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Agosto 2011: Tornano Deus Ex ed Age of Empires mentre ACE Team ci fa girare la palla | Old!

Old! è esattamente quella stessa rubrica che da vent'anni vedete apparire su tonnellate di riviste o siti di videogiochi. Quella in cui si dice "cosa accadeva, nel mondo dei videogiochi, [inserire a piacere] anni fa?" Esatto, come su Retro Gamer. La facciamo anche noi, grazie a Wikipedia, pescando in giro un po' a caso, perché siamo vecchi nostalgici, perché è comoda per coprire il sabato e perché sì. Ogni settimana, anni Settanta, Ottanta, Novanta e Zero, o come si chiamano. A volte saremo brevissimi, a volte saremo lunghissimi, ogni singola volta si tratterà di una cosa fatta senza impegno, per divertirci assieme a chi legge, e anzi ci piacerebbe se le maestrine in ascolto venissero a dirci "oh, avete dimenticato [inserire a piacere]".

Il 3 agosto 2011 si manifesta su Xbox 360 e PC Insanely Twisted Shadow Planet, sfizioso metroidvania dallo stile visivo particolarmente azzeccato che viene accolto con grande favore e vale allo studio responsabile ricchi premi e cotillon. Un paio d'anni dopo il gioco arriverà anche su piattaforme mobili.

A proposito di smartphone, il 4 agosto 2011 esce su iOS Temple Run, endless runner tridimensionale che riscuoterà un successo smodato, facendo la fortuna di Imangi Studios per mezzo decennio, invadendo tutte le piattaforme mobili del periodo, generando svariati seguiti e spin-off e arrivando anche a tanto così dalla messa in produzione di un adattamento cinematografico.

Il 16 agosto si manifesta invece Age of Empires Online, gioco free to play che segna il passaggio di consegne dell'IP dallo studio Robot Entertainment (fondato dai "sopravvissuti" di Ensemble Studios, che ha curato la serie fino a lì) alla Gas Powered Games di Chris Taylor. Accolto dalla critica con moderazione, Age of Empires Online riscuote un successo di pubblico inferiore alle aspettative, o comunque a quanto necessario per mantenere i costi di mantenimento, e la sua presenza online durerà appena tre anni. Rimarrà però un gioco di culto, giocato costantemente offline negli anni a venire e riportato in vita nel 2017 grazie alla pubblicazione del kit di sviluppo da parte di Microsoft, con addirittura il completamento dei lavori sulla civiltà romana (originariamente prevista) e ulteriori aggiunte a seguire.

Una settimana dopo tocca a Deus Ex: Human Revolution, con cui Eidos Montreal si lancia nella sfida di rivitalizzare un marchio storico, fondamentale, ma anche fondamentalmente morto dopo il deludente secondo episodio. Il rilancio viene fatto in grande stile, con un ampio progetto crossmediale, come va di moda in quegli anni, e un videogioco complessivamente riuscito, anche se un po' goffo in come prova a reinterpretare alcuni aspetti del Deus Ex originale. La serie proseguira con un paio di spin-off e un seguito vero e proprio, prima di accartocciarsi su sé stessa. Ne chiacchierammo a suo tempo in apposita monografia.

Chiudiamo con Rock of Ages, che segna il ritorno di ACE Team due anni dopo Zeno Clash con una roba ancora più bizzarra: un tower defense in cui, oltre a piazzare in giro difese e strutture, si controlla una sfera gigante utilizzabile per andare direttamente a sfondare i nemici con le proprie mani. Anzi, con la propria sfera. Il tutto accompagnato da una modalità storia liberamente ispirata al mito di Sisifo, perché, insomma, perché no? Il gioco viene accolto forse con minore entusiasmo immediato rispetto al suo predecessore ma questo non gli impedirà di ricevere ben due seguiti nel corso degli anni. E invece Zeno Clash è fermo alla seconda uscita. Tiè.