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La costosa tempura meccanica di Dariusburst Chronicle Saviours

Dariusburst Chronicle Saviours è un bel gioco; costoso, ma un bel gioco. Dopotutto quarantasei euro per un titolo disponibile solo in formato digitale sono praticamente una rapina a mano armata, nonché un deterrente mica da ridere per le tasche degli appassionati, costretti all'attesa di qualche promozione per mettere le mani sul gioco a un prezzo sensato. Che poi Dariusburst, per essere giocato come si deve, vuole anche che tu sia un ragazzino benestante, con la sua visualizzazione a 32:9 che implora l'uso di due monitor affiancati o di uno schermo ultrawide, se proprio dobbiamo accontentarci, altrimenti ti punisce con un'area di gioco filatelica, contornata da vistose bande nere e tanti saluti. Darius, si sa, è una serie megalomane, con il primo episodio che costringeva i gestori delle sale giochi a trovare spazio per un ciclopico cabinato a tre schermi nel 1986. E quelli che scelgono di giocare su PC sono anche fortunati ad avere l'opzione per il doppio monitor, dato che su PS4 e PS Vita lo schermo singolo è l'unica via.

I boss fanno venire voglia di frittura di pesce, ma solo se sei Goldrake.

Megalomane, costoso e razzista, questo Dariusburst, un biglietto da visita antipatico per il lavoro di Pyramid, lo sviluppatore che ha ha creato e sviluppato la saga parallela anni fa, sulla buona vecchia PSP.

Tempo però di mettere da parti i preconcetti e ci si trova davanti a un gioco pieno fino all'orlo di contenuti, in grado di garantire una longevità massiccia a tutti quelli che si divertono ancora a sparare alle astronavine in livelli a scorrimento orizzontale, negoziando la vittoria a suon di luce pesante contro giganteschi boss. Secoli fa, mentre giocavo a Ikaruga su Dreamcast, il mio amico David rimase basito, perché non riusciva a credere che uscissero ancora giochi simili. Avoja, David, ne escono eccome, sono anzi la spina dorsale dei Game Center giapponesi assieme a pochi altri generi, e Dariusburst è qui per dimostrare la perfetta salute della stirpe.

La storia dei Darius a schermo singolo su sistemi casalinghi non è sempre piena d'amore. Dipo l'assurdo Darius+ su Amiga.

Dariusburst Chronicle Saviour è sostanzialmente due giochi in uno. La modalità AC è la conversione dell'arcade, nuda e cruda, che ti avvisa addirittura di far attenzione a non battere la testa mentre ti alzi e lasci il cabinato in seguito al game over. Due parole che appaiono sullo schermo con una certa ricorrenza, almeno all'inizio, perché il gioco è tosto. Non al livello di un danmaku, però, ricalcando una difficoltà vecchio stile che sa prenderti a calci nei reni anche senza riempire per forza lo schermo di proiettili. Gli stilemi di Darius sono sempre quelli, con scudi, bombe e fuoco principale potenziabili individualmente, ma ci sono alcuni elementi extra da padroneggiare prima di fare una frittura con gli ittici nemici. Come il burst, un'arma a energia potentissima che può essere sparata frontalmente o posizionata dispiegando nell'area di gioco un orbitale: l'indicatore che ne regola l'utilizzo viene ricaricato abbattendo nemici e particolari tipi di proiettili, permettendo di ripulire e contemporaneamente mantenere attivo il massacro nelle aree più congestionate. Questo consente di arginare in maniera efficace l'assalto nemico, assieme alla possibilità di alternare la direzione di fuoco dell'astronave. O delle astronavi, dipende, dato che è possibile giocare assieme ad altri tre amici, sfortunatamente solo in locale e non su PS Vita.

Povera Vita, ma che diavolo vi ha fatto, a voi sviluppatori?

Basta fare dietro front con un tasto per combattere i nemici alle psalle-

Triste, ma almeno ci sono ben otto navi tra cui scegliere, ognuna con diversi tipi di burst e attacco; il vecchio Silver Hawk (praticamente il Vic Viper di Taito) è presente all'appello, ma si usa esattamente come nei vecchi Darius, quindi senza burst, candidandosi come scelta ideale per i giocatori più esperti e/o spacconi. Tornando a bomba, la modalità AC è suddivisa a sua volta in più tipologie di gioco: Original  è il classico Darius, con i suoi bivi alla fine di ogni livello, EX alza la difficoltà per il masochista che non deve chiedere mai e  Chronicles, infine,  offre circa tremila missioni. Un numero che in teoria dovrebbe rappresentare il nirvana per ogni appassionato di sparatutto, ma in verità la fregatura è appena dietro l'angolo. In pratica ci sono tutte queste aree distribuite su diversi pianeti, da completare secondo certe regole: può capitare di imbattersi in un boss rush o in una serie prefissata di stage, ad esempio. Ottimo sulla carta, peccato che le sfide finiscano per riciclare allo stremo gli stessi stage e nemici incontrati nella modalità arcade, rischiando di annoiare e uccidere l'interesse per i meno dedicati. Alcune missioni devono essere inoltre affrontate in multigiocatore, quindi semplicemente non possono essere completate in assenza di amici adepti nella sacra arte dello sparatutto arcade.

Auguri a completare tutte e tremila le missioni, anche perché la noia potrebbe arrivare prima.

La seconda modalità, CS, è secondo me più interessante, e non solo perché l'area di gioco è più grande e leggibile, per la gioia dei possessori di un singolo schermo. È più facile capire cosa accade ed evitare i proiettili, specie durante gli scontri con i boss, tanto belli quanto resistenti. La loro coriacea vitalità costringe infatti a combattimenti della durata di diversi minuti, tra proiettili e nemici da schivare, facendo nel frattempo i conti con variegati pattern d'attacco; in queste situazioni, l'area di gioco inquadrata su un solo monitor permette di apprendere in maniera più chiara i ritmi del nemico. Le circa duecento missioni qui proposte non permettono di continuare, ma la difficoltà è comunque addolcita e ogni sortita obbliga all'uso di determinate astronavi, creando in questo modo un ambiente in cui familiarizzare poco a poco con meccaniche, nemici e arsenale, preparando il giocatore ad affrontare tutto quello che la modalità AC ha da offrire, magari dopo aver messo le mani su un secondo monitor. Dariusburst fa centro, ma non al prezzo richiesto al momento. La grafica brilla quando si tratta di affrontare colossali creature marine robotiche, ma per il resto dei livelli mostra il fianco a una conta poligonale spesso imbarazzante, al contrario della colonna sonora firmata Zuntata che è una figata clamorosa. L'immane montagna di missioni garantirà una longevità fuori parametro agli amanti del genere che non temono un po' di grinding attraverso le solite aree e i soliti nemici, ma complessivamente attenderei un calo di prezzo.

Ho scaricato Dariusburst Chronicle Saviours con un codice Steam fornito dagli sviluppatori e ho giocato per una decina di ore sul mio PC casalingo a schermo singolo, apprezzando tantissimo la modalità AC per i motivi espressi nella recensione. Poi, in modalità ninja, ho installato Steam in ufficio e mi sono sparato la modalità CS su due schermi, galvanizzandomi tantissimo e apprezzando il fatto che il gioco sia perfettamente godibile anche su sistemi non Megaborg. In entrambi i casi è stato uno spasso.