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Old! #300 – Aprile 1989

Old! è esattamente quella stessa rubrica che da vent'anni vedete apparire su tonnellate di riviste o siti di videogiochi. Quella in cui si dice "cosa accadeva, nel mondo dei videogiochi, [inserire a piacere] anni fa?" Esatto, come su Retro Gamer. La facciamo anche noi, grazie a Wikipedia, pescando in giro un po' a caso, perché siamo vecchi nostalgici, perché è comoda per coprire il sabato e perché sì. Ogni settimana, anni Settanta, Ottanta, Novanta e Zero, o come si chiamano. A volte saremo brevissimi, a volte saremo lunghissimi, ogni singola volta si tratterà di una cosa fatta senza impegno, per divertirci assieme a chi legge, e anzi ci piacerebbe se le maestrine in ascolto venissero a dirci "oh, avete dimenticato [inserire a piacere]".

Fonti diverse sostengono date diverse (tant’è che ne ho in parte già scritto) ma io decido di fidarmi di chi voglio e vi dico che ad aprile del 1989, mentre Mirrorsoft e i Bitmap Brothers annunciano di essere al lavoro su Xenon 2: Megablast (Tetsuya Mizuguchi ringrazia), si manifestano due fra i videogiochi di calcio più importanti della storia, o quantomeno dell’era pre-PlayStation. Da un lato abbiamo Microprose Soccer (Keith Van Eron's Pro Soccer negli USA), pubblicato ovviamente da Microprose ma sviluppato da una Sensible Software che fa qui le prove generali per il suo capolavoro Sensible Soccer. Lo studio capitanato da Jon Hare si ispira al classico Tehkan Soccer e ne tira fuori un gioiello di semplicità e immediatezza, che già propone trovate come il banana kick, sostanzialmente un tiro a effetto, che tornerà in Sensible Soccer. Il gioco ottiene successo di pubblico e critica soprattutto sui formati a 8 bit, consolida lo status di Sensible Software e convince Hare e soci che è il caso di staccarsi da Microprose e diventare padroni del proprio destino.

L’altro gioco di calcio del mese è ovviamente Kick Off, il pargolo di Dino Dini e Steve Screech pubblicato da Anco su Atari ST e Amiga. Accolto con entusiasmo per la sua incredibile alchimia di immediatezza e profondità, con un sistema di controllo immediato ma tostissimo da padroneggiare, anche per la decisione di non “incollare” il pallone ai piedi dei giocatori, Kick Off dà vita a una serie che vedrà l’inclusione del fantastico Player Manager e di un vero e proprio Kick Off 2. Dini svilupperà poi il seguito spirituale Goal! per Virgin Games, mentre Anco proverà a portare avanti il marchio Kick Off con diverse riproposizioni di scarsi successo. La serie tornerà d’attualità nel 2015, con un Kick Off Revival curato da Dino Dini, e nel 2016, con AfterTouch Soccer, un remake curato da Kick Off World con l’aiuto di Steve Screech.

Il 21 aprile del 1989 vede l’uscita giapponese del Game Boy, la console portatile Nintendo che si mangerà il mondo. Fra i quattro titoli di lancio spicca l’ottimo Super Mario Land, che tra l’altro segna l’esordio del personaggio di Daisy. Ma non mi dilungo sull’argomento, un po’ perché, come da tradizione, lo farò nel trentennale dell’uscita europea, un po’ perché è in arrivo un articolo a parte dedicato alla celebrazione dell’anniversario.

Una settimana dopo, arriva in Europa Super Mario Bros. 2, gioco noto in Giappone come Yume Kōjō: Doki Doki Panic e riadattato per l’occidente con un “reskin” in sostituzione del vero Super Mario Bros. 2, uscito in Giappone qualche tempo prima ma considerato troppo difficile per i gaijin. Chiaramente, non essendo in origine un vero seguito di Super Mario Bros., il gioco introduce svariate novità, a cominciare dalla possibilità di raccogliere e lanciare nemici e oggetti, passando poi per i quattro personaggi selezionabili, ciascuno con le sue caratteristiche. Super Mario Bros. 2 riscuoterà un successo tale da convincere Nintendo a proporlo anche in Giappone e, nonostante le origini “apocrife”, alcune sue idee verranno conservate come punti fermi della serie. Verrà ovviamente riproposto negli anni da Nintendo in centomila forme e formati.

Un altro titolo sulle cui date si trovano informazioni contrastanti è Populous ma pare, e sottolineo pare, che il primo, seminale, capolavoretto della Bullfrog di Peter Molyneux arrivi proprio ad aprile del 1989. Nel gioco, fra i progenitori del god game, si vestono i panni di un dio che può influenzare il territorio e i suoi abitanti, al fine di creare civiltà e arrivare poi a sconfiggere divinità rivali. Accolto in maniera trionfale, Populous lancia la carriera di Molyneux, che negli anni a venire ci regalerà diversi capolavori e diverse polemiche.