Outcast

View Original

Febbraio 2011: Matriosche, lana e grandi ritorni | Old!

Old! è esattamente quella stessa rubrica che da vent'anni vedete apparire su tonnellate di riviste o siti di videogiochi. Quella in cui si dice "cosa accadeva, nel mondo dei videogiochi, [inserire a piacere] anni fa?" Esatto, come su Retro Gamer. La facciamo anche noi, grazie a Wikipedia, pescando in giro un po' a caso, perché siamo vecchi nostalgici, perché è comoda per coprire il sabato e perché sì. Ogni settimana, anni Settanta, Ottanta, Novanta e Zero, o come si chiamano. A volte saremo brevissimi, a volte saremo lunghissimi, ogni singola volta si tratterà di una cosa fatta senza impegno, per divertirci assieme a chi legge, e anzi ci piacerebbe se le maestrine in ascolto venissero a dirci "oh, avete dimenticato [inserire a piacere]".

L’8 febbraio 2011, Double Fine Productions pubblica il secondo nella serie di piccoli videogiochi con cui si rilancerà come studio e publisher dedicato a produzioni “di taglia ridotta”. Si tratta di Stacking, un bizzarro gioco d’avventura ambientato in un mondo popolato da matriosche. Al di là di qualche critica alla brevità dell’esperienza, il gioco viene accolto con grande affetto e contribuisce a consolidare lo status dello studio di Tim Schafer.

Tre giorni dopo arriva sui Nintendo DSi europei Shantae: Risky's Revenge, arcade adventure pubblicato in solo formato scaricabile che si propone come seguito di un gioco di culto degli anni Novanta e che fa centro, rilanciando l’IP di WayForward Technologies e dando di fatto vita a una serie che proseguirà per almeno un decennio.

Trascorre una settimana e si manifesta in Europa Marvel vs. Capcom 3: Fate of Two Worlds, quinta uscita nella serie vs. targata Capcom, che dà seguito all’episodio uscito su Dreamcast oltre un decennio prima. Al di là di qualche critica per la scarsità di opzioni e modalità, il gioco viene apprezzato nell’ottica di quel che ci aspetta dalla serie, ovvero un picchiaduro casinista, spettacolare e semplice nell’approccio. Qualche mese dopo arriverà un aggiornamento ma per vedere un vero e proprio seguito bisognerà attendere quasi un altro decennio.

Qualche mese dopo l’uscita in lingua tedesca, il 25 febbraio vede l’uscita dell’edizione inglese di Gray Matter, avventura punta e clicca che riporta sulla cresta dell’onda Jane Jensen, storica designer della migliore Sierra On-Line. Il gioco divide abbastanza, fra chi lo considera non all’altezza dei capolavori prodotti in passato dalla sua creatrice e chi invece lo apprezza considerevolmente, ma nel complesso costituisce comunque un punto di (ri)partenza che, per qualche anno, ci restituirà una Jensen a lungo tempo “sepolta” in giochi di minor profilo. Va anche detto che pochi anni dopo mollerà il colpo per focalizzarsi su una ben più redditizia carriera da scrittrice di romanzi a sfondo omosessuale, ma insomma.

Lo stesso giorno segna l’uscita di Killzone 3, con cui Guerrilla Games chiude la trilogia iniziata diversi anni (e una generazione) prima con tutta quella manfrina dell’Halo Killer. Il gioco viene accolto in maniera favorevole, soprattutto per la qualità grafica, ma senza particolare entusiasmo, e alla fin fine il suo tratto più distintivo rimarrà l’insistenza nel supporto a PlayStation Move e al 3D (erano quegli anni). La serie avrà un ultimo sussulto nel 2013 con le uscite su PS Vita e PlayStation 4, per poi salutarci senza troppi rimpianti.

Sempre il 25 febbraio vede anche l’uscita sui Wii europei di Kirby e la stoffa dell'eroe, ennesimo gioco con protagonista la morbida palla rosa che questa volta si ritrova trasformata in una creatura di lana, alle prese con un mondo interamente “tessile”. Abbracciato calorosamente per la meravigliosa svolta stilistica, il gioco divide un po’ per la grande facilità, anche se chi lo apprezza ne loda la profondità in termini di contenuti segreti. In seguito, Kirby tornerà a un’impostazione più tradizionale, mentre lo stile “lanoso” verrà ereditato da Yoshi's Woolly World su Wii U.