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Blu Brothers #5

Non devono salvare un orfanotrofio pieno di debiti e non sono nemmeno inseguiti da una banda di neonazisti bifolchi. La missione dei Blu Brothers di Outcast è analizzare scrupolosamente (e quindicinalmente) i migliori Blu-ray del momento disquisendo amabilmente di compressione, soundstage multicanale, bordate del sub, grana e rumore video. E vista la mole di materiale che giunge quotidianamente a casa dei due fratelli blu, non ve ne liberete tanto facilmente.

La Talpa

Durante una missione in Ungheria, viene assassinato uno dei migliori agenti segreti britannici, nonché capo del Circus, Control, è costretto a dimettersi. L’amico e fidato agente George Smiley fa lo stesso, ma viene subito incaricato in segreto di scovare una talpa che si nasconde ai vertici del Circus. Thinker, Taylor, Soldier, Spy, tratto da un romanzo di John Le Carrè da cui fu tratta anche una serie TV di grande successo con Alec Guinness, richiama sin dai primi fotogrammi il miglior cinema spionistico degli anni ’70, rifuggendo ogni velleità action (non ci sono inseguimenti in auto, sparatorie o corpo a corpo) e reggendosi su una trama articolata ma quanto mai concisa nell’enunciazione verbale dei personaggi. Un cinema che, sotto la patina fredda e composta imposta dallo stile visivo e dal ritmo compassato, rende ogni sguardo pregno di significato e ogni minima apertura al sentimento da parte dei personaggi una vera e propria deflagrazione. Merito di un cast stellare in stato di grazia, in particolare un Gary Oldman che avrebbe meritato l’Oscar “hands down”, e del regista Tomas Alfredson, che dopo il felice esordio di Lasciami entrare conferma il suo talento.

Encomiabile la cura riposta da Medusa in questa edizione: si parte da un master che mette in pieno risalto la grana della pellicola (il girato è in 35mm) ma mostra altresì un livello di definizione elevatissimo che permette di cogliere ogni più fine dettaglio degli interni, dei primi piani, del vestiario e degli esterni. La patina fumosa e polverosa che sembra avvolgere i fotogrammi non determina un disturbo alla visione ma, anzi, ci trasporta istantaneamente nella cupa atmosfera londinese. A questo scopo anche la cromia è desatura in modo peculiare. Le tracce audio, non essendoci grandi effetti, trovano il loro pregio nei piccoli dettagli dell’ambiente sonoro e nella robustezza dei dialoghi, proponendo una colonna sonora quasi sommessa in perfetta simbiosi con le immagini. Non sarà tra i più estesi, ma il comparto extra mi ha soddisfatto, in primis grazie al commento audio del regista e di Oldman sottotitolato, per poi passare a un discreto numero di filmati in HD: scene tagliate (6’), featurette (9’), interviste (25’), riprese sul set (12’) e i trailer. [P.B.]

Film: 8

Blu-ray: 8 (Video 8,5 - Audio 7 - Extra 7)

L'altra faccia del diavolo

Che palle questa ondata di mockumentary, uno più sciatto, inutile e pressappochista dell'altro. Visto però che da REC in giù il new horror bazzica ormai solo da queste parti, il "William Friedkin de noantri" William Brent Bell ha pensato bene di riciclare il filone demoniaco-esorcistico raccogliendo un milioncino di dollari, qualche camera HD e trasferendo armi e bagagli tra Roma e Bucarest per raccontare l'orrore della possessione demoniaca. O, meglio, avrebbe voluto raccontare, perché di spaventoso in questi 80 minuti scarsi di film non c'è davvero nulla, come non c'era nel sublime scult Il Rito, dove un Anthony Hopkins indemoniato tirava schiaffi a una bambina sullo sfondo del cupolone. Se non altro, nemmeno Bell ci fa scappare qualche risatina, nel presentarci un Vaticano da operetta con preti bellocci, dialoghi atroci e la solita torsione (demoniaca) della schiena a 180 gradi... che poi basta andare in un circo di cinesi e si vede la stessa roba.

Paramount propone L'altra faccia del diavolo in un Blu-ray a singolo strato tecnicamente discreto ma senza alcun extra, anche se a ben vedere persino l'edizione americana ne è del tutto priva. Il film è stato girato con un budget molto basso, utilizzando per lo più camere HD amatoriali, a parte la sequenza iniziale presentata in 1.33:1, che ha tutta l'aria di essere stata girata in DV. La qualità video è comunque dignitosa, anche perché il film occupa quasi 24 GB e può contare su un bit-rate medio-alto che ha evitato l'insorgere di particolari artefatti. Il dettaglio passa da momenti buoni ad altri più confusi e impastati in concomitanza con le location interne più scure, ma nei pochi esterni romani il quadro si mantiene stabile, anche se, visto il tipo di girato, non bisogna aspettarsi chissà cosa. L'audio italiano è offerto in un semplice Dolby Digital 5.1 a 640 Kbps contro il DTS-HD Master Audio 5.1 inglese. Anche in questo caso niente di speciale; dialoghi sufficientemente centrati e brillanti, mixing incentrato più sul blocco anteriore che su quello posteriore, musiche diligenti e un coinvolgimento discreto là dove le sequenze si fanno più concitate (tutta la parte nell'ospedale verso la fine del film). [F.D.]

Film: 4

Blu-ray: 6 (Video 7 – Audio 7 – Extra 0)

Knockout – Resa dei conti

L’agente segreto Mallory, dopo una missione a Barcellona andata a buon fine, si trova improvvisamente tradita e braccata dai suoi compagni. Chi ha ordito il complotto? Se c’è un autore a Hollywood che si diletta a passare senza soluzione di continuità da grandi produzioni mainstream (si pensi alla trilogia Ocean’s) a opere “minori” più autoriali e sperimentali, questo è Steven Soderbergh, che con Knockout – Resa dei conti, sembra proporre una mediazione tra le due modalità. Budget abbastanza ridotto e cast maschile di primissimo piano impiegato però al minimo, quasi come semplice contorno a Gina Carano, una lottatrice professionista su cui Soderberg ha cucito il film su misura. Knockout sembra uno spy movie “in real time”, in cui le sequenze d’azione e di fuga della protagonista sono mostrate per esteso quasi senza tagli di montaggio, mentre la trama, i luoghi e l’ordine narrativo sono volutamente frammentati. Il risultato è particolare ma non proprio esaltante.

Soderbergh è un assiduo sperimentatore delle nuove tecnologie di ripresa e anche in Knockout si è affidato alle modernissime Red, girando a risoluzione 4.5 K. Ci sarebbe da aspettarsi quindi una definizione da primato, ma il regista e il direttore della fotografia hanno optato per una resa “ovattata”, con evidenti aloni sulle luci dirette in camera e un leggero effetto ottico che rende i quattro angoli del frame più scuri e sfumati. Non manca un po’ di rumore e anche la resa cromatica è peculiare, con molti toni ocra e alcune scene molto scure ma non iper-contrastate. Detto questo, il trasferimento video di Moviemax non sembra responsabile, con un bit-rate molto elevato che mette al riparo dalla compressione e una definizione che, anche se non stellare, è comunque più che suddiciente. Di buon livello l’audio, offerto con codifica DTS-HD High Resolution per entrambe le lingue. Il confronto mette in luce differenze ridotte all’osso tra la nostra traccia e l’originale, offrendo un coinvolgimento valido e una precisa suddivisione dei canali. Ottima anche la riproduzione dei dialoghi e della colonna sonora, unico neo un livello d’incisione un po’ basso che costringe a tenere il volume molto alto. Gli extra si limitano a un dietro le quinte incentrato su Gina Carano (16’) e una featurette sul cast maschile (5’), più una vasta selezione di trailer, tutto in HD. Non è molto, ma anche l’edizione americana Lionsgate non offre di più. [P.B.]

Film: 6,5

Blu-ray: 7 (Video 7 - Audio 8 - Extra 5)

The Intruders

Il terzo film è una brutta bestia, soprattutto se i primi due sono stati in netto crescendo e rispondono ai nomi di Intacto (irrisolto ma a tratti strepitoso) e 28 settimane dopo, con quella fuga iniziale dagli infetti da tramandare ai posteri. Juan Carlos Fresnadillo si è invece avvicinato a questo The Intruders con rara svogliatezza, raccontando una fiacca favola nera che forse non è mai stata nelle sue corde autoriali e buttando alle ortiche quanto di buono fatto finora. Sarà per un Clive Owen ormai in caduta libera, per un calo della palpebra assicurato dopo la prima mezz'ora, per una CGI bruttina o per una tensione col contagocce... resta il fatto che di The Intruders si salva davvero poco, se non nulla, e per chi vuole approfondire il filone dell'"uomo nero nascosto nel ripostiglio" tanto vale recuperare il primo Boogeyman. Intanto Fresnadillo sta girando il nuovo Highlander... ho già i brividi.

Altro master Universal tratto da un Digital Intermediate 2K e altro quadro di indubbia qualità, anche perchè con un bit-rate che tocca i 45 mb/s si può stare tranquilli. Il 35 mm fotografato dal bravo Enrique Chediak dona alla scena una pastosità molto cinematografica, con la giusta dose di grana e colori pieni e caldi. Le molte scene scure negli esterni e soprattutto negli interni non mettono mai in crisi il quadro, anche se sono le sequenze più luminose (i lavori sul grattacielo, la scoperta della scatola nell'albero) a restituire le cose migliori a livello di dettaglio e compattezza. Passando all'audio italiano, ci si deve accontentare di un DTS 5.1 a data-rate dimezzato, che però non fatica a farsi carico degli elementi sonori del film. I passaggi da segnalare sono quelli in cui entra in scena Hollowface, il finale-incubo e l'inizio con la pioggia scrosciante e il concitato passaggio sulle impalcature. Di buon livello l'estensione in gamma bassa ed efficace la separazione tra i due fronti, tanto che, per una volta, le differenze rispetto alla traccia lossless originale non sono poi così marcate. Gli extra non sono granchè e si limitano a un dietro le quinte, ad alcune scene tagliate di scarso interesse e ad altre tre featurette per circa mezz'ora di durata. [F.D.]

Film: 5

Blu-ray: 7,5 (Video 8 – Audio 8 – Extra 5,5)