccare con mano il frutto di quasi un lustro di fatiche, quelle di un gioco spinto dall’entusiasmo di Kickstarter e a lungo atteso dagli appassionati del genere.

La-Mulana 2 non stravolge la struttura del predecessore e riparte proprio da lì, da quell’enorme rompicapo strutturato a mo’ di dungeon e suddiviso in tante aree eterogenee, sezioni in parte comunicanti. Nelle vesti di protagonista, troviamo però Lumisa Kusogi, chiamata a raccogliere il testimone del padre, il buffo Indiana Jones che si addentrò nelle rovine di La-Mulana e ne uscì incolume. Nemmeno lui poteva immaginare che sotto i resti si nascondesse un altro universo, il mondo di Eg-Lana: Lumisa cercherà di esplorarlo, inizialmente armata di una sola frusta e con il supporto di un computer tascabile, dispositivo dalla memoria piuttosto limitata.

Strizzando l’occhio alle avventure grafiche, La-Mulana 2 si sviluppa secondo una logica ben precisa, in un continuo e cervellotico crescendo. L’area iniziale è un tutorial sotto mentite spoglie, didascalico ma non troppo, perfetto per sintonizzarsi sulle frequenze del titolo Nigoro. Chiusa questa breve parentesi, il gioco sale di ritmo e preme a fondo sul pedale dell’acceleratore, alzando progressivamente il tasso di sfida. Il cervello si arrovella così tra mille e più indizi, frasi sibilline nascoste alla rinfusa nei dungeon: si trovano impresse sulle lapidi, incastrate fra le ossa di alcuni scheletri, magari accantonate in aree della mappa inizialmente inaccessibili, così lontane eppur così vicine. Sono parole che pesano, che strizzano l’occhio al presente o si proiettano nel futuro, non c’è verso di saperlo, nemmeno facendo leva sull’intuito. Si susseguono così le ipotesi, spesso del tutto erronee, e talvolta si parte per la tangente, perdendosi nei meandri del gioco di Nigoro, che nel frattempo ridacchia sotto i baffi.

Quel sigillo è lì, pare a portata di mano, eppure...

Ci si blocca in continuazione, al cospetto di un enigma intricato, in prossimità di un gigantesco boss, colosso in apparenza indistruttibile e che semplicemente non va affrontato in quel preciso istante. Si valutano tutte le possibilità, affidandosi al backtracking, ripercorrendo il tragitto a ritroso, sviscerando ogni casella della mappa. Ho perso il conto delle prevedibili battute d’arresto e delle insperate ripartenze, in quello che è un circolo virtuoso. La-Mulana 2 picchia con la forza della dinamite, sopra e sotto la cintura: una volta al tappeto, non resta che rialzarsi, scrollarsi la polvere di dosso e attaccare a testa bassa, magari seguendo le indicazioni di una guida. Io stesso l’ho fatto, spulciando la pagina del gioco presente su Reddit. Mi ero letteralmente incastrato in un vicolo cieco e non capivo come uscirne.

La-Mulana 2 è un gioco che richiede pazienza, dedizione, riflessi felini e un approccio ragionato. Vi consiglio di affrontarlo con carta e penna, appuntandovi gli indizi e abbozzando le mappe di ogni singola sezione, un po’ come si faceva nell’epoca a 8 bit. Le carte presenti nel gioco, e richiamabili dall’apposito menu, sono fin troppo scarne per farvi affidamento. Ottimo invece il sistema di warp: un semplice artefatto, che per inciso si ottiene nelle prime battute dell’avventura, permette infatti di passare agevolmente da un punto all’altro dell’enorme dungeon, in modo che il backtracking non risulti troppo noioso e pesante. La-Mulana 2 è fatto così, è reazionario ma non troppo.

Qualcuno ci ha lasciato la pelle.

Pur non avendolo completato – ho all’attivo 41 ore di gioco, sono praticamente al giro di boa - ritengo di aver un quadro più che chiaro di La-Mulana 2, titolo dall’identità ben definita. Per certi versi è molto simile al suo predecessore, dettaglio a mio avviso del tutto trascurabile. Fra le tante declinazioni del genere, trovo che quella targata Nigoro sia unica e particolare, è un’esperienza difficile, a tratti persino irritante, eppure appagante in toto. Una formula imperfetta ma dalla spiccata personalità. Per ora Eg-Lana ha avuto la meglio, ma intendo riprendere il filo del discorso fra qualche settimana, con tutta calma. E chissà che, magari dopo i titoli di coda, non mi venga voglia di riprovarci con il primo capitolo...

Ho giocato a La-Mulana 2 grazie a un codice fornito dallo sviluppatore, scaricando il pacchetto da Steam. Come già accennato, prima di stilare questa recensione ho accumulato 41 ore di gioco, un quantitativo a mio avviso più che consono. Il titolo Nigoro, offerto al pubblico al prezzo di 20,99 €, è per ora disponibile nel solo formato PC. Salvo imprevisti, in futuro dovrebbe fare capolino anche su Xbox One. Come e quando? È un mistero...