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Just Cause 4 - Un tamarro nel cielo

Just Cause 4 è uno di quei giochi che ti tirano fuori aggettivi come “onesto” o espressioni del tipo: “da giocare a cervello spento”. Il tutto, non per sminuire il lavoro degli sviluppatori, quanto per ridimensionarne e inquadrarne al meglio il risultato finale. Eppure sono ben due lustri che Avalanche porta sulle nostre console e computer il suo baraccone pieno di improbabili esplosioni e gigantesche aree da esplorare; si vede che terreno da innaffiare ce n’è ancora, quindi perché rischiare? Una cosa che ho gradito moltissimo di Just Cause 4 è la totale consapevolezza dei propri obiettivi e la solerzia nel raggiungerli. Per questo, il protagonista, nonostante gli intrighi politici di uno strafottente e spietato dittatore, tale Espinosa, non si perde in preamboli. Il tempo di scambiare qualche insipida battuta con l’ennesima comprimaria e subito lo vediamo lanciarsi - in senso letterale - nel vivo dell’azione.

Quando non voliamo, ci stiamo apprestando a farlo.

La storia, poco più complessa e articolata di una favola della buona notte, non è mai invasiva né interrompe il chiassoso fluire dell'azione. Una tale insalatona di stereotipi potrebbe risultare indigesta a molti, soprattutto vista la crescente smania del pubblico nel volersi accostare a videogiochi dalla grossa caratura narrativa. Eppure, l'immensa isola di Solis, situata in un fittizio Sud America, con le sue lotte intestine, gli scontri dei ribelli e gli assalti alle forze della Mano Nera, conducono le danze narrative in maniera semplice e funzionale. Questa volta, però, la tecnologia del nemico è in grado di aizzarci contro niente meno che la devastante forza della natura, e solo un uomo può fermare una tromba d’aria. No, non sto parlando di Chuck Norris (non qui, almeno), ma del prode Rodriguez.

La giocabilità di Just Cause 4 poggia su poche ma essenziali dinamiche, punti ben saldi che la serie porta avanti da anni: un'ambientazione sconfinata nella quale muoversi e l'utilizzo di magnifici accessori. Parliamo, nello specifico, di tuta alare, paracadute e - più importante di tutti - rampino. Oltre ad aiutare Rico a muoversi tra palazzoni abbarbicati, picchi montuosi, fitte foreste e stradoni polverosi, questi strumenti sono un inno alla creatività del giocatore, proprio perché in grado di innescare situazioni che soggiacciono magistralmente alle leggi della fisica.

L’ambientazione sudamericana è piuttosto stereotipata nella sua resa estetica, ma si lascia guardare.

Come in una tamarra parodia di Metroid il protagonista può potenziare il già versatile rampino grazie a tre modifiche principali: un Riavvolgitore di grande potenza, un Booster in grado di trascinare oggetti (e non) a velocità variabile e il Sollevatore, che può agganciare praticamente di tutto e portarlo verso l'alto tramite palloni aerostatici (facendo neanche troppo velatamente il verso a Metal Gear Solid V ). Tutti questi meravigliosi giocattoli [cit.] possono essere migliorati tramite una serie di potenziamenti; basta portare a termine le diverse missioni secondarie proposte da alcuni personaggi.

Sollevatore, Riavvolgitore e Booster sono pane per i denti di Sargento, Javi e Garland, tre tizi utilissimi, ma dallo spessore psicologico di un copri-water. Il bello di queste modifiche e che possono essere applicate più volte, fino a dieci “ganci” differenti. Potete, quindi, prendere un’automobile, sollevarla in aria, poi tirarla di botto, oppure far sì che venga trascinata verso un altro oggetto, magari infiammabile. Insomma, le soluzioni ludiche sono limitate solo dalla creatività del giocatore. Sembra una frase spot ad effetto, eppure è così, credetemi.

Uno scontro fin troppo squilibrato: servivano almeno altri due elicotteri.

Anche se affossata da una ripetitività delle texture seconda solo a quella delle sub-quest, la grafica tiene botta con orgoglio, sfoggiando una gestione della fisica e una spazialità degli ambienti davvero notevoli. L’arsenale a disposizione è ulteriore motivo di sollazzo, principalmente ludico, grazie all’ottimo gunplay, ma anche per le infinite esplosioni, le scintille, il fumo, elementi che avvolgono lo scenario senza interferire troppo con il frame-rate (almeno su PlayStation 4 PRO). L’I.A. dei nemici non è pervenuta, ma il loro numero e la resistenza sovrumana attenuano in parte questa defaillance. Una patch arrivata in zona Cesarini mi ha permesso di disabilitare il blur, effettivamente troppo invasivo, definendo una realizzazione tecnica più che discreta. Quando sopraggiungono gli agenti atmosferici, soprattutto con l’iconico tornado che dà spunto alla storia, si raggiungono picchi di vera eccellenza.

I mezzi volanti permettono di apprezzare al meglio l’estensione visiva del motore grafico, ma la tuta alare rimane il top per il divertimento.

Difficile rimanere indifferenti di fronte al lavoro svolto da Avalanche nella creazione del suo mondo. Un affascinante territorio, sempre propenso a crollare sotto il peso della fisica o la furia degli elementi. Nella stessa misura, le azioni da svolgere si dimostrano quasi subito assai ripetitive, riportando indietro l’orologio videoludico di almeno cinque anni. Per quanto coerente con la sua linea di pensiero, donare al giocatore la libertà di utilizzare sfiziosissimi gadget in un mondo sconfinato e modificabile, la giocabilità tende a sfilacciarsi a causa delle solite basi da distruggere, ribelli da liberare o postazioni da conquistare. Just Cause 4 è un vero sandbox, uno scatolone dei giochi nella sua accezione più pura. Ma se le vostre aspettative vanno oltre il pasticciare con una gigantesca isola, la creatura di Avalanche è destinata a crollare per qualcosa di ben più distruttivo di una tromba d’aria: la noia.

Ho giocato a Just Cause 4 su PlayStation 4 PRO grazie a una copia review fornitami gentilmente dal distributore italiano. Ho superato le dodici ore di gioco, puntando inizialmente alla sola campagna. Resomi conto della sua relativa brevità, ho dirottato le mie attenzioni sulle missioni secondarie, pasticciando per lo sterminato mondo di gioco. A quel punto si sono aggiunte altre venti ore, ma non credo che tutti possano reggere la monotonia generale e la ripetitività delle sub-quest. Just Cause 4 è disponibile su PC, su PlayStation 4 e su Xbox One. Come al solito, se acquistate il gioco su Amazon passando dai nostri link, ci fate ricevere una piccola percentuale di quanto spendete, senza sovrapprezzi per voi. Potete farlo su Amazon Italia a questo indirizzo qui o su Amazon UK a quest'altro indirizzo qua.