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I falchi della notte è un buddy cop solo per due terzi

In un Ospizio di qualche mese fa dedicato a Streets of Rage, raccontavo le mie precoci esperienze con i videonoleggi, luoghi sacri in cui potevo recuperare tutti i film che mi interessavano, essendo, in quegli anni, troppo piccolo per andare al cinema da solo. Oltre agli action a base di sonore mazzate di cui raccontavo in quel pezzo, seguivo con grande interesse anche il genere “buddy cop”, quei polizieschi che vedevano come protagonisti una coppia di poliziotti generalmente eterogenea per etnia e comportamenti, in cui uno dei due è impulsivo e dai nervi facili e l’altro è più equilibrato e riflessivo. Tanto per fare un esempio, Arma Letale o Tango & Cash sono perfetti rappresentanti del genere, non poi tanto diverso dagli action di cui sopra: basta sostituire le arti marziali con le armi da fuoco e il gioco è fatto.

Spesso mi era sufficiente leggere il nome di un determinato attore sulla copertina della VHS per prenderla a noleggio, magari senza nemmeno aver sbirciato la trama sul retro della custodia. Ho sempre avuto una forte simpatia per Sylvester Stallone, vuoi perché di origine italiana, vuoi perché doppiato dal bravissimo Ferruccio Amendola, vuoi perché, beh, semplicemente mi sembrava perfetto nei film che interpretava. Così ho cominciato a vedere praticamente qualsiasi pellicola in cui fosse coinvolto, anche cose fuori dal suo repertorio come Oscar e Fermati o mamma spara, per me era sempre una garanzia di intrattenimento.

E così presi a noleggio I Falchi della Notte, film di cui non conoscevo nemmeno l’esistenza. La suggestiva cover della VHS vedeva la metà del volto di Sly “unita” a quella di Rutger Hauer, villain del film, che esordiva a Hollywood proprio con questa pellicola. Il buon Sylvester interpreta Deke Da Silva, poliziotto di quartiere che passa la maggior parte del tempo sotto copertura insieme al suo partner, Matthew Fox (il cui volto è quello di Billy Dee Williams, già Lando Calrissian e futuro Harvey Dent) attirando i criminali che infestano una New York squallida, pericolosa e decadente. I due sono molto simili: duri, dai modi spicci, intolleranti ai superiori e con un forte senso della legge, vestiti con il tipico outfit maschile degli anni Settanta: pantaloni a zampa d’elefante, lunghe giacche di pelle e grandi occhiali da sole.

Grazie al loro passato militare, i due vengono reclutati in una squadra antiterrorismo con lo scopo di catturare il noto criminale internazionale Reinhardt Wulfgar, che pochi giorni prima, precisamente il 31 dicembre 1979, aveva fatto esplodere una bomba nel centro di Londra causando una strage. Wulfgar, dopo una seduta dal chirurgo plastico di fiducia (successivamente eliminato senza tanti complimenti) gira libero per New York rimorchiando belle donne in discoteca – “quello che sappiamo di lui è che ama le belle donne, i vestiti di classe e le discoteche” dirà il loro superiore durante il briefing. Ed è proprio in discoteca che parte lo scontro fra i tre, per finire con un inseguimento in metropolitana in cui Fox viene ferito, ed è quell’episodio a determinare la “fine” de I Falchi della Notte come buddy cop, trasformandosi, nell’ultima mezz’ora, in un normale poliziesco dell’epoca.

Il personaggio interpretato da Billy Dee Williams, già ampiamente messo in ombra da Stallone in qualità di star del film, viene quasi accantonato nella parte finale. Infatti, pur non morendo, Sly giura di vendicarlo catturando Wulfgar, e lo stesso terrorista ha come obiettivo quello di eliminare il detective Da Silva, ingaggiando un duello personale con lui, una sanguinosa partita a scacchi con un solo vincitore. Come se l’altro poliziotto non fosse mai esistito. O quantomeno sopravvissuto.

Più o meno, è andata così, come insegna McBain.

Come finisce il film ve lo potete già immaginare, e non potrebbe essere diversamente. E uno dei motivi per cui ricordo con piacere I Falchi della Notte è proprio questo: fa parte di un’epoca in cui anche i film erano più semplici e immediati. I personaggi erano tagliati con l’accetta: i buoni erano buoni, i cattivi erano cattivi, niente sfumature, niente antieroi. Se Stallone interpreta un integerrimo poliziotto dai modi duri ma dal cuore d’oro, che non vuole uccidere nessuno, Hauer è il classico cattivo lucido e spietato dallo sguardo magnetico, che sembra sempre un passo avanti a tutti. Alla fine, il bene e la giustizia trionfano sempre e la criminalità è sconfitta.

Dopo quella prima visione di molti anni fa, non avevo più rivisto il film fino allo scorso dicembre, quando la pellicola ha celebrato la veneranda età di quarant’anni. In quell’occasione sono venuto a conoscenza di molti retroscena di cui ero all’oscuro: il film nasceva inizialmente come nuovo capitolo de Il braccio violento della legge, poi riadattato come film a sé stante, entrato progressivamente in mano a Stallone quasi in maniera totale, visto che ha fatto sostituire il regista e deciso il final cut del film, dove vennero di fatto eliminate numerose scene di Hauer – ritenuto da Sly troppo ingombrante – e rivisto pesantemente la sottotrama basata sul rapporto fra Da Silva e l’ex moglie. Tra Hauer e Stallone finì quasi in rissa dopo che l’attore olandese venne ferito durante una scena d’azione, laddove “Rambo” faceva il bello e il cattivo tempo sul set come ogni brava star capricciosa.

I Falchi della Notte è un film ibrido: da una parte fortemente debitore nei confronti dei polizieschi anni Settanta, dall’altro precursore del cinema d’azione che sarebbe arrivato negli anni Ottanta, con Stallone che avrebbe poi interpretato un ruolo simile, anche se molto più tamarro e parodistico, in Cobra e diventando di fatto, insieme all’amico Schwarzenegger, icona leggendaria del genere action. Rutger Hauer, grazie a quel film, ebbe poi modo di recitare in cult assoluti come Blade Runner, The Hitcher e Ladyhawke, mentre Billy Dee Williams non è mai riuscito a scrollarsi di dosso il ruolo che lo rese celebre in Star Wars, facendo una carriera relativamente modesta.

Proprio qualche mese fa è stato annunciato il remake del film sotto forma di miniserie TV, diretta, neanche a dirlo, da Stallone, con protagonista Frank Grillo. Però confesso che attendo di più Demolition Man 2.

Questo articolo fa parte della Cover Story dedicata agli anni Settanta, che potete trovare riassunta a questo indirizzo.