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eXistenZ #19 – eXistenZ!!! :D

eXistenZ è la nostra rubrica in cui si chiacchiera del rapporto fra videogiochi e cinema, infilandoci in mezzo anche po’ qualsiasi altra cosa ci passi per la testa e sia anche solo vagamente attinente. Si chiama eXistenZ perché quell’altro film di Cronenberg ce lo siamo bruciato e perché a dirla tutta è questo quello che parla proprio di videogiochi.

Visto che lo sa anche Mafalda "l'esuberante fornaia", lasciatemelo dire ancora una volta: il rapporto che intercorre tra il cinema e i videogiochi è di mutuo scambio, di profonda sinergia, roba da bio-innesti e transCendenZ. Altrimenti, questa rubrica si chiamerebbe Robocop.

eXistenZ - David Cronenberg, 1999, Canada - Gran Bretagna. con Jennifer Jason Leigh, Jude Law, Ian Holm, Don McKellar, Callum Keith Rennie, Sarah Polley, Willem Dafoe, Christopher Eccleston. Durata: 97’

Dunque, se nel 1999 dopo Cristo eravate troppo impegnati a guardare ad libitum Matrix, anche di mercoledì mattina, è molto probabile che abbiate mancato la visione di eXistenZ. Perché recuperarlo oggi, immantinente? Il fatto è questo: attraverso eXistenZ, il moderno eppur macabro David Cronenberg traccia una fra le più suggestive rappresentazioni del cinema videoludico degli ultimi cent'anni anni.

"Attenzione, ha una costoletta panata!!!"

Ideale continuazione, aggiornamento e affinamento di Videodrome (parole del suo regista), eXistenZ è un action-thriller inquietante e destabilizzante, ottimo per comprendere una volta per tutte che se il mondo reale tende a presentarsi come una simulazione della simulazione, la nostra esistenza equivarrà soltanto all'autocoscienza di tale simulazione. Chiarissimo, "Del resto, che cos'è la nostra realtà se non la percezione della realtà?", teorizzava il Professor Brian O'Blivion in Videodrome.

"Si crea un'intimità, giocando a eXistenZ, che va oltre ogni descrizione. Si limitano a puntarti la spina dorsale con un'idropistola. Rompi la tua gabbia, Michael. […] Sei tu l'alimentazione. Ti verrà naturale, vedrai…".

Uno schifo.

La vicenda è legata all'invenzione di un nuovo gioco di realtà virtuale (creato da Allegra Geller/Jennifer Jason Leigh, che guarda, io davvero non sopporto, lei e quell'odioso nome fittizio), che può interfacciarsi con il giocatore attraverso il suo sistema nervoso centrale. Quando il dispositivo (il gamepod) s'inserisce nella bioporta neurale dell'utente, infatti, si ottiene un alienante slittamento dei confini tra il videogioco e le infinite realtà ad esso connesse. In pratica, si tratta di una versione fregna e più dolorosa di un Oculus Rift, con tanto di joypad a forma di anfibio geneticamente modificato, fatto di ossa e tessuti beige. Uno schifoso budello videoludico, un Ordigno Meravigliosamente Immaginifico, tanto preconizzatore quanto molliccio, pieno di allegorie sessuali, orifizi, rapporti incestuosi e riferimenti religiosi, profetici e/o messianici. Vedeteci tutto, insomma.

Tiè!

Più che una riflessione videoludica, il "problema della realtà" e la relativa perdita della percezione diventano in eXistenZ una contorta e appassionate questione filosofica dal finale sempre aperto, "scaglia-telecomando" e vaffangule: "È ancora un gioco?".

Eh-eh-eh.

Guarda, neppure l'imberbe Jude Law lo sa.