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La certezza dell’idiozia

Un buon allenatore è un omino che si alza la mattina, spiega i suoi concetti, fa le sue scelte... e vince. Un cattivo allenatore è lo stesso omino, uguale uguale, che perde e dovrebbe dimettersi, vergogna incapace di merda.

Da qualche anno, è una novità anche per me, mi piace combattere a pieni polmoni la convinzione che ci sia sempre, e senza dubbio alcuno, un cretino dietro a un pessimo risultato. Sony che sceglie i gaas, per esempio, o Nintendo che crede nel Wii U, persino dietro Microsoft e il suo stupido Kinect obbligatorio.

Un mercato dei videogiochi tanto complesso, tanto in divenire, si affronta a testa bassa, senza certezze, provando a intercettare le mode e i gusti degli utenti, svicolando tra shitstorm e facili entusiasmi e, arrivati a dama, finendo spesso sbertucciati da un tempismo che può sembrare quasi ridicolo.

Microsoft poteva non rispondere ai leak, poteva farlo ma meglio, poteva essere la Nintendo delle lune buone o la Sony che si dice confusa, poteva esse ferro o esse piuma, l’importante è credere che tutto sia gestito da poveri deficienti che niente vedono e niente sanno. Ed esistono pure loro, per carità, la gestione illuminata delle multinazionali è essa stessa una scemenza di eguale misura, ma facciamoci forza e concediamo loro il beneficio del dubbio, qualche volta almeno.

Bisogna accettare che esistono buone decisioni a cui il destino rema contro e mirabolanti colpi di fortuna, progetti geniali che nessuno ha voglia di ascoltare e film di Vanzina che riempiono le sale. Bisogna capire, sforzarsi di farlo almeno, che un attaccante può fallire la più facile delle occasioni al 92° di una splendida finale e che non è da quello che si giudica un allenatore.