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Dagli archivi: Jason VandenBerghe, raw & uncut

Tanto tempo fa, in una galassia lontana lontana, io e Fotone eravamo a Colonia a darci il cinque e a fare i simpatici sbarazzini fra i corridoi di una certa qual fiera. E ci venne offerta l'opportunità di intervistare Jason VandenBerghe nel contesto della Game Developer Conference Europe. Ora, fra gli aspetti sfiziosi delle varie GDC, c'è il fatto che la gente è sempre molto rilassata, ha voglia di chiacchierare, tipicamente non sta promuovendo questo o quel gioco ed è disposta a concederti il suo tempo per parlare un po' di tutto. Tipo, per dire, è alla GDC Euope che ho intervistato Richard Garriott, parlando del più e del meno per un'oretta. Che son cose che ti segnano. Oppure, è alla GDC californiana che ho intervistato Ed Key e David Kanaga, che quando hanno scoperto che Andrea Maderna non era una donna ci sono rimasti male. Son belle cose. A questa storia del contesto, aggiungiamoci che Jason è veramente un tipo ganzo, un gran personaggio non solo per l'aspetto senza dubbio “colorito”, ma proprio perché è una persona alla mano, sempre pronta a scherzare, a dire quel che pensa senza troppi filtri. E chi è, Jason? È un uomo dalla carriera quantomeno particolare, costruita lavorando su giochi su licenza, titoli di media caratura e poco altro. Ci piace ricordarlo per il gioco dedicato a X-Files uscito sulla prima PlayStation, per l'ottimo Red Steel 2 e per la relativa conferenza sul motion control con cui diede spettacolo alla GDC Europe 2009 (la trovate raccontata da un estasiato Fotone a questo indirizzo, con tanto di video illustrativo). Ma di recente, Jason ha lavorato su Far Cry 3 (agevolo la nostra recensione che se l'è presa comoda) e per questo motivo, nell'agosto del 2011, gironzolava in quel di Colonia, pronto a presentare il gioco alla Gamescom, e io e Fotone ne abbiamo approfittato per stringerlo all'angolo e farci una chiacchierata con lui.

Quella chiacchierata, per un motivo o per l'altro, è rimasta sempre fissa sull'hard disk, mai pubblicata da nessuna parte. La qualità audio-video era quella che era, il video durava oltre mezz'ora, sottotitolarlo sarebbe stato un casino, di trascriverla non se ne parlava, c'era sempre altro da fare, Fotone non si decideva a scrivere il pezzo di accompagnamento che gli avevo chiesto perché la conferenza di Jason alla GDC successiva era stata talmente acculturata e tosta che non ci aveva capito nulla... insomma, niente. Nel frattempo, Far Cry 3 è pure uscito e la cosa ha perso ancora più di senso. Poi, però, ho pensato che in fondo, chissenefrega, su Outcast ci si può permettere questo e altro: dopotutto, se pubblichiamo le recensioni in ritardo, se facciamo notizie come capita, se buttiamo fuori i podcast che buttiamo fuori, perché non anche questo? E quindi, di seguito, trovate l'intera chiacchierata, in un filmato da trenta minuti abbondanti, senza tagli o aggiustamenti. C'è Jason che parla alla sua maniera, ci sono io che faccio domande, c'è Fotone che ride, c'è una tizia che ci interrompe e ci costringe a spostarci di fianco alla scala mobile. E di cosa si parla? Di motion control, della carriera di Jason, di Far Cry 3 (ma molto brevemente), del realizzare seguiti, di giochi su licenza, di quanto si possa vendere appiccicando il nome Mario di fianco al titolo di un gioco, del Jason videogiocatore e di altro ancora. Se avete dimestichezza con la lingua inglese, guardatevela, perché merita.